Ibrahimovic cerca di riabilitare Leao. Con ds e allenatore può lavorare con più calma

“Quando abbiamo vinto lo Scudetto posso dire che lo ha vinto da solo”. Zlatan Ibrahimovic, nella sua lunga intervista a Gazzetta, ha cambiato le carte in tavola. Più posato, più pacato. E probabilmente più politico, dopo avere cercato di avere tutto il potere per sé (prima dell’affaire Paratici) sa di dovere fare un passo indietro. Magari per tornare alla carica con più forza, ma questo è un altro discorso. “Chiaro che ci aspettiamo la magia, perché Leao è magia. Chiaro che parleremo sempre di lui, perché è uno dei giocatori più forti al mondo”.
Ed è un modo per caricare un Rafa Leao che, in questi mesi, non sta facendo bene. Vero è che ha avuto noie muscolari più o meno lunghe che lo hanno tolto dal momento migliore di forma. Poi Allegri ha trovato una quadratura del cerchio, seppur con un centravanti che non segna. Ma Leao è un asset e va tutelato, anche solo per pensare di cederlo fra un anno, quando mancheranno due stagioni alla scadenza: stipendio abbordabile per una big, non c'è l'idea di fare come con Maignan.
Dunque Ibrahimovic cerca di riprendere Leao per i capelli, come farebbe un grande dirigente. Poi, certo, la grandezza di Ibra è anche insita nei suoi momenti da spaccone che, però, sembrano più orientati alla squadra. Forse perché le caselle, fra un allenatore scafato come Allegri e un direttore sportivo esperto come Tare, sono andate al posto giusto.
