Stage e spostamento della Serie A per il Mondiale? Sì, ma solo per un motivo: togliere ogni alibi
Neanche il tempo di conoscere le prossime avversarie che separano l'Italia della qualificazione al Mondiale 2026 e subito, nelle parole del commissario tecnico Rino Gattuso e non solo, sono subito tornati di moda gli argomenti relativi allo stage da programmare prima della sfida contro l'Irlanda del Nord e della possibilità di anticipare o posticipare la trentesima giornata di Serie A, quella precedente alla semifinale e all'eventuale finale di spareggio per accedere a Canada, Messico e Stati Uniti.
Via gli alibi.
Visti gli avversari che sono usciti dall'urna di Zurigo, l'Irlanda del Nord in semifinale e una tra Galles e Bosnia in finale, il primo pensiero che ci viene in mente è quello che per battere queste Nazionali non serva né uno stage né un riposo aggiuntivo per i calciatori, anche perché, e questo è un fatto indiscutibile, ci sono alcuni calciatori che non militano in Serie A ma che verranno convocati da Gattuso (Calafiori, Tonali e Retegui su tutti) e in quel caso, comunque, non riposerebbero e non sarebbero a disposizione del ct in anticipo. Sarebbe davvero utile uno stage? Sarebbe utile anticipare o rinviare un'intera giornata di campionato? La risposta che ci sentiamo di dare a queste due domande è sì, ma solo per un motivo: togliere qualsiasi alibi alla nostra Nazionale.
Perché il terzo disastro Mondiale consecutivo non deve esserci, non ci dobbiamo neanche pensare, ma nel caso dovesse diventare realtà non ci sarebbe cosa peggiore di dover ascoltare qualche lamentela per il mancato spostamento di qualche partita per favorire l'Italia. E allora via allo stage e via allo spostamento delle partite. Ma guai a deludere ancora una volta un Paese intero. Perché parlare dell'Irlanda del Nord come "squadra alla nostra portata" fa già sorridere di suo.













