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Dramma Catania. I giocatori mettono in mora il club: un altro caso Trapani?TUTTO mercato WEB
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com
domenica 24 ottobre 2021, 11:04Serie C
di Claudia Marrone
fonte Marco Pieracci per tuttoc.com

Dramma Catania. I giocatori mettono in mora il club: un altro caso Trapani?

A lanciare il grido di allarme in casa Catania pochi giorni fa era stato il socio dimissionario Angelo Maugeri, parlando di situazione drammatica. Per questo la decisione comunicata venerdì dalla squadra di mettere in mora la società non può essere salutata come un fulmine a ciel sereno. É semmai la logica e spiacevole conseguenza di una crisi profonda, aggravatasi con il passare del tempo, fino a diventare ormai insostenibile. La estenuante trattativa con Joe Tacopina era l'unica speranza per risollevare le sorti del sodalizio rossazzurro ma l'imprenditore italo-americano, spaventato dalla ingente massa debitoria (circa 60 milioni di euro) si è tirato indietro a primavera, nonostante un preliminare d'acquisto sottoscritto a febbraio, convogliando il suo investimento sulla SPAL. La SIGI, una cordata piuttosto articolata e complessa, che nel luglio 2020 riuscì a salvare il club dall'onta del fallimento, dopo la dissennata gestione Pulvirenti, è riuscita tra mille peripezie a garantire in extremis l'iscrizione al campionato grazie, particolare non secondario, anche alla generosità dei tifosi, capaci di raccogliere oltre 100mila euro, attraverso una colletta. Le prime scadenze inevase però hanno riproposto il problema in tutta la sua evidenza: le casse sono vuote e i calciatori non vedono un euro da giugno. Così alla fine è arrivata quella lettera sofferta, a lungo rimandata. Cosa succederà adesso? Il rischio di un altro caso Trapani (o prima ancora Pro Piacenza e Modena) è alto: il Catania, già deferito, avrà un -4 in classifica e se entro venti giorni non salderà il conto versando gli oltre 300mila euro di arretrati il Collegio Arbitrale della Lega, in caso di ricorso da parte dei calciatori, ne notificherà lo svincolo d'ufficio. Scrivendo, in buona sostanza, la parola fine.