
La vendetta del Milan e di Padre Pioli, il bilancio sull’Inter di Inzaghi, il “fattore Conte”, il ritorno...
Mancano 90 minuti e poi tutti fuori dalle balle. Anzi no, poi ci sono le finali di coppa, compresa la Conference. E poi tutti fuori dalle balle. Anzi no, c’è il mercato, vuoi non parlare di mercato? Saranno tre lunghi mesi di mercato. Ma prima bisogna festeggiare i vincitori. Ancora non li conosciamo, ma il campionato “sa” molto di rossonero. Ovviamente i tifosi del Diavolo provvederanno con corpose grattate, ma la vittoria con l’Atalanta è parsa l’ennesima prova: questo gruppo è decisamente all’altezza.
Il Milan perde in Coppa Italia con l’Inter, ne prende tre. Poteva essere una mazzata morale non indifferente per Pioli e i suoi ragazzi e invece no, è arrivata una risposta micidiale: vittoria con la Lazio, con la Fiorentina, con il Verona, con l’Atalanta. Un paio anche in rimonta. Niente male davvero. E una gran bella risposta ai tanti che a inizio stagione davano il Milan come gruppo forte “ma non in corsa per lo scudetto”. Il sottoscritto, per dire. E invece Pioli ha fatto quello che si chiede ai tecnici più bravi: al valore dei singoli ha dato un plus “nell’insieme”, una frase che scritta così pare una puttanata, ma riletta potrebbe anche avere un senso.
Quanto all’Inter, beh, è partita la grancassa legata al probabilissimo non-scudetto. Eccoli lì i brontoloni, i parrucconi, i soloni e molti altri tra quelli che finiscono in “oni”. Arrivano e presentano le loro teorie. La più gettonata fa così: Con Antonio Conte in panchina l’Inter avrebbe stravinto lo scudetto”. Come se Inzaghi avesse fatto male, roba da matti. Per carità, l’ex ct è bravissimo, ma il dato di fatto è che lui stesso pensava di non farcela, altrimenti sarebbe rimasto al suo posto (questione di logica elementare).
E allora perché l’Inter non ce l’ha fatta? Nell’oceano delle interpretazioni anche noi gettiamo in pasto alla folla il nostro barbaro punto di vista: a mancare non è stato tanto Conte, quanto semmai la figura mitologica denominata “vice-Brozovic”. Nelle tre partite saltate dal croato in campionato l’Inter ha raccolto la miseria di due punti (sconfitta con il Sassuolo, pareggi contro Torino e Fiorentina) ed è sempre mancata l’alternativa da piazzare lì in mezzo. Quella che Conte, invece, aveva eccome. Si chiama Christian Eriksen, gioca in Premier League e se fosse rimasto a disposizione dei nerazzurri avrebbe risolto molti dei problemi capitati tra febbraio e marzo ad Handanovic e fratelli nerazzurri. Per il resto, l’Inter, ha disputato una stagione notevole, molto più che dignitosa e chi non lo capisce ha un problema che è tutto suo.
Ah, due parole su Chiellini e sulla Juve che “Prova prendere Pogba”. È forte Pogba? Fortissimo. Cosa significa “La Juve prova a riprendere Pogba?”. Opinione personalissima: se è vero, significa che continua a non avere idee nuove, “fresche”, significa che continua a guardare al passato. Alla Juve servono idee prima ancora che giocatori. Ma dicevamo di Chiellini: ad ogni sfida tra Inter e Juve è sempre arrivata puntuale la domanda: "Tu chi leveresti ai bianconeri?". La risposta è sempre stata semplice: "Chiellini è convocato? Allora dico lui", perché con lui in campo è sempre stato tutto decisamente più complicato. Un difensore raro, una carriera enorme.
Il Milan perde in Coppa Italia con l’Inter, ne prende tre. Poteva essere una mazzata morale non indifferente per Pioli e i suoi ragazzi e invece no, è arrivata una risposta micidiale: vittoria con la Lazio, con la Fiorentina, con il Verona, con l’Atalanta. Un paio anche in rimonta. Niente male davvero. E una gran bella risposta ai tanti che a inizio stagione davano il Milan come gruppo forte “ma non in corsa per lo scudetto”. Il sottoscritto, per dire. E invece Pioli ha fatto quello che si chiede ai tecnici più bravi: al valore dei singoli ha dato un plus “nell’insieme”, una frase che scritta così pare una puttanata, ma riletta potrebbe anche avere un senso.
Quanto all’Inter, beh, è partita la grancassa legata al probabilissimo non-scudetto. Eccoli lì i brontoloni, i parrucconi, i soloni e molti altri tra quelli che finiscono in “oni”. Arrivano e presentano le loro teorie. La più gettonata fa così: Con Antonio Conte in panchina l’Inter avrebbe stravinto lo scudetto”. Come se Inzaghi avesse fatto male, roba da matti. Per carità, l’ex ct è bravissimo, ma il dato di fatto è che lui stesso pensava di non farcela, altrimenti sarebbe rimasto al suo posto (questione di logica elementare).
E allora perché l’Inter non ce l’ha fatta? Nell’oceano delle interpretazioni anche noi gettiamo in pasto alla folla il nostro barbaro punto di vista: a mancare non è stato tanto Conte, quanto semmai la figura mitologica denominata “vice-Brozovic”. Nelle tre partite saltate dal croato in campionato l’Inter ha raccolto la miseria di due punti (sconfitta con il Sassuolo, pareggi contro Torino e Fiorentina) ed è sempre mancata l’alternativa da piazzare lì in mezzo. Quella che Conte, invece, aveva eccome. Si chiama Christian Eriksen, gioca in Premier League e se fosse rimasto a disposizione dei nerazzurri avrebbe risolto molti dei problemi capitati tra febbraio e marzo ad Handanovic e fratelli nerazzurri. Per il resto, l’Inter, ha disputato una stagione notevole, molto più che dignitosa e chi non lo capisce ha un problema che è tutto suo.
Ah, due parole su Chiellini e sulla Juve che “Prova prendere Pogba”. È forte Pogba? Fortissimo. Cosa significa “La Juve prova a riprendere Pogba?”. Opinione personalissima: se è vero, significa che continua a non avere idee nuove, “fresche”, significa che continua a guardare al passato. Alla Juve servono idee prima ancora che giocatori. Ma dicevamo di Chiellini: ad ogni sfida tra Inter e Juve è sempre arrivata puntuale la domanda: "Tu chi leveresti ai bianconeri?". La risposta è sempre stata semplice: "Chiellini è convocato? Allora dico lui", perché con lui in campo è sempre stato tutto decisamente più complicato. Un difensore raro, una carriera enorme.
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