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L'anticipo di Galli - Premiata ditta Allegri & Tare: il bilancio è positivoTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Filippo Galli
per Milannews.it

L'anticipo di Galli - Premiata ditta Allegri & Tare: il bilancio è positivo

Fin dal momento del loro insediamento al Milan, ho definito Igli Tare e Massimiliano Allegri “i garanti del nuovo progetto tecnico rossonero”: lo pensavo e lo penso tuttora, anche se alla chiusura del mercato estivo ho sostenuto che al Milan mancassero un attaccante da doppia cifra, un difensore centrale e un centrocampista. È stato però lo stesso Allegri a volere una rosa che definirei “quel tanto che basta”: innanzitutto perché, non disputando le coppe europee, non voleva troppi scontenti in panchina o peggio in tribuna; in secondo luogo, perché contava di pescare uno o due elementi nel vivaio, data la sua abilità di valorizzare i giovani.

Max ha così cominciato, dal primo giorno del ritiro estivo, a lavorare con i giocatori affinché diventassero (finalmente!) una squadra, con un obiettivo comune: la qualificazione in Champions League, cioè il quarto posto come traguardo minimo, indispensabile per incrementare il fatturato e limitare il player trading. Nel fare questo, Allegri ha ribadito più volte che la conditio sine qua non per raggiungerla fosse la solidità difensiva e che negli ultimi vent’anni l’unica squadra ad aver vinto il campionato senza avere la miglior difesa è stata la Juventus di Sarri: messaggio forte e chiaro, raccolto dai giocatori econcretizzato in un sistema di gioco diverso da quello inizialmente ipotizzato da tutti e forse anche da lui stesso (ricordate la prima conferenza stampa? “Si va col 4-3-3?”, aveva chiesto Franco Ordine. “Dove?” aveva risposto Max con finta ingenuità e tempi comici perfetti).

Un altro merito da ascrivere ad Allegri e al suo staff è quello di aver fissato per ciascun giocatore un obiettivo personale che non fosse in conflitto con quello della squadra. Così Bartesaghi oggi si sente a tutti gli effetti un titolare, Ricci è molto di più di un sostituto di uno dei centrocampisti titolari e Leao sembra (lo ripetiamo: finalmente) più disponibile al sacrificio e allaleadership: sono solo alcuni esempi che certificano la bontà del lavoro del tecnico. Certamente tutto è ancora in via di definizione e avremo bisogno di altre testimonianze positive dal campo per considerare gli obiettivi raggiunti, ma certo la strada è tracciata. A onor del vero ci aspettavamo da Max anche il pieno recupero di Gimenez al gol e alla piena funzionalità: tuttavia, nonostante la fiducia accordata con continuità, l’obiettivo non sembra essersi avvicinato e, anzi, a tratti sembra sempre più distante. Dove finiscono le responsabilità dell’allenatore e dove iniziano quelle del giocatore? Quesito irrisolvibile, a meno di vivere la quotidianità della squadra.

Dove siamo, quindi? Innanzitutto, si deve dare atto al tecnico di essere riuscito a ridurre al minimo gli effetti negativi degli infortuni occorsi ad alcuni dei nostri giocatori più importanti (su tuti, il capocannoniere Pulisic e l’equilibratore Rabiot) durante le chiamate delle rispettive Nazionali, soprattutto grazie alla sofferta ma meritata vittoria casalinga con la Roma, grazie a un atteggiamento che mette sempre l’attenzione su chi gioca e non su chi non gioca (non tutti gli allenatori di rango fanno lo stesso).

Attenzione: non dobbiamo farci trasportare troppo dalla narrazione per cui tutto il merito è di Allegri, perché questa rosa è sì “quel tanto che basta”, ma ha una qualità che non possiamo disconoscere ed è inferiore forse solo a Napoli e Inter, che però giocano anche in Europa. 

In conclusione, posso dire che i due garanti hanno svolto e continuano a svolgere un buon lavoro. A Max, pur con qualche riserva legata allo stile di gioco espresso, la richiesta di continuare a seminare nel solco tracciato per consolidare la solidità difensiva e poi, magari, su quella base osare un po’ di più. A Tare quella di convincere la proprietà a fare uno sforzo nella prossima sessione di mercato per aumentare le probabilità di centrare l’obiettivo dichiarato e, chissà, forse qualcosa in più.