Incazzarsi è lecito. Gennaio: il mercato serve. Lewandowski? Il punto. Nkunku, Gimenez, Morata: ad oggi, quanti soldi spesi male per la punta
Il pareggio di Parma di sabato sera ha generato un’incazzatura generale giusta, sacrosanta e che non può essere allietata con nessuna azione da pompiere. Pareggiare così, dopo esser stati in vantaggio per 0-2 e aver messo la partita sui tuoi binari è sinonimo che manca ancora qualcosa per essere una grande squadra capace di poter lottare per vincere il campionato. Questo non vuol dire che il Milan non lotterà per le posizioni di vertice, ma se contro Cremonese, Pisa e Parma porti a casa due punti, allora qualcosa non è ancora stato registrato, individualmente e collettivamente. Allegri avrà tempo e modo per poterci lavorare e, si spera, dalla prossima settimana avrà praticamente tutta la rosa a disposizione al netto di quelle che saranno le condizioni di Santiago Gimenez, sul quale va fatta una giusta analisi insieme al resto degli investimenti fatti sull’attacco da parte del Milan negli ultimi anni. L’arrabbiatura di tutto l’ambiente è lecita, anche a fronte di quelli che poi sono stati gli errori dei singoli calciatori che sul 2-2 si sono divorati delle chance che avrebbero potuto dare la vittoria e affrontare, con minori mugugni, questa sosta che porta al derby del 23 novembre.
Novembre è parente di gennaio e qui il Milan non può tirarsi indietro nell’apportare dei correttivi ad alcune situazioni estive che, ad oggi, non stanno rendendo. Perché De Winter non dà le certezze di Tomori e Athekame non è un backup di livello per Saelemaekers mentre Estupinan, rilanciato titolare contro il Parma, non può stare davanti al Bartesaghi che abbiamo visto in questo mese, anche con le sue difficoltà da apprendista stregone, ma quella palla da cui nasce il gol dell’1-2 di Bernabé l’avrebbe sparata sicuramente in faccia ad Antonello Gioia in tribuna stampa. Già, il mercato di gennaio, quello che – sempre in questo frangente – la dirigenza del Milan non vorrebbe guardare o - ce lo si auspica - finge di non voler guardare per mettere a posto ciò che manca. Sarebbe delittuoso non cercare di dare ad Allegri uno-due tasselli funzionali.
Robert Lewandowski è un pensiero al quarto piano di Casa Milan. La notizia è filtrata grazie alle indiscrezioni di Luca Di Benedetto prima e Gianluigi Longari (che sul Barcellona raramente sbaglia) poi. Quello che risulta a me è che il Milan, già da fine settembre, ha iniziato a studiare la situazione legata a Lewandowski, che ha un contratto in scadenza a giugno e con il Barcellona che ha, a suo favore, la clausola per estendere di un anno il contratto attualmente in essere in via unilaterale. A gennaio è difficilissimo che questa idea possa prendere corpo, mentre per l’estate già può essere più percorribile. Lewandowski non ha mai guardato alle sirene arabe o americane, vuole essere ancora protagonista in Europa e l’Italia, come accade ormai da almeno un lustro, potrebbe essere la casa per un altro fuoriclasse all’ultimo contratto della carriera. Certo, andrebbero ponderati ingaggio e durata contrattuale, ma non è assolutamente una fake news. Tare e Furlani sono ovviamente attenti alle evoluzioni per l’attacco, perché gennaio può riservare sempre delle sorprese e c’è chi invoca un Mauro Icardi in rottura col Galatasaray come eventuale occasione, ma lo stipendio…
Anche perché, qui va detto alla luce dei fatti, i soldi investiti su Morata, Gimenez e Nkunku non hanno fruttato a livello sportivo. Il Milan, dopo le parentesi Ibrahimovic e Giroud (campioni assoluti ma due over a livello anagrafico) è tornato alla ricerca del One Piece, ovvero del centravanti che faccia gol a grappoli. Il problema è atavico, Nkunku non sta convincendo e Gimenez avrà ancora un mesetto abbondante per cercare di invertire la rotta involutiva nella quale è cascato. Qui di sicuro, i conti non tornano.






