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Udinese, Marino: "Spero che De Paul resti ma dobbiamo essere realisti. Merita una big"TUTTO mercato WEB
martedì 25 maggio 2021, 16:23Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Udinese, Marino: "Spero che De Paul resti ma dobbiamo essere realisti. Merita una big"

Pierpaolo Marino, direttore sportivo dell'Udinese, ha parlato alla tv ufficiale del club bianconero: "La tifoseria è meravigliosa, sabato si sono presentati al Bruseschi per ringraziare ed incitare alla vigilia della trasferta di Milano. È stata una cosa commovente. Il 14esimo posto in condivisione è un 13esimo in ex equo perché la Fiorentina ha i nostri stessi punti e con gli scontri diretti alla pari conta la differenza reti generale. Questo non vuole giustificare nulla perché abbiamo giocato un finale di stagione che dal punto di vista dei risultati è tremendo, che ci deve far riflettere e da cui dobbiamo trarre considerazioni che devono servire nella programmazione futura. Quando si hanno dei blackout così lunghi e pesanti anche in termini di risultati (siamo reduci da un 5 a 1 contro Napoli e Inter, risultati che l’Udinese non è abituata a subire) vanno fatte delle riflessioni approfondite e tutti devono sentirsi responsabili. Questa stagione ha avuto dei chiaroscuri che vanno esaminati. È vero che è iniziata male, 5 sconfitte su 6 partite se non sbaglio si erano fatte solo con Guidolin, ma fino a 11 partite fa abbiamo giocato un campionato tutt’altro che deludente che però è finito male. Dobbiamo metterci tutti sotto esame. Io per primo devo assumermi le mie responsabilità perché ho una grande esperienza e non sono abituato a questi risultati, evidentemente sono stato poco attento a non dare fiducia o a non considerare i pericoli di un rilassamento o i pericoli delle partite che dovevamo giocare. La colpa non è solo di una persona o dei giocatori, è un complesso di cose che non ha funzionato. Sono molto deluso e arrabbiato, evidentemente è mancato qualcosa".

Come per esempio?
"Quando dico che “mi assumo le mie responsabilità” è perché la situazione è un po’ più complessa rispetto ad una situazione dove l’allenatore a fine campionato se ne va e quindi i giocatori, a livello inconscio, pensano di non dover più dare conto a nessuno. Qui la situazione è più complessa perché la squadra per un periodo ha continuato a produrre gioco e poi ha commesso delle sciocchezze incredibili. In carriera non mi è mai capitato di subire 8 rigori in 9 partite con blackout avvenuti regolarmente dall’ottantunesimo minuto in poi. Questo è sicuramente un elemento su cui discutere perché certe cose nel calcio non sono mai casuali. Se si ripetono con giocatori diversi, nei finali di partita e con l’assurdità di falli di mano incredibili, vuol dire che in quel momento non c’è la concentrazione adeguata per portare a casa il risultato. Mi ritengo responsabile di aver seguito la scia del considerare questi errori perdonabili. Questo è stato un errore perché dovevamo intervenire più duramente, i giocatori vanno anche attenzionati sugli errori e non solo sulle cose buone. Io forse ho sottovalutato la situazione. La società, soprattutto la proprietà, non ha nessuna responsabilità, hanno dato sempre fiducia a tutti. Anche le recriminazioni sugli infortuni lasciano il tempo che trovano. Dobbiamo tuttavia riflettere anche su questo aspetto perché gli infortuni sono stati tanti, ma queste sono riflessioni che faremo all’interno. Ora io generalizzo ma bisogna analizzare in profondità gli errori per non ripeterli in futuro".

Gotti resterà?
"Noi con Luca Gotti parliamo continuamente ma tutto dipenderà dai dialoghi che faremo a breve. Gotti lo abbiamo “inventato” noi. Era un vice e ha risposto subito alle necessità della società. Nel complesso, in questi due campionati, ha lavorato bene. La discussione è ancora aperta e solo dopo averla affrontata si potrà uscire con idee più concrete. Gli allenatori hanno un loro modo di vedere il presente e il futuro e bisognerà trovare unicità di vedute sia sul passato che sul futuro, altrimenti è difficile andare avanti in maniera positiva".

Come valuta la stagione della squadra?
"Noi fino a undici partite fa avevamo una differenza reti che era competitiva. La differenza reti è un segnale dell’equilibrio della squadra. Quella differenza con una difesa ottima dava dei risultati importanti. Gotti ha trovato quell’equilibrio e solo nel finale non ha più funzionato. Sono rimasti i difetti della fase offensiva e aumentati quelli della fase difensiva. Forse a livello inconscio c’è stato un rilassamento dei giocatori, ma secondo me è mancata la tensione durante le partite. Forse dopo la sconfitta contro il Napoli è subentrato un certo rilassamento, non eravamo abituati a perdere così. Le partite però sono sempre state preparate bene".

Come si sente in questo club?
"Io sono tornato a Udine e non finirò mai di ringraziare la famiglia Pozzo, in particolare Gino, perché mi ha dato opportunità di tornare all’Udinese che per me è una seconda casa. Non ho nessun motivo di ascoltare sirene che vengono da fuori, non ho motivo di fare ancora carriera. La mia ambizione è quella di restare a Udine però devo anche rendere conto del mio lavoro. Io non ho intenzione di lasciare l’Udinese, sono venuto qui per restare però voglio ottenere anche i risultati. Nel complesso abbiamo raggiunto due salvezze tranquille. Lo scorso anno forse abbiamo sottostimato il campionato. Dalla ripresa del campionato abbiamo giocato 12 partite e ci siamo salvati con largo anticipo".


Cosa non ha funzionato in alcune partite?
A mio avviso c’è stato un problema di atteggiamento di squadra più che di singoli giocatori. Sono stati gli errori commessi in area di rigore che ci hanno fatto perdere quei 5/6 punti importanti. Quegli errori sono stati distribuiti su più teste. Non ci focalizzeremo su questo perché molti giocatori sono qui da più anni e conosciamo i loro pregi e i loro difetti. Io non ho visto particolari colpevoli perché gli errori li hanno commessi un po’ tutti. Sono stati troppo ripetitivi per essere casuali. Il virus della sconfitta non viene sanificato solo perché si va in vacanza, rimane. Bisogna analizzare gli errori per evitare di ripeterli ad inizio del prossimo campionato.

Come vi muoverete sul mercato?
"Per quanto riguarda il mercato ovviamente non lo facciamo solo noi ma anche le altre squadre, dipende dalle richieste, dalle offerte e dalle sostituzioni che puoi andare ad operare. Prima di tutto dobbiamo fare delle osservazioni interne per quanto riguarda la gestione e poi si potrà parlare di mercato.
Dal punto di vista degli infortuni ci sono delle situazioni che forse abbiamo gestito male ma in buona fede. Alcuni infortuni sono stati traumatici, dovuti da giocatori che andavano oltre in allenamento. Dovremo affrontare questi temi. Poi dobbiamo ricordare che in un anno abbiamo giocato un campionato e mezzo, non ci sono state vacanze. L’inizio del campionato è stato compromesso anche dal Coronavirus. Sono tutte considerazioni da fare, fermo restando che anche noi abbiamo sbagliato qualcosa. Ognuno dovrà assumersi delle responsabilità".

De Paul resterà?
"Tutti ci auguriamo che De Paul possa rimanere però dobbiamo essere realisti. Si è comportato bene è stato un Capitano esemplare. Sappiamo che se dovesse andare via non ci dovremo meravigliare, il ragazzo merita la possibilità di giocare in una squadra che si batte per le coppe. Nel calcio sono stati sostituiti campioni anche a Udine e la società l’anno dopo ha sempre prodotto punti. Abbiamo la struttura per poter adeguatamente sostituire chiunque, so benissimo che De Paul rappresenta l’insostituibilità. A Udine è diventato uno dei top player del campionato italiano. Non ci faremo trovare impreparati".

Il prossimo anno ci saranno i tifosi allo stadio?
Il pubblico è mancato molto, abbiamo fatto più punti fuori che in casa. La situazione ha determinato nel calcio e nel campionato enormi difficoltà soprattutto nello stadio dove la vicinanza delle gradinate al campo conta molto. La mancanza del pubblico ha influito molto".