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tmw / milan / Editoriale
Il vero mercato sono i rinnoviTUTTO mercato WEB
sabato 31 ottobre 2020, 00:00Editoriale
di Mauro Suma
per Milannews.it

Il vero mercato sono i rinnovi

Sentito Gazidis? Vogliamo tornare in vetta con giocatori che siano orgogliosi di indossare la nostra maglia. Frase importante, impegnativa, che sposta l'asse dal piano economico a quello morale. Del resto se i giocatori in generale e quelli del Milan in particolare sentono che i giocatori del Barcellona (Il Barcellona!) devono tagliarsi lo stipendio del 30 per cento, non stanno a "pettinare le bambole". Ma parlano, chiamano, si informano e sanno perfettamente quali sono, oggi, le, poche, proprietà in grado di reggere alle devastanti oscillazioni del Covid e capaci di scrivere non solo dei numeri su un contratto, ma anche di pagarli, di sostanziarli con un progetto, di renderli moneta sonante. Che fra queste ci sia Elliott mi sembra offensivo doverlo sottolineare, dopo tante dimostrazioni. E allora se le nostre trattative fondamentali, vedi Donnarumma e vedi Calhanoglu, si stanno protraendo per un po' di tempo, e perchè anche la proprietà rossonera sa di avere punti a favore e non solo una pistola mediatica puntata alla tempia. Nonostante la tempesta Covid, l'AC Milan di Milano sta annunciando sponsor, sta valorizzando giocatori, sta tornando a far parlare di sè in maniera credibile. E non solo per il tabellino dell'ultima partita. Ma per tutto. Ed è proprio questo il punto. La trattativa per il rinnovo dei nostri giocatori fondamentali non può essere totalmente sperequata, con il Milan schiavizzato dai diktat e dalle scadenze. Deve essere la trattativa fra chi vuole restare qui e fra chi è pronto a garantire il giusto valore. Su Gigio non ho dubbi, non abbandonerà la sua nave. E Gigio è nato con il mare attorno a sè, sa cosa significa. E Calha? Se fosse stato un po' appuntito come Suso e Piatek, non sarebbe già più qui. E invece è qui, perchè anche lui ci tiene e perchè c'è una società che ha capito la sua natura. Calha è il classico giocatore in cui lo sguardo e il carattere vengono prima del campo e delle qualità calcistiche. E a proposito di campo, dopo aver finalmente trovato la propria dimensione, non vorrà certo rimettere in discussione tutto per una strada sconosciuta che, per un giocatore di cachemire come lui, non potrebbe che essere piena di incognite. E a tutti questi nostri ragazzi, che stanno bene a Milanello e che stanno vedendo nascere qualcosa di importante, è giusto ricordare che l'uomo che ha riattaccato la spina del Milan, Stefano Pioli, ci ha messo dieci minuti a rinnovare. Anzi, ha annunciato e commentato il suo rinnovo ancor prima di firmare il contratto. E' così che un professionista di valore fa cose di valore. Ed è così che bisogna essere, che dobbiamo essere, tutti, in questo momento della storia del calcio e della vita del pianeta.



Quando una squadra sta bene sta bene e quando sta male sta male. Non c'entra nulla l'avversario. Quando stai male, vai sotto 1-2 col Dudelange a San Siro, quando stai bene metti lo Sparta Praga nella condizione di non essere pericoloso mai il 94 minuti filati. E, credetemi, lo Sparta Praga è molto più forte dei lussemburghesi, con tutto il rispetto. Questo perchè ho letto vari distinguo: lo Sparta era poca cosa, lo Sparta era debole. Calma, detrattori, irriducibili detrattori. E' proprio nelle partite mezze e mezze, con l'avversario gatta morta, che si vede se sei squadra o non lo sei. E vedere giocare il Milan di oggi è un piacere per il cuore e per gli occhi, sia con la Roma che con lo Sparta. Vedere questi ragazzi, pieni di futuro, che fanno un gol come il secondo con tre passaggi e 65 anni in tre fra Bennacer, Dalot e Leao, non ha prezzo. Poi sappiamo perfettamente che il Milan a Udine troverà una partita acuminata e piena di spine, con l'avversario pieno di forza fisica, guizzi e qualità. A Udine, negli ultimi 8 anni, per vincere 2 partite il Milan ha dovuto soffrire le pene dell'inferno: quasi rimontato da 3-0 a 3-2 con Mihajlovic e Balotelli nel settembre 2015 e con il gol all'ultimo minuto di recupero nel novembre 2018 con Gattuso e Romagoli. E le altre 6 partite? Perse, tutte perse, fra mille episodi negativi. Le polemiche post partita fra squadra e allenatore nell'aprile 2015, gli infortuni choc di Bonaventura e De Sciglio del 2017, il gollonzo preso da Gigio e Bonucci nel 2018, le prime crepe con Giampaolo aperte dal gol di Becao. Se c'è un campo in cui dimostrare di essere squadra è proprio quello di Udine. Dove i riposi di Theo (bisogna avere sempre più fame, caro Theo, con affetto e stima), Kessie, Calhanoglu e per metà di Ibrahimovic si riveleranno, mi auguro, sacrosanti.