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ESCLUSIVA TMW - "Ho visto un Re", ecco l'autobiografia di Zaniolo. Lo scrittore: "Un predestinato"TUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
venerdì 6 novembre 2020, 10:00Serie A
di Dario Marchetti
esclusiva

"Ho visto un Re", ecco l'autobiografia di Zaniolo. Lo scrittore: "Un predestinato"

"Ho visto un Re" è il libro sulla storia di Zaniolo uscito in questi giorni. Un'opera di Simone Giorgi che racconta la carriera del trequartista della Roma partendo dalla doppietta in Champions con il Porto e poi tornando indietro nella storia di Nicolò grazie anche al rapporto con il padre Igor. L'idea di scrivere la biografia nasce durante il lockdown dopo che diventa virale la foto del bimbo con il pallone e la maglia di Zaniolo per le strade deserte di Milano. Gribaudo ha deciso di inserire Nicolò nella collana "L'impresa e come farla" con lo scrittore Simone Giorgi che racconta a TMW come nasce tutto:

Come nasce l’idea del libro?
"L’idea è di raccontare le grandi imprese sportive e volevamo farlo con un giovane che rappresentasse al meglio il movimento sportivo italiano e Zaniolo è un simbolo forte in tal senso. Tutto nasce durante il lockdown, da poco era uscita la foto del bimbo di Milano con la maglia di Nicolò e ci ha colpito che avesse una divisa di un calciatore giovane di Roma e che non fosse di Totti. Zaniolo ha realizzato il sogno di molti, diventare un calciatore con una velocità incredibile se si considera che era stato scartato dalla Fiorentina. Ci ha incuriosito come ci fosse stato questo scatto. Il suo carattere ha giocato un ruolo fondamentale, la capacità di rimanere concentrato e di restare calmo forse nelle giovanili lo hanno penalizzato perché veniva scambiata per un eccesso di sicurezza. Poi quando viene gettato in campo con il Real Madrid, la sua calma fa la differenza".

Perché il titolo “Ho visto un Re”?
“Il filo rosso è la doppietta con il Porto. Improvvisamente dopo quella sera tutti guardano Zaniolo. Ti sembra che appaia un possibile re, qualcuno che possa prendere per mano la squadra. Schierarlo quella sera poteva essere il mondo migliore per bruciarlo, invece lui si esalta. Sul primo gol lui non pensa, ma reagisce d’istinto mettendo il pallone sul palo più lontano. Un qualunque altro mancino sarebbe rientrato sul suo piede perdendo un tempo di gioco".


Com’è il rapporto con il padre Igor?
“La cosa bella è che lui è un figlio d’arte nonostante il padre non sia mai arrivato ai livelli di Nicolò. Tutta l’esperienza del padre è riversata sul figlio, quasi in un racconto da fiaba. Quando Igor giocava al Messina ad esempio, portava Nicolò la domenica dentro lo stadio e si allenavano nel calciare i rigori. Il padre sarebbe dovuto andare a giocare nell’Inter così come il figlio. Possiamo dire che Nicolò sia il riscatto del padre.

C’è un passaggio che ti è rimasto particolarmente impresso nella carriera di Nicolò?
“Il momento in cui la Fiorentina Primavera non lo vuole più. Per un ragazzo di 18 anni è dura perché dovrebbe essere il momento in cui esplodi. Lì il padre gli dice di non preoccuparsi e provare a scommettere tutto sull’Entella. Tornano nella squadra vicino casa, ma fa panchina. Allora Nicolò torna a casa in lacrime dicendo di voler smettere, ma Igor lo convince a fare una settimana di allenamenti come se fosse l’ultima della sua vita e da lì nasce il fenomeno Zaniolo. Quella è una svolta per la sua storia, così come i due incidenti. Soprattutto quando si fa male la prima volta. Viene fatto un murale per lui e diventa un’icona e la gente si affeziona a un ragazzo che in quel momento sta soffrendo. Questo libro vuole essere un messaggio di speranza non solo per Nicolò, ma per quello che lui rappresenta. Lui è un predestinato".