Sino a mezzanotte la Wada può ricorrere contro l'assoluzione di Sinner per doping
La scadenza è a mezzanotte. Scrive l'agenzia Dire che dopodiché svanirà – puff – anche l’ombra dell’incubo: il caso-non-caso del Clostebol, passato prossimo ma non troppo. Fino a mezzanotte la famigerata Wada può depositare il ricorso al Tas di Losanna contro l’assoluzione di Sinner sancita da Sport Resolution a Ferragosto, quando scoppiò il bubbone della positività di 5 mesi prima, a Indian Wells. La liberazione è lì ad un passo, mentre il numero 1 del mondo smaltisce i bagordi – si fa per dire: avrà brindato con acqua gasata invece che liscia – per la storica vittoria degli Us Open. Non lo farà, la Wada. Nonostante il rito della “riserva” che s’era presa per ovvie ragioni di cautela allo scoppio dello scandalo. I tre periti che per 33 pagine avevano scagionato Sinner con tutte le motivazioni del caso sono Jean-François Naud, Xavier de la Torre e David Cowan. Il primo è il direttore del laboratorio Wada di Montreal. Il secondo è il vicedirettore scientifico del laboratorio Wada di Roma. Il terzo è l’ex boss del laboratorio Wada di Londra (nonché professore emerito presso il Dipartimento di scienze ambientali, analitiche e forensi del King’s College). Insomma, quella sentenza portava già in calce la Wada, anche se di sponda. Se però la Wada (un’agenzia che negli ultimi mesi s’è distinta anche per aver scagionato 23 nuotatori cinesi positivi a… hamburger contaminati) dovesse smentire il primo verdetto “tennistico” della vicenda, cosa rischierebbe Sinner? La Wada potrebbe chiedere una sanzione da 4 a 6 mesi. Tradotto: Sinner sarebbe retroattivamente squalificato perdendo titoli premi conquistati dal 10 marzo a oggi. Addio i punti conquistati a Miami, Halle, Cincinnati e agli Us Open. Milioni di dollari. Sinner nel frattempo, essendo un maestro assoluto di compartimentazione mentale, ha fatto in tempo a vincere due Slam, e a perdere 5 partite su 60. E – in un anno – a capovolgere il suo mondo e la percezione del suo decollo definitivo. L’11 settembre l’Italia campione in carica torna in campo per la Coppa Davis, senza il numero 1 del mondo. L’anno scorso, Sinner arrivò scarico e decise di prendersi una pausa, saltando il primo turno d’un torneo che poi avrebbe vinto da leader assoluto. All’epoca – una vita fa – La Gazzetta dello Sport scatenò una campagna di stampa contro il “caso nazionale”. Oggi il titolo della Gazzetta dello Sport è “Sinner sei Un1co”.
“Le scelte di oggi – spiega Filippo Volandri, il capitano della Nazionale – sono il frutto delle riflessioni e dei confronti di questi giorni con tutta la squadra, presenti e assenti. Rispetto a questi ultimi, come sempre abbiamo cercato di accordare le esigenze della squadra con quelle dei miei ragazzi, perché abbiamo l’obiettivo di passare il turno anche tutelando la salute fisica e psicologica per restare competitivi fino al termine della stagione“. Il “caso nazionale” è morto e sepolto. Un moto di rivoluzione della Terra, attorno al Sole Sinner. A meno che la Wada non rovini il lieto fine allo scadere della mezzanotte.