
San Siro verso la cessione a Inter e Milan, i club dovranno tenerlo per 15 anni: tutte le clausole
Lo stadio Meazza è un po’ più vicino a diventare di proprietà di Inter e Milan. Oggi pomeriggio la Giunta del Comune di Milano ha approvato la delibera, 159 pagine che saranno al vaglio delle commissioni competenti nei prossimi giorni, per la cessione dell’impianto e delle aree limitrofe ai due club. Un’operazione da 197 milioni di euro, sulla quale l’ultima parola spetterà al consiglio comunale (25 o 29 settembre), ma comunque regolata da clausole stringenti, tempi precisi e garanzie per la città.
Come ricorda Calcio e Finanza, l’offerta congiunta di Milan e Inter, prorogata fino al 30 settembre 2025, prevede il pagamento di 197 milioni di euro più Iva, con possibili sconti fino a 22 milioni per bonifiche e demolizione del tunnel Patroclo. Ma il Comune ha inserito vincoli pesanti: se non si avverasse la condizione sospensiva - l'abbattimento dello stadio con costruzione di nuovo impianto -, l’intero compendio tornerebbe alla piena proprietà pubblica senza alcun onere.
Per quindici anni le società dovranno inoltre mantenere il controllo effettivo dello stadio, è vietata ogni alienazione prima dell’esito della condizione, e sono previsti meccanismi anti-speculazione, con integrazione del prezzo in caso di rivendita a terzi entro cinque anni e prelazione comunale se il valore scendesse sotto soglia. Sul fronte ambientale, l’accordo stabilisce un tetto di 15 milioni per compensare le emissioni di CO2, vincolando gli interventi al territorio di Milano. Inoltre, Milan e Inter dovranno cedere gratuitamente al Comune 80.000 metri quadrati di verde (50.000 di verde profondo), garantendone la manutenzione per trent’anni.
Il cronoprogramma dell’offerta definisce le tappe: progetto di fattibilità nel 2026, tra il 2027 e il 2030 la costruzione del nuovo stadio e del tunnel Patroclo, dal 2031 la demolizione parziale del Meazza e dal 2032 al 2035 il completamento del comparto plurifunzionale.
La delibera poggia su basi tecniche già acquisite: via libera della Conferenza di servizi, assenza di proposte alternative all’avviso pubblico dell’aprile 2025, relazioni di Università Bocconi e Politecnico, oltre a pareri legali depositati a metà settembre. Tutto in linea con il Piano di governo del territorio e con il Piano delle alienazioni, che definiscono il nuovo impianto “servizio privato di interesse pubblico e strategico per l’area San Siro”.
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