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Assassinio De Santis-Manta. l'omicida confessa: Sono stato io, volevo seviziarli"
martedì 29 settembre 2020, 13:06Primo piano
di Emanuele Dell'Anna
per Tuttolecce.net

Assassinio De Santis-Manta. l'omicida confessa: Sono stato io, volevo seviziarli"

Dopo alcuni giorni dal duplice omicidio di Daniele De Santis e di Eleonora Manta, rispettivamente arbitro di calcio appartenente alla sezione di Lecce, e impiegata INPS da poco più di un anno, nella notte appena trascorsa si è giunti al punto X, all'arresto del killer che ha assassinato i due giovani. E' Antonio De Marco l'assassino dei due giovani e, stando alle parole del Procuratore Leonardo Leone De Castris, aveva premeditato tutto con un piano ben definito ed organizzato per evitare telecamere e occhi indiscreti.

Coltello, guanti in plastica, collant da donna, "strigitubo" (fascette in plastica) e fogli di carta con su scritto il cronoprogramma dell'atto criminale con evidenziato i particolari del duplice omicidio. Voleva andasse diversamente per l'omicida, voleva seviziare la coppia legandola al letto e torturare con gli oggetti sopraelencati.

Una vera carneficina quella di De Marco, come dimostra una delle pagine dell'ordinanza resa pubblica da anche da Repubblica.it, che con circa 30 coltellate a testa ha colpito i loro organi vitali. Per Daniele, ceduto ad un'insufficenza cardio-respiratoria acuta dopo esser stato colpito al cuore, polmone, milza e intestino. Per Eleonora invece, stessa morte, ovvero insufficenza cardio-respiratoria acuta per coltellate al polmone sinistro, fegato, stomaco ed intestino. il tutto si è svolto all'interno dell'abitazione De Santis-Manta, fra cucina e soggiorno. 

Antonio De Marco 21enne di Casarano (LE), stando alle ricostruzioni in toto, ha preso in affitto negli scorsi mesi una stanza della casa di Daniele De Santis per viverci poichè viveva fra studio e tirocinio, studente di scienze infermieristiche presso la facoltà di Lecce e tirocinio presso l'ospedale Vito Fazzi del capoluogo salentino.

"La condotta criminosa, estrinsecatasi nell'inflizione di un notevole numero di colpi inferti anche in parti non vitali (il volto di De Santis) e quindi non necessari per la consumazione del reato, appare sintomatico di un'indole particolarmente violenta, insensibile ad ogni richiamo umanitario". Queste le parole del Procuratore L. Leone De Castris, parole che fanno ancor più male, evidenziando ancor di più quanto sia stato crudele il delitto del De Marco.