Minotti: "Mi rivedo in Delprato. Circati ha tutto per lasciare il segno nella storia del Parma"
Lorenzo Minotti, storico capitano del Parma è intervenuto all’evento di presentazione del libro "Capitani per sempre" e ha parlato del significato del ruolo del capitano ai microfoni dei media presenti, tra cui TMW: "Vuol dire interpretare un ruolo, un ruolo che ti dà tanto orgoglio, oltre ad avere la fortuna poi di rimanere nella storia, perché quando si vuole riassumere un periodo finisce molte volte che la tua immagine rappresenta un gruppo, rappresenta un percorso che ha fatto una squadra e ci sono tutte queste foto in cui io alzo le coppe, quindi è qualcosa di molto bello".
Non è semplice però.
"Dietro devo dire che c'è tanta responsabilità, tanto lavoro, tanta fatica, anche bocconi amari da mandare giù perché poi è un ruolo non così semplice. Devi sempre pensare per il bene della squadra e quindi soprattutto in quel periodo ero un po' il riferimento che doveva mediare con l'allenatore, con la società, cercare di capire le esigenze dei miei compagni, prendere o assecondare delle decisioni".
Ci faccio degli esempi.
"Mi viene in mente qualche volta che succedevano dei momenti di difficoltà o succedevano degli episodi in cui qualche compagno magari non aveva dei comportamenti idonei e allora si finiva nel ritiro. Andare in ritiro per me diventava un problema però se Scala e la società ritenevano che quella fosse la soluzione giusta, quando veniva proposta io dovevo sostenere il ruolo e cercare di mettere da parte quelli che erano i pensieri personali e cercare di far sì che si facesse il meglio per la squadra".
Delprato è il suo erede nel Parma di oggi.
"Fisicamente non ci assomigliamo tanto, però mi rivedo in lui in tanti comportamenti, nella personalità, nel modo che ha di stare in campo, di parlare con i compagni e poi anche come difensore. Lui forse è molto più polivalente di me. È un giocatore che si adatta a fare anche il terzino, però abbiamo per esempio quest'attitudine offensiva: anche lui come me quando va nelle aree avversarie sa sempre capire dove può finire il pallone ed è un difensore che ha sempre delle buone statistiche dal punto di vista dei gol".
Che ne pensa invece di Cricati?
"Innanzitutto mi viene in mente suo papà, ha fatto qualche ritiro con noi, ha giocato, è stato mio compagno e quindi lo ricordo. Il figlio è diverso anche fisicamente, magari ha preso dal padre l'altezza, l'imponenza del fisico. Poi è un ragazzo che mi sembra molto qualitativo perché credo che sappia unire sia le qualità di un buon difensore, ma sa anche dal punto di vista tecnico trattare bene la palla. Ha superato un momento difficile, perché rompersi un crociato così giovane non è per nulla scontato e risalire velocemente non credo sia facile. Lui lo ha fatto, sono molto dispiaciuto perché proprio nelle ultime gare ho avuto anche il piacere di commentare il Parma, sia a Roma che in casa con Bologna e lui stava giocando delle partite straordinarie. A Roma ha trovato anche la rete, però al di là del gol, mi ha impressionato la prestazione, la capacità di comandare una difesa che in quel momento ovviamente era sotto pressione perché erano anche partite non semplici. Credo che sia un giocatore che abbia tutto per crescere, per migliorare ancora, per lasciare il proprio segno nella storia del Parma. Mi auguro faccia una grande carriera perché ha tutte le possibilità".
Cuesta la sta convincendo?
"Anche io devo conoscerlo bene, devo dire che l'impressione è buona perché avere 30 anni e diventare così velocemente un riferimento per una squadra di Serie A non è scontato, non è per nulla semplice. Al di là delle difficoltà che il Parma sta trovando in questo inizio di campionato, se c'è un dato certo è che mi sembra che lui abbia convinto i giocatori, che sono dalla sua parte. Mi sembra che la squadra sia coesa e che cerchi in tutte le maniere di mettere in campo quelle che sono le idee, le convinzioni, le richieste di questo allenatore. Quindi direi che è entrato velocemente nella testa dei ragazzi e questo è un buon punto di partenza. È ovvio che anche lui deve un po' prendere confidenza con la Serie A, con il nostro campionato, col fatto che allena una squadra che dovrà stare nella parte destra della classifica, quindi ci saranno molte partite complicate, molta sofferenza e quindi adeguarsi a queste situazioni. Mi sembra lo stia facendo. Fin qui abbiamo visto una squadra molto ben organizzata dal punto di vista difensivo, adesso bisogna fare uno step e cercare di proporre più qualità davanti e più coraggio. Però credo che questo dipenda anche dal fatto che purtroppo si è accanita la sfortuna nel reparto offensivo, con i numerosi infortuni, quindi anche se lui avesse voluto proporre qualcosa di diverso, non aveva tante alternative. Mi auguro che al più presto possano recuperare Ondrejka, Frigan, che anche io non conosco bene, Oristanio e Almqvist. Vedremo quali saranno anche le capacità di Cuesta, di osare e di proporre anche un Parma magari più sbarazzino".
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