
Un nuovo protagonista nello spogliatoio di Torino. Ma stavolta al Milan è cambiato tutto
Di cosa sia successo nello spogliatoio del Milan al termine della sfida contro la Juventus, pareggiata 0-0 a causa del rigore sbagliato da Pulisic e dei due errori sottoporta di Rafael Leao, si è detto e scritto molto, ma l'ultima puntata è appena arrivata. Già, perché c'è un personaggio in più che si aggiunge - in positivo - alla scena: Zlatan Ibrahimovic.
Le parole di Ibrahimovic
Lo svedese ha raccontato quanto segue a La Gazzetta dello Sport: "C'è un allenatore, se posso aiutare senza disturbare lo faccio. Ma non vai sopra l'allenatore, lo metti solo in difficoltà. Io posso essere più amico di lui dei giocatori, poi sono sempre Ibra con l'esperienza di Ibra. A Torino ero nello spogliatoio ed erano tutti arrabbiati, pure Allegri, perché si poteva vincere. E anche Leao. Ricordiamoci che durante la preparazione era il migliore, poi è stato fuori un mese e deve tornare in forma. Chiaro che ci aspettiamo la magia, perché Leao è magia! Parleremo sempre di lui, perché è uno dei giocatori più forti del mondo. L'ho visto ragazzino, ora ha due figli: è un percorso. Io sono diventato maturo a 28 anni. E comunque quando abbiamo vinto lo scudetto posso dire che lo ha vinto da solo...".
Il ruolo
L'anno scorso, dopo le tante disfatte della stagione, era sempre Ibra a parlare nello spogliatoio e non il Fonseca o il Conceicao di turno, segno che lo svedese, 'solo' un consulente della proprietà, fosse superiore allo status dei due tecnici. Quest'anno, però, le cose sono cambiate. Ibra c'è, fa quello che gli piace fare e fa quello che deve fare, ma in spogliatoio ci pensa Max Allegri. Come è giusto che sia.
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