
Abbiati: "Milan favorito in finale di Coppa Italia. Leao può dare qualcosa in più""
Intervistato da SportWeek, Christian Abbiati ha parlato del Milan dei suoi tempi e quelli di adesso: "Questione solo di giocatori? Credo di sì, ma non conosco il Milan attuale, quindi non posso giudicare. Però conosco il Milan di allora: una famiglia, a partire dal presidente Berlusconi, passando per Galliani e Braida, fino a noi giocatori. Che passavamo tanto tempo assieme, formando un gruppo di uomini e grandi campioni. Eravamo davvero un pezzo unico che andava dritto per la sua strada. Avevamo la cosiddetta mentalità vincente: entravamo in campo sicuri di portare a casa il risultato. Poi capitava che non ci si riuscisse, ma in partenza la convinzione era quella.
Come finirà mercoledì? Il Milan può essere considerato favorito per tradizione, cifra tecnica e così via. Ma il Bologna è pericoloso, per gioco e risultati sta confermando l’ottimo rendimento di un anno fa e questo va a merito di Italiano che in panchina ha sostituito Motta. Poi è una partita secca, può succedere di tutto. Il nuovo 3-4-3 di Conceiçao? Mi convince o no, poco importa. Sta portando risultati, quindi ben venga.
Leao è croce o delizia? Con le qualità che ha, può dare qualcosa di più, però io sono per delizia, non per gettargli addosso la croce. Gli va trovata secondo me, una collocazione in campo diversa, una dimensione più 'giusta'. Dovrebbe giocare un po’ più vicino alla porta. Ma i suoi allenatori non la vedono in questo modo e, visto che io allenatore non sono, avranno ragione loro…".
Come finirà mercoledì? Il Milan può essere considerato favorito per tradizione, cifra tecnica e così via. Ma il Bologna è pericoloso, per gioco e risultati sta confermando l’ottimo rendimento di un anno fa e questo va a merito di Italiano che in panchina ha sostituito Motta. Poi è una partita secca, può succedere di tutto. Il nuovo 3-4-3 di Conceiçao? Mi convince o no, poco importa. Sta portando risultati, quindi ben venga.
Leao è croce o delizia? Con le qualità che ha, può dare qualcosa di più, però io sono per delizia, non per gettargli addosso la croce. Gli va trovata secondo me, una collocazione in campo diversa, una dimensione più 'giusta'. Dovrebbe giocare un po’ più vicino alla porta. Ma i suoi allenatori non la vedono in questo modo e, visto che io allenatore non sono, avranno ragione loro…".
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