30 dicembre 1986, Ihor Belanov è Pallone d'Oro (a sorpresa). Ora combattente in Ucraina
Il 30 dicembre del 1986 è tempo di Pallone d'Oro per France Football. Perché viene assegnato uno dei trofei più discussi di sempre, che finisce nelle mani del sovietico Ihor Belanov. Autore di grandi prestazioni nell'anno, prima con la vittoria della Coppa delle Coppe da parte della Dinamo Kiev del leggendario Lobanovskyi, poi con la tripletta al Belgio ai Mondiali del 1986 - poi vinti dall'Argentina - che comunque non permise all'URSS di passare il turno degli ottavi di finale, poiché sconfitta per 4-3 nonostante le presenze di Dasaev, Alejnikov e Zavarov, questi ultimi poi protagonisti con la Juventus qualche tempo dopo.
Invece Belanov non arriverà mai in Italia, nonostante la sfiorò. Perché il presidente del Genoa, Aldo Spinelli, vuole portarlo in Italia prima parcheggiandolo a Bergamo. Dunque Previtali e Bortolotti cercano di arrivare al suo cartellino, situazione non proprio semplicissima dovuta all'esistenza del Muro di Berlino che, di fatto, divide in due l'Europa.
La burocrazia russa, di fatto, gli toglie la possibilità di giocare in Italia. L'Atalanta ripiegherà su Evair - un discreto acquisto - ma il Pallone d'Oro ucraino rimarrà in patria fino al 1989, quando giocherà per Borussia Moenchengladbach e Eintracht Branuschweig in Germania. Rimane uno dei premi più controversi da parte della rivista transalpina. Recentemente è tornato agli onori delle cronache per la scelta di combattere contro la Russia, nella guerra in Ucraina.
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