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L'agente di Barrow: "Presidenti si muovano per togliere limiti su extracomunitari"
Zito Luvumbo dall'Angola come talento, crack, come unica perla dall'Africa e poi basta. Un solo giocatore dalla Federazione africana verso la Serie A in tutta la sessione estiva, in uno dei mercato più strani e complicati dell'era moderna. Tuttomercatoweb.com ne ha parlato con Luigi Sorrentino, agente di tanti talenti che arrivano dal Gambia come Musa Barrow del Bologna e non solo.
Come se lo spiega?
"Il problema principale è lo stesso di sempre. Ci sono pochi posti da extracomunitario, il problema è quello. Devi aver quella fortuna, che sia un primo tesseramento o di trovare l'incastro giusto".
Un limite vero e proprio.
"Si tratta di un limite assurdo, in Francia o Germania non c'è. Possono prendere chi vogliono e con gli extracomunitari potresti risparmiare. Fai solo pagare di più i comunitari così".
Cosa fare, dunque?
"I Presidenti dovrebbero muoversi con la Federazione: mettono soldi e non possono decidere chi prendere in autonomia?"
Le è cambiato qualcosa in questa sessione?
"Col Genoa abbiamo provato per un ragazzo ma il posto è stato occupato con Shomurodov. Il ragazzo non aveva le presenze in Nazionale per il secondo slot, altrimenti sarebbe arrivato in Italia".
Chi ha avuto un impatto importante è Ebrima Colley, dall'Atalanta all'Hellas Verona.
"Il Verona è contento di come è entrato. Sono soddisfatto di come sta andando, poi deciderà Juric: io non posso che parlarne bene, stravedo per i miei ragazzi".
La stella, sua e del Gambia, è un suo assistito: Musa Barrow del Bologna.
"Per lui è una stagione importante, della verità".
Ma come ha iniziato a lavorare con un paese fuori dai comuni radar come il Gambia?
"E' stato un caso. Sono stato invitato in Senegal ma lì non ho trovato giocatori. Un giorno, verso dicembre 2011, andai in Gambia con un mio collaboratore, per vedere dei giocatori fortissimi. Ci fu un torneo ad Assisi dove partecipava anche il Gambia Under 19, veniva organizzato in ambito dilettantistico. C'era Ali Sowe, lo portai al Chievo Verona. Poi Jallow sempre a Verona, Barrow e Colley a Bergamo".
Una nazione peraltro senza tradizione calcistica.
"E' questione di momenti più che di tradizione. E' un momento importante anche per la Nazionale, ho cinque giocatori lì, sono primi nelle qualificazioni in Coppa d'Africa e non era mai successo".
Come se lo spiega?
"Il problema principale è lo stesso di sempre. Ci sono pochi posti da extracomunitario, il problema è quello. Devi aver quella fortuna, che sia un primo tesseramento o di trovare l'incastro giusto".
Un limite vero e proprio.
"Si tratta di un limite assurdo, in Francia o Germania non c'è. Possono prendere chi vogliono e con gli extracomunitari potresti risparmiare. Fai solo pagare di più i comunitari così".
Cosa fare, dunque?
"I Presidenti dovrebbero muoversi con la Federazione: mettono soldi e non possono decidere chi prendere in autonomia?"
Le è cambiato qualcosa in questa sessione?
"Col Genoa abbiamo provato per un ragazzo ma il posto è stato occupato con Shomurodov. Il ragazzo non aveva le presenze in Nazionale per il secondo slot, altrimenti sarebbe arrivato in Italia".
Chi ha avuto un impatto importante è Ebrima Colley, dall'Atalanta all'Hellas Verona.
"Il Verona è contento di come è entrato. Sono soddisfatto di come sta andando, poi deciderà Juric: io non posso che parlarne bene, stravedo per i miei ragazzi".
La stella, sua e del Gambia, è un suo assistito: Musa Barrow del Bologna.
"Per lui è una stagione importante, della verità".
Ma come ha iniziato a lavorare con un paese fuori dai comuni radar come il Gambia?
"E' stato un caso. Sono stato invitato in Senegal ma lì non ho trovato giocatori. Un giorno, verso dicembre 2011, andai in Gambia con un mio collaboratore, per vedere dei giocatori fortissimi. Ci fu un torneo ad Assisi dove partecipava anche il Gambia Under 19, veniva organizzato in ambito dilettantistico. C'era Ali Sowe, lo portai al Chievo Verona. Poi Jallow sempre a Verona, Barrow e Colley a Bergamo".
Una nazione peraltro senza tradizione calcistica.
"E' questione di momenti più che di tradizione. E' un momento importante anche per la Nazionale, ho cinque giocatori lì, sono primi nelle qualificazioni in Coppa d'Africa e non era mai successo".
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