Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / napoli / Serie A
Napoli, a Bologna lo sfogo più duro dell'era-Conte: primo confronto immediato con la squadraTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 08:45Serie A
di Pierpaolo Matrone

Napoli, a Bologna lo sfogo più duro dell'era-Conte: primo confronto immediato con la squadra

Il 2-0 rimediato dal Napoli al Dall’Ara contro il Bologna non è solo una sconfitta pesante sul campo: è il detonatore dello sfogo più duro, sincero e crudo dell’era Conte. Il tecnico del Napoli, visibilmente scosso, ha messo la squadra e il club davanti alle proprie responsabilità, aprendo una crepa che rischia di pesare moltissimo nella stagione azzurra. Il primo confronto serrato è avvenuto nello spogliatoio, subito dopo il triplice fischio. Tono alto, verità dette senza filtri, e un gruppo chiamato a guardarsi allo specchio proprio alla vigilia della sosta. Poi, davanti ai microfoni, Conte non ha abbassato la temperatura, anzi. “Sono preoccupato. Cinque sconfitte in tre mesi sono troppe, non è un caso. Questo non è abbastanza per una squadra che avrebbe dovuto ammazzare il campionato”, ha dichiarato. Il tecnico ha parlato di entusiasmo, ardore, cuore: tutto ciò che al momento manca. “Io non sto facendo un buon lavoro, non sono entrato nei cuori e nelle teste dei giocatori. È giusto che il club lo sappia. E già lo sa”. Frecciatina chiara, che annuncia un confronto serrato con De Laurentiis nelle prossime ore. Conte ha poi toccato un nervo scoperto, tornando sul decimo posto post-scudetto: “Non c’è quell’alchimia. Siamo al compitino. E io morti non ne voglio accompagnare”. Energia positiva assente, senso di squadra evaporato, responsabilità da condividere ma anche da assumersi: “La colpa è mia, ma nel calcio non puoi fare trapianti di cuore”. Ora la sosta: tempo per riflettere, parlare e provare a ricostruire. Ma il messaggio è chiaro. O si cambia subito, o il naufragio non sarà più un rischio, ma una realtà.