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La Curva del Como: "Il match a Perth fotografia di un sistema marcio. Non è il nostro calcio"TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 14:37Serie A
di Alessio Del Lungo

La Curva del Como: "Il match a Perth fotografia di un sistema marcio. Non è il nostro calcio"

La curva del Como si è schierata apertamente contro la disputa della partita tra i lariani e il Milan a Perth, in Australia, il prossimo 20 febbraio. Con un comunicato lunghissimo sul proprio profilo Instagram, i sostenitori del club degli Hartono si sono fatti sentire. Di seguito la nota integrale: "La UEFA ha dato l'ok: Milan-Como a Perth, in Australia. Ecco l'ennesima dimostrazione che questo calcio non ha più nulla di popolare. Non conta più la gente, non contano più i tifosi, non conta più la passione. Conta solo il denaro. Una partita che dovrebbe appartenere a chi vive le gradinate, a chi macina chilometri, a chi si sacrifica ogni domenica viene strappata via e trasformata in uno show dall'altra parte del mondo. Per chi? Per sponsor, tv, interessi economici. Non certo per i tifosi. Questo non e calcio. È business. È spettacolo confezionato per chi guarda da uno schermo, lontano anni luce da quello che succede sugli spalti. Il calcio vero e nelle curve, nelle piazze, nelle città, non nei palazzoni della UEFA. In Italia, il calcio e legato al territorio in modo viscerale. Siamo un Paese campanilistico per natura, dove ogni città, ogni provincia, ogni quartiere difende con orgoglio la propria identità. Milan-Como è la sfida tra due realtà lombarde, due storie che si incrociano tra lago e metropoli. Che senso ha giocarla a 14.000 km di distanza? Milan-Como a Perth è la fotografia di un sistema marcio: partite vendute come pacchetti turistici, identità e storia calpestate in nome del profitto. Il calcio che conoscevamo, quello che era di tutti, non esiste più. NOI LO DICIAMO CHIARO: QUESTO NON CI APPARTIENE. QUESTO NON È IL NOSTRO CALCIO. Finché ci saranno curve che resistono, finché ci sarà qualcuno a gridare che il pallone appartiene al popolo e non ai mercanti, allora non avranno vinto del tutto. Ma non prendiamoci in giro: ogni volta che accettiamo in silenzio, loro fanno un passo avanti. Il calcio e nato popolare, e popolare deve restare. Tutto il resto e solo business mascherato da passione. Abbiamo letto in silenzio, con rispetto, le parole della società. Davanti a certi messaggi però, questo silenzio non può continuare. Adesso parliamo noi! Carissimo Presidente e Società, ora conosciamo la vostra posizione riguardo alla partita Milan-Como che si giocherà a Perth. Parole eleganti, grandi discorsi sul 'bene comune', sulla 'crescita' e sul 'sacrificio necessario'. Bene, allora parliamone. Prima di tutto, grazie. Grazie per l'ambizione, per il lavoro che state facendo per dare visibilità al Como, per la voglia di far crescere il nome della nostra città. Siamo i primi a essere orgogliosi quando la nostra maglia arriva lontano. Ma c'è un piccolo dettaglio che pare vi sia sfuggito: il Como senza la sua gente non è il Como. Parlate di sacrificio come se fosse un concetto astratto, una parola da mettere in un comunicato. Per noi, invece, il sacrificio è vita quotidiana. È chi lavora tutta la settimana e la domenica si fa centinaia di chilometri per esserci. È chi si paga tutto di tasca propria, senza chiedere niente a nessuno. È chi c'era in Serie D, nei campi che nemmeno il navigatore trovava, e ci sarà sempre, ovunque giochi questa maglia. Allora no, non venite a spiegarci cosa vuol dire 'sacrificio per il bene comune'. Perché il bene del Como lo teniamo in piedi noi, ogni volta che entriamo in curva, che alziamo una sciarpa, che cantiamo anche quando perdiamo. E non ci sembra molto rispettoso sentirci dire che dovremmo 'sacrificarci ancora' per una partita a 14.000 chilometri da casa. Forse qualcuno si è dimenticato che il calcio nasce dalla gente, non dalle strategie di marketing. Che senza tifosi, senza passione vera, non c'è crescita, non c'è futuro, non c'è nemmeno una "lega" da salvare. La nostra fede non viaggia in business class. Resta qui, sugli spalti, tra la pioggia e il freddo, tra cori e bandiere. Resta a Como, dove batte davvero il cuore di questa squadra. Con rispetto, ma con fermezza, lo diciamo chiaro: non accettiamo lezioni di sacrificio da chi non ha mai vissuto il nostro. Dimostrate un po' di orgoglio, rispetto e dignità, non accettate questo 'invito'. Una passione non può essere comprata, non ha prezzo vedere la tua curva cantare e spingere la squadra verso la vittoria. Esortiamo chiunque a non essere complici di questa pagliacciata. Non siate dei burattini".