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Bertolucci su Re Cecconi: "Prima della tragedia passo' da me, chissà ci fossi andato anch'io..."
Intervenuto ai microfoni de L’Arena, l'ex campione di tennis, Paolo Bertolucci ha parlato così della Lazio Campione d'Italia del 1974 e dei suoi protagonisti:
«Bel rapporto con il calcio. Quando giocavamo seriamente al tennis, Tommaso Maestrelli ci faceva fare una ventina di minuti a Tor di Quinto con quel gruppo magico della Lazio. Io, Adriano e gli altri. Io milanista da sempre, Tonino Zugarelli e Panatta della Roma. Barazzutti, credo, Lazio.
L’amicizia con Chinaglia? Abitavamo tutti al Fleming. Avevo il negozio di articoli sportivi e loro venivano a trovarmi. Più facile Panatta o Chinaglia? Adriano senza dubbio. Grandi personalità ma Chinaglia era ingestibile. Una volta si presentò da me con una bottiglia di whisky. Se lo scolò tutto da solo.
Un altro aneddoto? Triste. Quella sera che Luciano Re Cecconi morì per quel maledetto scherzo, passò prima da me.
Mi disse: ‘Andiamo dal gioielliere’. Avevo clienti in negozio e non ci andai. Poi andò tragicamente. Chissà se ci fossi andato…
Lazio-Verona? Mi vengono in mente Maestrelli e Bagnoli. Due personaggi simili che furono bravi a gestire gente di personalità. I laziali non si sopportavano tra loro ma la domenica…».
«Bel rapporto con il calcio. Quando giocavamo seriamente al tennis, Tommaso Maestrelli ci faceva fare una ventina di minuti a Tor di Quinto con quel gruppo magico della Lazio. Io, Adriano e gli altri. Io milanista da sempre, Tonino Zugarelli e Panatta della Roma. Barazzutti, credo, Lazio.
L’amicizia con Chinaglia? Abitavamo tutti al Fleming. Avevo il negozio di articoli sportivi e loro venivano a trovarmi. Più facile Panatta o Chinaglia? Adriano senza dubbio. Grandi personalità ma Chinaglia era ingestibile. Una volta si presentò da me con una bottiglia di whisky. Se lo scolò tutto da solo.
Un altro aneddoto? Triste. Quella sera che Luciano Re Cecconi morì per quel maledetto scherzo, passò prima da me.
Mi disse: ‘Andiamo dal gioielliere’. Avevo clienti in negozio e non ci andai. Poi andò tragicamente. Chissà se ci fossi andato…
Lazio-Verona? Mi vengono in mente Maestrelli e Bagnoli. Due personaggi simili che furono bravi a gestire gente di personalità. I laziali non si sopportavano tra loro ma la domenica…».
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