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Capitani si nasce: Delprato, sogno nazionale rimandato. Ora sfida alla sua Atalanta
Il Parma dei giovani talenti ha illuminato gli occhi di tifosi e appassionati. Tra prestazioni eccezionali e qualche passo falso dettato dalla giovane età, i vari Man, Bernabé e Bonny hanno potuto mettere in mostra il proprio talento cristallino. C'è anche chi, però, sarebbe rimasto stupito anche dalle prestazioni di Enrico Delprato. Non un estimatore qualunque, bensì Luciano Spalletti: il ct della nazionale ha seguito il capitano del Parma in questo avvio di stagione e ha avuto anche qualche contatto con mister Pecchia. L'apprezzamento è ormai cosa nota, ma purtroppo non è bastato per strappare una convocazione. Appuntamento quindi rimandato con la nazionale: per realizzare il sogno dell'Enrico bambino, ci sarà bisogno di tanto sudore e duro lavoro. Di certo però, questo non preoccupa il difensore crociato. Delprato è sempre stato pronto a conquistarsi ciò che sognava: il suo percorso verso la Serie A, nonostante la giovane età, è fatto di tanta gavetta. L'esordio in massima serie è arrivato quest'anno, dopo ben 162 presenze in Serie B. Anni di duro lavoro tra Livorno e Reggio Calabria, prima dell'approdo in Emilia. Il suo arrivo, nell'estate del 2021, è stato un po' in sordina rispetto ad altri compagni, ma la costanza di rendimento in una squadra altalenante lo hanno reso fin da subito una certezza, tanto da spingere il club a riscattarlo dall'Atalanta per tre milioni e mezzo nell'estate succesiva. Delprato diventa un vero leader nello spogliatoio, prima come esempio per i compagni, poi con il passare del tempo anche per la sua personalità. Tanto da spingere mister Pecchia ad affidargli la fascia da capitano, nell'estate del 2023, quando Delprato aveva appena 23 anni. Un compito non facile, soprattutto se ti trovi a raccogliere l'eredità di un certo Gianluigi Buffon.
Un ruolo che Enrico accoglie subito con grande responsabilità, dimostrandosi un vero e proprio leader. Delprato è quel capitano poco appariscente ma di sostanza, che sale in cattedra nei momenti di bisogno. Sul campo, con gol decisivi come quelli contro Pisa e Brescia nei minuti di recupero che hanno portato alla promozione, o anche fuori, con parole sempre azzeccate nello spogliatoio o di fronte ai giornalisti. Non si è mai tirato indietro di un centimetro, neppure a Napoli, quando, dopo l'espulsione di Suzuki, si è infilato i guantoni ed è andato in porta. Nulla di speciale per uno che con la fascia da capitano indosso c'è cresciuto: Delprato è sempre stato leader, anche da ragazzino, quando è stato allevato dalle giovanili dell'Atalanta, nella sua Bergamo. Capitano fino alla Primavera, nella speranza un giorno di esordire in Serie A con i colori nerazzurri: Gasperini non gli ha mai concesso spazio, ma Delprato, da grande lavoratore, si è costruito un'altra strada per tornare in Serie A da protagonista. Nonostante ciò, il legame con Bergamo è rimasto intatto: proprio per questo, quando tra una settimana al Tardini arriverà l'Atalanta, per lui sarà una notte speciale.
La sfida si giocherà in quella che ormai è la sua seconda casa, dove sta realizzando i suoi sogni: Parma lo ha visto crescere e ora si trova ad avere un 25enne che è già veterano, una vera guida per i tanti giovani in rosa. La sua intelligenza e attenzione fuori dal campo si riflette anche sul rettangolo verde. Pur non spiccando per qualità fisiche, fa la differenza nella grinta, nella determinazione e anche nella capacità di leggere le azioni. Dopo stagioni da terzino, con l'emergenza dell'infortunio di Circati, Pecchia aveva bisogno di qualcuno di affidabile a cui affidare la difesa: nessuno poteva rispondere a questa richiesta meglio del suo capitano. A suon di prestazioni impeccabili, Delprato ha dimostrato ancora una volta di esser più che pronto per competere a questi livelli. In tutto questo, si è pure concesso due gol, di cui uno a Torino in casa della Juventus. Con la consapevolezza però, che questo per Enrico non è il traguardo, ma solo una tappa del percorso: ora la sua Atalanta, in attesa di una chiamata da Coverciano.
Un ruolo che Enrico accoglie subito con grande responsabilità, dimostrandosi un vero e proprio leader. Delprato è quel capitano poco appariscente ma di sostanza, che sale in cattedra nei momenti di bisogno. Sul campo, con gol decisivi come quelli contro Pisa e Brescia nei minuti di recupero che hanno portato alla promozione, o anche fuori, con parole sempre azzeccate nello spogliatoio o di fronte ai giornalisti. Non si è mai tirato indietro di un centimetro, neppure a Napoli, quando, dopo l'espulsione di Suzuki, si è infilato i guantoni ed è andato in porta. Nulla di speciale per uno che con la fascia da capitano indosso c'è cresciuto: Delprato è sempre stato leader, anche da ragazzino, quando è stato allevato dalle giovanili dell'Atalanta, nella sua Bergamo. Capitano fino alla Primavera, nella speranza un giorno di esordire in Serie A con i colori nerazzurri: Gasperini non gli ha mai concesso spazio, ma Delprato, da grande lavoratore, si è costruito un'altra strada per tornare in Serie A da protagonista. Nonostante ciò, il legame con Bergamo è rimasto intatto: proprio per questo, quando tra una settimana al Tardini arriverà l'Atalanta, per lui sarà una notte speciale.
La sfida si giocherà in quella che ormai è la sua seconda casa, dove sta realizzando i suoi sogni: Parma lo ha visto crescere e ora si trova ad avere un 25enne che è già veterano, una vera guida per i tanti giovani in rosa. La sua intelligenza e attenzione fuori dal campo si riflette anche sul rettangolo verde. Pur non spiccando per qualità fisiche, fa la differenza nella grinta, nella determinazione e anche nella capacità di leggere le azioni. Dopo stagioni da terzino, con l'emergenza dell'infortunio di Circati, Pecchia aveva bisogno di qualcuno di affidabile a cui affidare la difesa: nessuno poteva rispondere a questa richiesta meglio del suo capitano. A suon di prestazioni impeccabili, Delprato ha dimostrato ancora una volta di esser più che pronto per competere a questi livelli. In tutto questo, si è pure concesso due gol, di cui uno a Torino in casa della Juventus. Con la consapevolezza però, che questo per Enrico non è il traguardo, ma solo una tappa del percorso: ora la sua Atalanta, in attesa di una chiamata da Coverciano.
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