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Albertini: "Siamo l'Italia, non dobbiamo avere timori. Barella tra i migliori al mondo, ricorda Xavi"
"La Spagna con noi vorrà vincere con il possesso palla e l'uno contro uno. L'Italia dovrà controbattere costringendo gli avversari ad arretrare nella propria metà campo e non permettendo loro di stare sulla nostra trequarti grazie al recupero alto del pallone. Se i difensori spagnoli avranno sempre i piedi sulla linea di metà campo, per noi sarà dura". Presenta così la partita di domani, valida per la seconda giornata del Gruppo B dell'Europeo, Demetrio Albertini, ex centrocampista di Milan, Atletico Madrid, Lazio, Atalanta e Barcellona, intervistato da gazzetta.it.
Come ha visto Scamacca?
"È cresciuto grazie alla cultura del lavoro che gli ha inculcato Gasperini. Il suo talento lo conosciamo da anni e adesso ha trovato la squadra giusta per essere determinante. Mi auguro che la stessa cosa succeda anche in Nazionale".
Intanto Barella ha segnato un eurogol.
"È uno dei migliori al mondo per come interpreta le due fasi".
A quale centrocampista dei suoi tempi assomiglia?
"Oggi l’interpretazione del ruolo di centrocampista è cambiata e i centrocampisti fanno più movimento, coprono più campo, rispetto agli anni '90 e all'inizio del 2000. Può assomigliare all'Antonio Conte di inizio carriera e allo Xavi degli ultimi anni al Barcellona".
L'Italia vista all'esordio contro l'Albania le è piaciuta?
"Diciamo che mi sono piaciuti molto la reazione allo svantaggio iniziale e il primo tempo. Nella ripresa siamo andati così così".
Cosa c'è da migliorare?
"Se lasceremo alla Spagna tutti gli spazi che abbiamo lasciato all'Albania... Mi fermo qua".
Il calcio che ha mostrato durante la sua carriera da allenatore Spalletti, in questo senso, è una garanzia?
"Spalletti è un tecnico che ha riportato entusiasmo in Nazionale. In campo si vedono belle cose, ma non dobbiamo dimenticarci che le partite durano novanta minuti e non quarantacinque".
E qui torniamo all'intraprendenza che serve in certe gare.
"Dobbiamo credere nel lavoro fatto finora. Ripeto: se subiremo passivamente il loro gioco, subiremo anche gol. Gli spagnoli possono tenere il pallone più di noi, ma dobbiamo costringerli a correre all'indietro, obbligarli a stare nella loro metà campo, attaccandoli quando possiamo. Siamo l'Italia. Non dobbiamo avere timori".
Come ha visto Scamacca?
"È cresciuto grazie alla cultura del lavoro che gli ha inculcato Gasperini. Il suo talento lo conosciamo da anni e adesso ha trovato la squadra giusta per essere determinante. Mi auguro che la stessa cosa succeda anche in Nazionale".
Intanto Barella ha segnato un eurogol.
"È uno dei migliori al mondo per come interpreta le due fasi".
A quale centrocampista dei suoi tempi assomiglia?
"Oggi l’interpretazione del ruolo di centrocampista è cambiata e i centrocampisti fanno più movimento, coprono più campo, rispetto agli anni '90 e all'inizio del 2000. Può assomigliare all'Antonio Conte di inizio carriera e allo Xavi degli ultimi anni al Barcellona".
L'Italia vista all'esordio contro l'Albania le è piaciuta?
"Diciamo che mi sono piaciuti molto la reazione allo svantaggio iniziale e il primo tempo. Nella ripresa siamo andati così così".
Cosa c'è da migliorare?
"Se lasceremo alla Spagna tutti gli spazi che abbiamo lasciato all'Albania... Mi fermo qua".
Il calcio che ha mostrato durante la sua carriera da allenatore Spalletti, in questo senso, è una garanzia?
"Spalletti è un tecnico che ha riportato entusiasmo in Nazionale. In campo si vedono belle cose, ma non dobbiamo dimenticarci che le partite durano novanta minuti e non quarantacinque".
E qui torniamo all'intraprendenza che serve in certe gare.
"Dobbiamo credere nel lavoro fatto finora. Ripeto: se subiremo passivamente il loro gioco, subiremo anche gol. Gli spagnoli possono tenere il pallone più di noi, ma dobbiamo costringerli a correre all'indietro, obbligarli a stare nella loro metà campo, attaccandoli quando possiamo. Siamo l'Italia. Non dobbiamo avere timori".
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