Pasquato ricorda: "Andando al Lecce dalla Juventus mi sono buttato dal treno della vita"
L'attaccante Cristian Pasquato gioca ancora, a 36 anni è un tesserato dei dilettanti del Campodarsego ma per diverso tempo era individuato come una delle promesse più brillanti del calcio italiano. Intervistato dal podcast 'Centrocampo', lo stesso Pasquato ha in parte anche ripercorso la propria carriera.
Per esempio, Pasquato è tornato sull'addio alla Juventus, che lo ha poi condotto al Lecce: "Arrivarono Estigarribia, Elia e Giaccherini, poi c’erano già Krasic e Pepe. Rimanere alla Juventus sarebbe servito come palestra di calcio. Lasciare la Juventus non fu facile ma a quell’età lì non mi rendevo conto di quello che lasciavo. Non sono più tornato alla Juventus, solo una comproprietà con l’Udinese e poi prestiti, mi allenavo coi fuori rosa. Non facevo parte dei piani della società… Diciamo che andando al Lecce mi sono buttato dal treno della vita, che passa mezza volta nella carriera di ogni calciatore".
Pasquato ha provato anche un'avventura in Russia, con il Krylia Sovetov. Un'esperienza della quale si è pentito però molto presto: "Sono partito e il giorno successivo ho fatto carte false per tornare a casa. Penso di aver speso più di 200 euro di cellulare, di telefonate, perché non c'erano roaming, dati, tutte queste cose. Però poi alla scoperta di una clausola sul contratto dolorosa, il mio cuore… se io avessi voluto rescindere il contratto e tornare in Italia avrei dovuto pagare una una somma di denaro clamorosa, erano 300mila euro. E quindi lì la mia testa ha fatto ‘switch' e ha detto ‘Cristian, qui stai benissimo, qui è bellissimo, non è freddo'. E sono rimasto lì, per fortuna, perché poi fino a novembre è stata difficile. Quindi, dopo aver minacciato il ritorno in Italia, ho giocato e fatto due assist, da lì ho giocato sempre e segnato. Siamo retrocessi, ma ho segnato a tutte le più forti".
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