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Milan: Allegri e il trattamento Leao. Juve: il lungo addio di Vlahovic. Inter: Dumfries e la clausola pericolosa. Napoli: DeLa, ecco il prezzo di Osimhen. E sul calcio femminile…

Milan: Allegri e il trattamento Leao. Juve: il lungo addio di Vlahovic. Inter: Dumfries e la clausola pericolosa. Napoli: DeLa, ecco il prezzo di Osimhen. E sul calcio femminile…
mercoledì 9 luglio 2025, 16:03Editoriale
di Fabrizio Biasin

Per non saper né leggere né scrivere vorrei partire dal calcio femminile.

Il calcio femminile in Italia è maltrattato come pochi: al netto di quello che ci viene mostrato, ovvero una Nazionale fin qui in grande spolvero e protagonista di un Europeo ben gestito (stadi tutti pieni in Svizzera), il movimento è abbandonato a se stesso e costretto a situazioni estreme. I club impossibilitati a iscriversi o in seria difficoltà - dalla Serie B in giù - sono diversi, il trattamento economico riservato alla maggior parte delle ragazze è vergognoso, nessuno dice una mazza e ci si trincera dietro i risultati delle azzurre, nella speranza che possano arrivare più avanti possibile. Morale, confidiamo nelle gioie del momento e nascondiamo sotto il tappeto tutto il resto: un grande classico italiano.

Della presentazione di Allegri si possono dire tante cose, il qui presente si limita a interpretare un’immagine, quella del tecnico e di Leao che camminano fianco a fianco e se la ridono per non meglio precisati motivi. Ecco, in attesa di capire che tipo di Milan vedremo, abbiamo già un’indicazione: Allegri sa-come-si-fa. Mentre tutto il mondo pretende da Leao una maggiore assunzione di responsabilità, più serietà, meno sorrisi e via andare, Allegri è pronto a prendere la direzione contraria: per ottenere il massimo da un giocatore straordinario come il portoghese non intende forzarlo verso una cosa che non gli appartiene, preferisce alleggerirlo e lasciare che non si debba sentire il responsabile unico delle fortune o sfortune del suo club. Allegri non pretenderà che Leao si trasformi in un leader carismatico, gli chiederà solo di essere l’enorme calciatore che è. 

Una piccola considerazione sulle dichiarazioni d’intento dei vari tecnici, chiamati in questi giorni a dire la loro sulla stagione che va a incominciare. La strategia in questi casi la fa da padrona, tutti quanti lasciano agli altri gli obblighi di vittoria e “noi siam qui solo per provare ad arrivare in Europa”. Balle. O meglio, mezze balle. Al netto di quello che avete sentito o sentirete dire dagli allenatori di Inter, Juve, Milan e anche Napoli (divenuta “grande” in pianta stabile per enormi meriti), la verità è solo una: queste squadre partono sempre per vincere lo scudetto e non potrebbe essere altrimenti. L’idea che questi club debbano puntare solo al piazzamento sarebbe oltraggiosa nei confronti dei rispettivi tifosi, interessati fino a un certo punto agli obiettivi economici. Poi – è evidente – vincerà solo una tra tutte e non per forza per le altre si dovrà parlare di “fallimento” (argh…), ma evitiamo di credere alla favoletta del “noi partiamo per arrivare quarti” perché trattasi di cazzata.

Si parla tantissimo di Osimhen e della sua possibile destinazione turca. Al netto di quel che accadrà il dato di fatto è uno e uno solo: con De Laurentiis non si tratta. Vuoi il giocatore? Paghi quel che va pagato. Magari non tutti i 75 milioni della clausola, ma neanche troppo meno. Eccesso di arroganza? No, consapevolezza di aver raggiunto uno “status” per cui sono gli altri che si devono adattare alle esigenze del club campione d’Italia e non viceversa.

SI discute molto anche della clausola di Denzel Dumfries, quei 25 milioni che sono cifra stra-abbordabile per tanti club stranieri (scadenza della suddetta il 31 luglio). Molti si domandano “come mai la cifra è così bassa?” e il motivo è semplice: l’olandese a suo tempo fece un passo verso il club e, invece di puntare alla scadenza, rinnovò il suo accordo, ma a cifre “comode”. La domanda cruciale, però, è un’altra: quanto fanno paura ‘sti 25 milioni? Molto, ovvio, ma non sono la discriminante principale per capire se Dumfries resterà o non resterà in nerazzurro. Quella, banalmente, dipende dalle sue intenzioni: l’olandese è felice a Milano? Se la risposta è “sì” non c’è clausola che possa far vacillare il sodalizio. Ed è esattamente quello che capiremo nei prossimi giorni.

E Calhanoglu? È chiaramente possibile/probabile che lasci l’Inter e l’Italia ma, ad oggi, la situazione è un po’ diversa rispetto a come viene raccontata: il Galatasaray non ha ancora mosso le sue pedine, il giocatore non ha ancora detto nulla ai dirigenti nerazzurri. Ad Appiano, tra l’altro, nessuno ha intenzione di fare a meno del turco, a meno che sia lui a chiedere la cessione, ma lo deve fare in fretta. In quel caso l’Inter pretenderà non meno di 30 milioni e proverà a muovere le sue carte per arrivare a Ederson, pista non facile viste le legittime richieste dell’Atalanta (60 milioni). In quel caso, occhio alla rivoluzione tattica di Cristian Chivu…

Vlahovic non vuole lasciare la Juve. O meglio, gradisce una buonuscita. O meglio, pretende praticamente tutti i quattrini dell’ultimo anno di contratto. La Juve giustamente non ci sta. È una storia destinata a durare a lungo, almeno fino a quando i club che hanno individuato Dusan come possibile piano B, si ritroveranno a doverlo indicare come piano A per mancanza di alternative. La sensazione è che alla fine Juve e giocatore troveranno una soluzione per dirsi addio, ma non sarà un addio con baci e abbracci.

Davide Ancelotti allenerà il Botafogo fino al 2026. Beato lui.

E forza Jannik, oggi più che mai.

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