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Come fa la Roma a spendere tutti questi soldi?
giovedì 1 agosto 2024, 07:57Approfondimenti
di Gabriele Chiocchio
per Vocegiallorossa.it
fonte Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

Come fa la Roma a spendere tutti questi soldi?

23 milioni per Le Fée, 25,6 più 4 di bonus per Soulé, oltre 35 per Dovbyk: in questa sessione di mercato la Roma è tornata a investire tanti soldi nei cartellini dei calciatori, dopo due anni in cui, complice il settlement agreement firmato con l'UEFA, Tiago Pinto è andato a caccia di prestiti e parametri zero. La vulgata vuole che i Friedkin abbiano allentato i cordoni della borsa, ma credere che il mercato si faccia sul saldo secco tra acquisti e cessioni è retaggio di un calcio che, ormai, non c'è più. Le cessioni generano plusvalenze e risparmi sugli stipendi, gli acquisti appesantiscono i conti non con la cifra secca del trasferimento, ma con gli ammortamenti e gli ingaggi dei calciatori, che, sommati insieme, formano il costo annuale della rosa, come più volte spiegato anche su queste pagine.

E proprio l'abbattimento del costo annuale della rosa rispetto allo scorso anno ha creato una voragine - positiva - che permette a Florent Ghisolfi di investire. Gli addii di Rui Patricio, Kristensen, Llorente, Huijsen, Spinazzola, Aouar, Renato Sanches, Azmoun, Belotti e Lukaku, oltre a quello di José Mourinho, il cui contratto è scaduto lo scorso 30 giugno, hanno liberato a bilancio una cifra stimabile in 65-70 milioni tra stipendi e ammortamenti; uno spazio che va ovviamente riempito con altri calciatori, ma che lascia la libertà di rimodulare questi costi. Per citare un solo esempio, tra stipendio e ammortamento Spinazzola costava oltre 10 milioni all'anno e la Roma lo ha sostituito con Samuel Dahl, che costa circa un quarto del suo predecessore (secondo le cifre dei giornali, si parla di 3 milioni tra ammortamento annuale e stipendio lordo), con il resto delle risorse precedentemente impegnate per l'ormai calciatore del Napoli che possono essere spostate altrove. Ma anche Romelu Lukaku aveva un costo piuttosto pesante che oggi non c'è più, e infatti Ghisolfi non ha avuto problemi a raggiungere l'accordo con Dovbyk e sta trattando con il Girona a cifre importanti.

C'è di più: paradossalmente, se il paletto del transfer balance - quello che imponeva a Tiago Pinto di costruire di volta in volta squadre che costassero quanto la precedente o meno - fosse stato ancora attivo, questo discorso sarebbe stato ugualmente valido, perché il problema dello scorso anno erano, appunto, i costi molto alti di alcuni giocatori che ora non fanno più parte dei conti della Roma. E, sempre paradossalmente, non era necessaria la sanzione dell'UEFA per far rendere conto che il livello dei costi doveva scendere, e infatti non è detto che sia necessario tornare ai livelli del pre-30 giugno per consegnare a De Rossi una rosa competitiva. Dunque, nessuna improvvisa nuova generosità da parte della proprietà, che dal primo giorno di gestione ha iniettato nella società denaro utile a coprire le perdite, ma il "semplice" taglio di alcuni costi sta permettendo alla Roma di muoversi sul mercato come sta facendo.