
Lunedì parte ufficialmente l'Allegri-bis al Milan. Ordine: "È animato da una grande motivazione"
Lunedì prossimo ci sarà la presentazione ufficiale di Allegri, tornato al Milan dopo la prima esperienza culminata nel 2014. E questa mattina sul Corriere dello Sport-Stadio è possibile leggere un editoriale di Franco Ordine che, a proposito del tecnico livornese, scrive: "La storia del primo Allegri milanista è clamorosamente diversa dalla cronaca del secondo Allegri rossonero che si appresta a tagliare il nastro del campionato di serie A con la presentazione alla stampa di lunedì 7 luglio. Durante l’estate 2010 Allegri proveniva dall’esperienza di Cagliari... A sceglierlo fu Adriano Galliani che lo presentò ad Arcore così: «Ha il fisico del ruolo». Il primo giorno in rossonero, seduto al fianco di Silvio Berlusconi, Allegri non disse nemmeno una parola lasciando che i riflettori rimanessero puntati sulle dichiarazioni del presidente. Prim’ancora di cominciare aveva già capito tutto.
[...] L’Allegri II° ha maturato altre esperienze, alcune molto felici (scudetti di fila con la Juve più due finali di Champions League perse ma se vale per Simone Inzaghi come sinonimo di eccellente lavoro, deve valere anche per lui), altre meno, sempre a Torino, chiamato a gestire il dopo CR7 e il terremoto delle plusvalenze. Ha chiuso con la coppa Italia vinta contro l’Atalanta e la sceneggiata contro Giuntoli. È animato per questo motivo da una grande motivazione e aiutato nell’occasione da una conoscenza approfondita del Milan della passata stagione. Quando cominciò a circolare la sua candidatura per sostituire Fonseca, non ha perso una partita di quel Milan appuntando pregi e difetti che gli serviranno per correggere il suo prossimo Milan.
Ha potenziato lo staff storico (Magnanelli e Corradi i nuovi componenti), è partito per primo nel calendario dei raduni (il Napoli si ritrova il 16 luglio, l’Inter il 23), ha convinto Maignan a restare e progettato un team da assemblare con le sue idee ben scolpite. Di sicuro non insegue uno stile di gioco che “piace alla gente che piace” ma un traguardo ancora più decisivo: fare di questo nuovo gruppo una squadra riportando alla luce i valori della tradizione milanista nei comportamenti dentro e fuori dal campo. Ci riuscirà? Lo vedremo".
[...] L’Allegri II° ha maturato altre esperienze, alcune molto felici (scudetti di fila con la Juve più due finali di Champions League perse ma se vale per Simone Inzaghi come sinonimo di eccellente lavoro, deve valere anche per lui), altre meno, sempre a Torino, chiamato a gestire il dopo CR7 e il terremoto delle plusvalenze. Ha chiuso con la coppa Italia vinta contro l’Atalanta e la sceneggiata contro Giuntoli. È animato per questo motivo da una grande motivazione e aiutato nell’occasione da una conoscenza approfondita del Milan della passata stagione. Quando cominciò a circolare la sua candidatura per sostituire Fonseca, non ha perso una partita di quel Milan appuntando pregi e difetti che gli serviranno per correggere il suo prossimo Milan.
Ha potenziato lo staff storico (Magnanelli e Corradi i nuovi componenti), è partito per primo nel calendario dei raduni (il Napoli si ritrova il 16 luglio, l’Inter il 23), ha convinto Maignan a restare e progettato un team da assemblare con le sue idee ben scolpite. Di sicuro non insegue uno stile di gioco che “piace alla gente che piace” ma un traguardo ancora più decisivo: fare di questo nuovo gruppo una squadra riportando alla luce i valori della tradizione milanista nei comportamenti dentro e fuori dal campo. Ci riuscirà? Lo vedremo".
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