
Duttilità, dinamismo e numeri da campione: l'Atletico con De Paul ha fatto bingo
Centosettantasette partite, 33 gol e altrettanti assist. Cinque stagioni in bianconero da assoluto protagonista e trascinatore, una crescita esponenziale che lo ha portato a riprendersi quell'aura di "prodigio" che gli era stata assegnata quando Rodrigo de Paul faceva sognare i tifosi del Racing. L'impatto con il calcio europeo, però, non è stato dei migliori: il centrocampista ha fatto fatica ad imporsi e dopo un anno e mezzo è tornato "a casa" per cercare di ritrovarsi. Il Valencia, dopo la fine del prestito, lo ha praticamente svenduto all'Udinese per circa tre milioni di euro; l'ennesimo grande colpo della società friulana, che dopo cinque anni ha rivenduto il suo gioiello a peso d'oro, per 35 milioni.
La svolta con Nicola - De Paul a Udine fa di tutto. Comincia come esterno offensivo/seconda punta con prestazione altalenanti, poi arriva la svolta: all'inizio del 2019, con Davide Nicola in panchina, il classe 1994 viene schierato a centrocampo, da mezzala nel 3-5-2. Non è la prima volta (il primo ad avere l'idea fu Iachini), ma è sicuramente la svolta nella carriera del ragazzo di Sarandì, che da quel momento inizia la scalata anche nella Nazionale argentina, dove è diventato un vero e proprio punto di riferimento e raccordo fondamentale tra la mediana e l'attacco, in supporto al fenomeno Messi. Anche grazie a lui l'Albiceleste ha conquistato la Copa America lo scorso 10 luglio, su di lui punta il connazionale Simeone per rendere l'Atletico sempre più competitivo e restare ai vertici del calcio spagnolo e continentale. Un acquisto importante, un giocatore nel pieno della sua maturità calcistica che avrebbe fatto sicuramente comodo a molti club di Serie A. Il nostro campionato perde un grande interprete, che ora vuole conquistare anche LaLiga, seppur con qualche anno di ritardo.
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