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TMW RADIO - Spaziante (C&F): "Sistema non funziona. Vedo un Campionato dell'Unione Europea”
Piazza Affari con Cristiano Cesarini -
Ospite: Matteo Spaziante
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Nella serata di “Piazza Affari”, su TMW Radio, è intervenuto Matteo Spaziante, author su “Calcio e Finanza”.
Alternative alla SuperLega. ECA-UEFA assieme sulla ripartizione dei diritti tv; dall’altro lato c’è De Laurentiis che propone una competizione diversa…
“Il presupposto è il seguente: tutti dicono che l’attuale sistema non funziona, a partire dall’UEFA stessa. Dal 2024 avremo una nuova Champions; la FIFA sta creando un nuovo Mondiale allargato. La necessità riformatrice è riconosciuta da tutte le leghe, compresa la ricchissima Premier League. Tutti erano d’accordo nell’affermare la contrarietà alla SuperLega per le modalità, denotando comunque che il messaggio lanciato in quell’ambito non andrà sottovalutato”.
In che direzione stiamo andando?
“La direzione che si sta prendendo è quella di andare verso un campionato europeo, inteso come “Campionato dell’Unione Europea”, capace di contrastare lo strapotere della Premier League. Oggettivamente, al netto dei risultati sportivi, sotto il profilo economico c’è uno strapotere evidentissimo. I giocatori chiedono sempre di più di andare a giocare lì, almeno sentendo le parole di Rafaela Pimenta”.
Un campionato dell’Unione Europea è anche una reazione per allontanare le proprietà straniere e non statunitensi?
“Credo che si stia vertendo verso la possibilità di far sì che le squadre più importanti si poggino sulle proprietà più ricche. Non si tratterà, come nel caso degli sceicchi, di ricchi che vogliono aumentare la propria immagine comperando club importanti, bensì di acquistare asset importanti per poterci fare affari”.
Come valuta l’idea di De Siervo di allargare la “road” per i diritti televisivi anche fuori dai confini nazionali?
“È una tendenza che stanno guardando un po’ tutti. È difficile che le leghe incassino di più rispetto ad ora. Sostanzialmente nei singoli Paesi le quote ricavi saranno stabili. Le leghe per questo stanno guardando a livello internazionale, imitando anche in questo caso la Premier League, che guadagna molto più fuori dalla Gran Bretagna rispetto che entro i suoi confini”.
Alternative alla SuperLega. ECA-UEFA assieme sulla ripartizione dei diritti tv; dall’altro lato c’è De Laurentiis che propone una competizione diversa…
“Il presupposto è il seguente: tutti dicono che l’attuale sistema non funziona, a partire dall’UEFA stessa. Dal 2024 avremo una nuova Champions; la FIFA sta creando un nuovo Mondiale allargato. La necessità riformatrice è riconosciuta da tutte le leghe, compresa la ricchissima Premier League. Tutti erano d’accordo nell’affermare la contrarietà alla SuperLega per le modalità, denotando comunque che il messaggio lanciato in quell’ambito non andrà sottovalutato”.
In che direzione stiamo andando?
“La direzione che si sta prendendo è quella di andare verso un campionato europeo, inteso come “Campionato dell’Unione Europea”, capace di contrastare lo strapotere della Premier League. Oggettivamente, al netto dei risultati sportivi, sotto il profilo economico c’è uno strapotere evidentissimo. I giocatori chiedono sempre di più di andare a giocare lì, almeno sentendo le parole di Rafaela Pimenta”.
Un campionato dell’Unione Europea è anche una reazione per allontanare le proprietà straniere e non statunitensi?
“Credo che si stia vertendo verso la possibilità di far sì che le squadre più importanti si poggino sulle proprietà più ricche. Non si tratterà, come nel caso degli sceicchi, di ricchi che vogliono aumentare la propria immagine comperando club importanti, bensì di acquistare asset importanti per poterci fare affari”.
Come valuta l’idea di De Siervo di allargare la “road” per i diritti televisivi anche fuori dai confini nazionali?
“È una tendenza che stanno guardando un po’ tutti. È difficile che le leghe incassino di più rispetto ad ora. Sostanzialmente nei singoli Paesi le quote ricavi saranno stabili. Le leghe per questo stanno guardando a livello internazionale, imitando anche in questo caso la Premier League, che guadagna molto più fuori dalla Gran Bretagna rispetto che entro i suoi confini”.
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