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Antonio Conte non vuole che i dirigenti parlino troppo. All'Inter lo ricordano diversoTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 17:15Serie A
di Ivan Cardia

Antonio Conte non vuole che i dirigenti parlino troppo. All'Inter lo ricordano diverso

“La differenza fra Napoli e Inter è che loro mandano Marotta o gli altri dirigenti mentre da noi vengo io”. Sembrava una critica, ma forse era solo un pizzico di invidia, o magari di nostalgia. Dopo la vittoria sull’Inter, e le polemiche del presidente nerazzurro in relazione a un arbitraggio poi ampiamente bocciato anche da Rocchi, Antonio Conte ha commentato così la discesa in campo di Beppe Marotta: “Io non lo avrei permesso ai miei dirigenti di intervenire, così si sminuisce l’allenatore”. Parole che, un po’ curiosamente, hanno trovato una lettura abbastanza simile nelle dichiarazioni del suo avversario Cristian Chivu. Ma che non sembrano arrivare dallo stesso allenatore conosciuto in passato, almeno a Milano. Riavvolgere il nastro è operazione semplice, basta tornare al 2019. L’Inter si vedeva rimontata dal Borussia Dortmund in Champions League e Conte - sempre lui - chiamava in causa proprio Marotta, all’epoca “solo” amministratore delegato: “Non voglio alibi, ma non mi piace che ogni volta debba venire io a metterci la faccia. Qualcuno della società dovrebbe venire qui a parlare ogni tanto”. Insomma, a Conte del passato faceva piacere che i suoi dirigenti parlassero. In quel caso, per dovere di cronaca, non c’era una polemica arbitrale da fare: i temi erano il mercato e la comunicazione, anche interna. Resta la grande differenza tra cosa piaceva a Conte e cosa gli piace oggi. Sarà per questo che, in casa Inter, sono rimasti un po’ sorpresi e - pare - anche infastiditi dalle dichiarazioni del tecnico campione d’Italia. La cui uscita, seppur a caldo, resta una discreta invasione di campo: non ha contestato le parole di Marotta, ha fatto riferimento a ruoli e gerarchie interne di una squadra avversaria. Che pure conosce benissimo, e infatti non è sfuggito a chi ascoltava quel riferimento al presidente nerazzurro come al “direttore”. Termine che affiora nella storia comune dei due, fatta più di alti che di bassi nonostante le ben due fughe di Conte, in un rapporto che ha fatto le reciproche fortune della coppia oggi divisa: alla Juventus, certo, ma anche all’Inter. Conte è stato il primo allenatore scelto da Marotta dopo il suo approdo in nerazzurro. E chissà cosa sarebbe successo se, nei momenti più duri dell’era Simone Inzaghi, in viale della Liberazione si fosse varato il ribaltone. C’è chi ha sempre pensato, negli ultimi anni, che di quella fuitina alle prime difficoltà di Suning il tecnico oggi del Napoli si sia poi pentito, e che - oltre alla Juve, storia nota - non gli sarebbe dispiaciuto tornare sulla panchina dell’Inter. Non è successo, oggi si sfidano. E si stanno un po’ meno simpatici.