
Nelle gerarchie di Chivu c'è chi scende e c'è chi sale
Come in ogni situazione, quando c'è un cambio in panchina, c'è chi scende e c'è chi sale nelle gerarchie di un allenatore. Il passaggio da Pecchia a Chivu ha un po' rivalutato il concetto di 'tutti dentro, tanto decantato dalla precedente gestione, ma è andato più a fare scelte, quando ne ha avuto l'occasione, per confermare chi gli ha portato sin qui le garanzie maggiori. Ogni allenatore ha le sue idee, non solo tattiche, e in allenamento vede quali giocatori possono fare più al caso suo e al suo modo di giocare. In questi due mesi, o poco più, il tecnico romeno ha cambiato le carte in tavola e ha puntato su alcuni giocatori messi un po' in disparte da Pecchia.
Primo su tutti Valenti. Il difensore argentino ha avuto poche occasioni, mentre con Chivu è inamovibile al centro della difesa. Nelle ultime settimane, poi, c'è stato anche l'utilizzo sempre maggiore di Hainaut e Ondrejka. L'esterno è entrato bene contro la Juventus e poi si è confermato con Lazio e Como, trovando le prime presenze con il tecnico romeno. Per quanto riguardo lo svedese arrivato dall'Anversa da gol con l'Inter e il cambio modulo ha giovato di una posizione più vicina alla porta e un lavoro più consono alle sue corde. Preferito a Man nelle ultime due gare e potrebbe essere così anche contro l'Empoli. L'idea è sempre quella, provare a giocare a specchio sempre nell'ottica dei duelli a tutto campo.
Appena ha potuto, Chivu, ha deciso di puntare anche maggiormente sull'utilizzo di Pellegrino rispetto a un Bonny prima punta o a un Djuric rientrato e ancora lontano dalla condizione migliore. Ma c'è anche chi è sceso nelle gerarchie: Haj per esempio. Soltanto due presenze con la nuova gestione (contro Monza e Torino). Come lui anche lo stesso Balogh: da titolare con Bologna e Udinese per l'assenza di Vogliacco e poi soltanto spezzoni con Monza, Fiorentina e Lazio. Camara e Hernani gli altri meno utilizzati: il primo soltanto a gara in corso come con Pecchia, il brasiliano per mancanza di alternative in mezzo al campo viste le assenze di Bernabé ed Estevez, quindi la consapevolezza di non volerlo rischiare più del dovuto. In ogni caso è questione di scelte.
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