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Ibra tra effetto e ironia. Pioli: il modulo e la fame. L’ epurazione di gennaio. Piatek e Suso, due risorse. Nessuna telenovela Elliott-ArnaultTUTTO mercato WEB
venerdì 17 gennaio 2020, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Ibra tra effetto e ironia. Pioli: il modulo e la fame. L’ epurazione di gennaio. Piatek e Suso, due risorse. Nessuna telenovela Elliott-Arnault

Pacchi, montagne di ironia. Eppure ne avevamo visti di fuoriclasse arrivare a 40 anni, seppure non freschissimi: Inzaghi, Maldini, Costacurta, un certo Totti... Professionisti seri, impeccabili. Campioni rimasti lavoratori del pallone sino all’ultimo giorno della loro carriera. Nel frattempo in questi anni, preparazione atletica, metodi, sistemi, alimentazione hanno fatto ulteriori progressi, quindi - per esempio - un certo CR7 di anni ne ha “soltanto” 35 a febbraio, eppure sembra un ragazzino. Chi sa, sa. Anche da fermo è meglio di mille altri ventenni. Per di più, poco e intelligentemente corre pure. Come Zlatan. Quindi, quale sorpresa per Ibrahimović? Quale stupore per il fatto che - oltre a saper giocare e segnare ancora - sia anche un totem di personalità e carisma per una squadra rivitalizzata dalla sua sola presenza?

Il suo arrivo e la crisi nera di Suso hanno anche indotto Pioli a un cambio di modulo che stava diventando una specie di ossessione. In questo scenario, i rossoneri tra Cagliari e Spal sembrano abbiano riscoperto la caparbietà, l’intensità, l’attenzione. Sembra tornata la fame. Poco, per carità, troppo poco per capire se il salto in alto sia avvenuto, ma insomma 2 vittorie di fila con un parziale di 5-0 non ce lo ricordavamo da tanto. Corroborate per di più da un clima diverso, perché si respira un clima diverso. Aspettiamo riprove. 

Piatek non si senta sminuito dal feeling tra Ibra e Leao: se è intelligente e umile, coglierà questa come una grande opportunità di crescita e maturazione. Altrimenti si farà prendere dall’insofferenza e sarà deleteria per lui e per il suo futuro. Suso capisca che i suoi limiti di posizione e continuità sono troppi non tanto e non solo per il Milan, ma per qualsiasi squadra dovesse accoglierlo in futuro. Lavori su questi aspetti che sono i suoi grandi limiti. 

Questa rivoluzione ibraniana (e forse anche il 5-0 di Bergamo e i risultati degli ultimi tempi...) hanno indotto la dirigenza a un mercato che somiglia a un’epurazione. Momento singolare, il mese di gennaio, per i repulisti. Eppure ci stanno dando dentro con il macete. Caldara? Ben tornato a casa tua, arrivederci e stacci bene. Rodriguez? Troppo diverso il rendimento tra Bundes, Nazionale e Milan, quelli come me han finito senza capirci più nulla. A Borini e Reina grazie di cuore. Ora non so cosa accadrà, l’essenziale è che ci siano idee chiare e su questo tema sapete bene come io sia molto di parte: mi fido ciecamente di Maldini e Boban, del loro intuito e della loro trasparenza nel trattare con società, giocatori e procuratori. Spero abbiano buona sorte nelle scelte. 

Ho twittato domenica sera di un’intesa tra Elliott e LVMH per il passaggio di consegne, quando l’asset stadio fosse certo. Dopo essere stato contattato tempestivamente, ho riferito ai responsabili della comunicazione dei due gruppi, nonché quelli del Milan e MilanTv partendo dal responsabile Fabio Guadagnini, la solidità delle mie fonti. Sono stato trattato da loro con grande rispetto e professionalità, non posso mancare di sottolinearlo e ringraziarli per questo. Non faccio equazioni, non costruisco teoremi né sulle smentite né sui dettagli, perché non ne ho di

ulteriori. Ho seguito la mia vocazione e l’istinto di giornalista, mettendo in discussione anche e soprattutto la mia credibilità, riferendo qualcosa intercettata da interlocutori molto più che qualificati. 

Mi fermo qui: non amo le telenovele e non le alimento, specie sulla pelle del

Milan e della sua proprietà. Adoro invece romanzi e serie ispirate a storie vere.