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Numeri da big, gioco da outsider: la Roma sfida l’AtalantaTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 07:45Serie A
di Debora Carletti

Numeri da big, gioco da outsider: la Roma sfida l’Atalanta

A volte, saper sfruttare le occasioni vuol dire riuscire a trarre vantaggio da circostanze che, a prima vista, potrebbero sembrare ininfluenti, ma che in realtà non lo sono affatto. Lo stato di forma di una squadra, il clima che si respira nello spogliatoio, la presenza o meno dei titolarissimi nell’undici iniziale, il peso psicologico della sfida o la rivalità storica tra le due squadre: sono tutti elementi che, nel momento giusto del campionato, possono trasformare una partita da semplice formalità a crocevia decisivo.

Analizzando i match caso per caso, è evidente come la Roma abbia saputo leggere ogni situazione per volgerla a proprio favore. Ha affrontato Lazio, Inter e Fiorentina in momenti di sovraccarico fisico e mentale (con tutte concentrate su più fronti) e si è trovata di fronte a una Juventus ancora in cerca di sé stessa. Ranieri ha costruito il suo percorso giocando su due fattori chiave: la stanchezza altrui e la resilienza propria. Le vittorie, spesso sofferte, e i pareggi sono arrivati grazie alla capacità di attendere, resistere e colpire al momento giusto.

La Roma arriva al Gewiss Stadium con una consapevolezza: ha raccolto diverse soddisfazioni nel corso della stagione, ma poche davvero rassicuranti. Eppure, i 19 risultati utili consecutivi (con vittorie pesanti come quelle contro Inter e Fiorentina) hanno rilanciato la squadra di Claudio Ranieri, riaccendendo il sogno europeo. Oggi i giallorossi sono quinti in classifica con 63 punti, 50 reti segnate (nono attacco della Serie A) e appena 32 incassate, il che li rende la terza miglior difesa del campionato.


L’Atalanta rappresenta ora ben più di un ostacolo. I nerazzurri sono terzi in classifica con 68 punti, vantano il secondo miglior attacco del torneo con 71 gol all’attivo e una difesa solida — seconda solo a quella dell’Inter — con 31 reti incassate. Una macchina ben oliata, aggressiva, intensa, guidata da un Gasperini che sa bene che fermare la Roma in questo momento non sarà una gita di piacere.

E se è vero che l’assenza di Paulo Dybala continua a pesare, è altrettanto vero che la Roma ha trovato una nuova identità, un’anima collettiva, uno spartito chiaro su cui suonare. Una sinfonia imperfetta ma efficace, costruita su organizzazione, spirito di sacrificio e una solidità difensiva che la rende, oggi, una delle formazioni più difficili da affrontare in Serie A.