Chi l'avrebbe mai detto? L'incredibile 2025 degli allenatori raccontato in dieci clamorose storie. Sancito anche il tramonto di uno dei più grandi di sempre
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale, conduttore per Radio Sportiva
La voce 'Allenatori' in questo 2025 ufficialmente andato archivio con Roma-Genoa è quella che ha regalato più colpi di scena. In questo caso si può dire a ragion veduta: è successo tutto e il contrario di tutto. Provate a fare questo sforzo immaginativo: resettate tutto ciò che è accaduto nell'ultimo anno solare, tornate indietro di 365 giorni e confrontate quei giorni con quelli di oggi. Ma chi poteva immaginare che Spalletti allora CT oggi si sarebbe ritrovato alla guida della sua ex 'nemica' Juventus? E che l'Inter sostituisse Inzaghi con un allenatore che un anno fa, di questi tempi, non aveva ancora mai allenato nel calcio dei grandi? E che Gennaro Gattuso passasse dall'Hajduk Spalato alla Nazionale? Nemmeno il pendolino di Maurizio Mosca avrebbe potuto azzardare con altrettanta fantasia ciò che poi si è avverato. Nemmeno Kubrick in Odissea nello Spazio... E invece è tutto vero: ecco dieci fotogrammi di ciò che è stato (il decimo riguarda l'ultimo allenatore che è riuscito a riportare in Italia la Champions League ormai tre lustri fa. Anche per lui gli anni passano...)
La ripartenza bianconera di Spalletti dopo il grande fallimento
La ripartenza meno attesa dopo il più grande fallimento. Il sì all'avversaria di sempre per mettersi alle spalle la disastrosa gestione della Nazionale. Ma chi poteva anche solo immaginarlo un anno fa? Forse Cristiano Giuntoli, ma lui quando la Juventus decide di chiamare Spalletti già non è più a Vinovo da un pezzo. Spalletti da CT ha resistito alle ripassate prese in Germania nell'estate 2024, ma non alla disfatta di Oslo dello scorso giugno. Ha trascorso qualche mese a crogiolarsi nei suoi pensieri, a ripensare ai suoi errori. Poi esattamente due mesi fa ha accettato la sfida Juventus in uno dei momenti più complicati della recente storia bianconera. La cura sta funzionando.
Gattuso ripescato dal dimenticatoio per (provare a) salvare la patria
Dall'Hajduk alla Nazionale. Dalla periferia del calcio al ruolo più ambito da ogni allenatore italiano. Un anno fa in Croazia per guidare un Hajduk Spalato pieno zeppo di problemi economici, per mancanza di alternative più allettanti dopo le avventure finite malissimo con Valencia e OM, Gattuso s'è ritrovato CT dell'Italia dieci giorni dopo aver risolto con la società croata. Nel mezzo la disfatta di Oslo, l'esonero di Spalletti e il no di Claudio Ranieri. Tutto in rapida successione, tutto fuori tempo massimo per permettere a Gravina e soci di valutare altri profili. Oggi è l'uomo a cui tutti gli italiani si aggrappano per evitare la disfatta: il suo passato lo aiuta.
La Juventus ha cambiato tre allenatori (più uno) in un solo anno
La Juventus dei grandi progetti e dei lunghi cicli è oggi un lontano ricordo. Solo nel 2025 si sono avvicendati sulla panchina bianconera quattro allenatori: Thiago Motta, Igor Tudor, Luciano Spalletti e - per una sola giornata - Massimo Brambilla. Nel frattempo sono stati seriamente valutati almeno altri dieci allenatori ed è cambiato tutto il management.
Conte che resta a Napoli dopo lo Scudetto. E dice no alla sua Juventus
Tra gli allenatori valutati dalla Juventus al termine della scorsa stagione c'era anche Antonio Conte. Era la prima scelta, era tutto apparecchiato per il ritorno nella sua Juventus. Poi lo Scudetto e i colloqui con De Laurentiis insieme alle promesse di un'estate da protagonista hanno portato alla stesura di un finale a sorpresa. Conte non va via da vincente, ma respinge la proposta bianconera e decide di restare a Napoli per riprovarci.
Gasperini saluta l'Atalanta e preferisce la Roma alla Juventus
Tra gli allenatori valutati dalla Juventus al termine della scorsa stagione c'era anche Gian Piero Gasperini. Era la seconda scelta, il simbolo dei migliori nove anni della storia dell'Atalanta. Di un club che ha deciso di salutare per mettere fine a un ciclo che sembrava non dovesse finire mai. A quel punto la soluzione più logica sembrava la Juventus, il club in cui è cresciuto. In cui per anni ha sperato di tornare. Non la scorsa estate: i Friedkin si sono mossi prima e meglio, Gasperini ha preferito la Roma ai bianconeri.
La panchina dell'Inter a un (quasi) esordiente
Un anno fa di questi tempi Cristian Chivu era a spasso, mandava curriculum in giro dopo aver terminato da qualche mese la sua lunga avventura nel settore giovanile nerazzurro. L'Inter invece era guidata da uno degli allenatori italiani più importanti in circolazione, da un tecnico che a dicembre ambiva ancora a vincere tutto e che poi (solo) alla fine non vincerà nulla. Che fallisce nel modo più clamoroso possibile l'appuntamento con la storia. A quel punto Simone Inzaghi decide di andare in Arabia Saudita e l'Inter, incassato il no di Cesc Fabregas, punta proprio su Chivu. Su un allenatore che nel frattempo a Parma aveva collezionato le sue prime tredici panchine in Serie A: la scelta si sta rivelando quella giusta.
Ma Massimiliano Allegri non era bollito? Il grande ritorno dopo il no di Vincenzo Italiano
Tutt'altro tipo di scelta ha fatto il Milan, ma anche in questo caso Massimiliano Allegri non era la prima scelta. Dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia la dirigenza rossonera capeggiata da nuovo direttore sportivo Igli Tare ha fatto di tutto per provare a convincere Vincenzo Italiano, tecnico che dopo lunghe riflessioni ha deciso di rinnovare col Bologna. A quel punto il club meneghino s'è catapultato su Max che in pochi mesi ha fatto ricredere i miscredenti. Ha zittito tutti coloro che troppo precocemente l'avevano etichettato come 'bollito'. Questo rispetto a quello della scorsa stagione è tutto un altro Milan e lo è nonostante un estate chiusa con un saldo acquisti/cessioni fortemente positivo.
Juric, un fallimento dopo l'altro per ottenere la grande occasione. E fallire nuovamente...
E' una delle storie più incredibili di sempre. Un anno fa di questi tempi Ivan Juric si era insediato alla guida del Southampton da poco più di una settimana dopo aver fallito l'appuntamento con la storia. Dopo aver sbagliato di tutto e di più nella sua breve parentesi alla Roma. In Premier League farà anche peggio, ma in estate il suo ex direttore sportivo D'Amico decide comunque di concedergli un'altra grandissima occasione: la panchina dell'Atalanta per il dopo Gasperini. Nulla di fatto, un altro fallimento: Juric a Bergamo dura meno di tre mesi.
Palladino si dimette: per la Fiorentina è l'inizio della fine
A Bergamo il posto di Juric è stato preso da Raffaele Palladino, tecnico che un anno fa di questi tempi stava sfruttando nel migliore dei modi la grande occasione che gli aveva concesso la Fiorentina nella precedente estate. La squadra viola dopo 17 giornate era quarta in classifica, aveva 25 punti in più rispetto alla Fiorentina di oggi. Alla fine poi sarà sesto posto, ma i complimenti per aver centrato un'altra qualificazione in Conference League faranno presto spazio alla notizia delle dimissioni dell'allenatore campano per dissidi col direttore sportivo Daniele Pradè. A posteriori si può dire che proprio in quel momento la Fiorentina entra in un labirinto che per ora resta senza uscita.
Il definitivo tramonto dello Special One José Mourinho
Al Fenerbahce ha fallito, al Benfica non sta andando diversamente. Il 2025 ha probabilmente sancito la fine ad alti livelli di uno dei più grandi allenatori di sempre. L'ultimo manager capace di vincere la Champions League con un club di Serie A. José Mourinho resterà per sempre lo Special One ma gli anni passano per tutti e quest'anno solare è il suo sunset boulevard. Capita a tutti, anche a chi ha vinto 26 trofei.
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