2025, l'anno del grande torto: società, ripensa a quei due mesi e tira fuori orgoglio...e denaro. Bravo Raffaele!
Il bilancio e la cronistoria di questo 2025 li pubblicheremo nelle prossime "puntate": non vorremmo intossicarci anche la vigilia di Natale dopo aver visto Guasone centravanti, Cerri calciare i rigori, il Benevento rifilarci cinque gol e il calcio di rigore negato a Soriano nella sfida con la Sampdoria. Inevitabilmente, però, quanto accadde tra maggio e giugno torna prepotentemente alla mente in questi giorni in cui sembra che si stiano riconoscendo le ragioni del presidente del Brescia Cellino, quella "buona fede" che avrebbe comportato una sanzione diversa dal -8 e, dunque, la disputa dello spareggio col Frosinone per buona pace degli amici doriani che si trovano in cadetteria pur avendo chiuso sul campo al terzultimo posto.
Vorremmo però lanciare un messaggio alla società. Tutti ricordiamo la sfida annullata 24 ore prima di scendere in campo, con 30mila biglietti venduti e Marino che parlava in conferenza stampa presentando il match fantasma. Nessuno ha dimenticato che il 22 giugno non si poteva giocare in virtù delle indicazioni dei medici che chiesero di spostare la partita di ritorno di qualche giorno dopo la pericolosa intossicazione alimentare collettiva. E siamo stati veramente felici del meritatissimo premio dato all'arbitro Doveri come miglior fischietto dell'anno. Come se non vedere un penalty solare e convalidare un gol con la mano sia una sciocchezza. Ma siamo in Italia.
Ecco, ci rivolgiamo alla proprietà, all'amministratore delegato, al presidente: ripensate a quelle settimane, tornate indietro nel tempo a quelle sentenze che sembravano già scritte prima dei ricorsi e a quel senso di ingiustizia che spinse centinaia e centinaia di persone a non presenziare sugli spalti mentre altre posero fine a un teatrino imbarazzante con modi discutibili, ma con un'amarezza totalmente comprensibile. Incarnate quel senso di ingiustizia collettivo e fate ogni sacrificio economico possibile per riportare la Salernitana in B.
Inutile dire che la C non ci appartiene: eravamo in A quando ci fu il passaggio di consegne e, l'anno scorso, a prescindere dal torto clamoroso fu una retrocessione ahinoi sacrosanta e meritata. Gruppo spaccato, zero attaccamento alla maglia, organico scarso, mercato di gennaio fallimentare, quattro allenatori che si avvicendarono da novembre a maggio e tante sconfitte. Hanno ragione Pagano e Faggiano quando chiedono di dimenticare il passato, ha ragione anche quella larga fetta di pubblico che ha una ferita enorme che sanguina ancora.
Tocca a voi, mai come ora. Anche i più scettici saranno felici di ricredersi o, comunque, di accantonare ogni protesta o critica se vedranno un passo verso una tifoseria capace di portare mediamente 12mila persone in casa e 1500 in trasferta, senza dimenticare i 20mila all'Arechi per gli ultimi match interni in serie B. E' per loro che bisogna spendere, è per uscire dalla C che è necessario prendere 4 calciatori di categoria nettamente superiore. Questo galleggiamento non giova a nessuno, le dirette concorrenti sono più forti ma Iervolino (a cui riconosciamo di aver "subito" le decisioni sbagliate di tanti personaggi che si sono affiancati a lui in questi anni dai cinque anni a Sepe a 1,2 milioni di euro al no ai ritorni di Ruggeri, Verdi, Zortea, Djuric e Ranieri senza dimenticare i milioni di euro per Pierotti, Mikael, Fazio, Mousset, Weismann e Boateng e Liverani per Inzaghi) ha le potenzialità economiche per riscattarsi, per riprendersi la scena, per ricucire lo strappo.
Ecco, anche chi come il sottoscritto ha mosso critiche anche severe pure nell'anno dei record in A si mette in una posizione d'attesa limitandosi a raccontare i fatti: se si vuole andare in B bisogna spendere, se invece (ed è legittimo) non si investe e si spera nel miracolo calcistico che nessuno si lamenti se, da giugno in poi, l'Arechi sarà deserto e lo scetticismo sarà totale. Chiudiamo con i complimenti a mister Raffaele. Uomo vero, leader del gruppo, bravo allenatore, artefice principale del buon girone d'andata, uno che non si è mai lamentato pubblicamente e che pure qualche motivo per farlo lo avrebbe avuto. Salerno lo sostenga e lo rispetti: fidiamoci di lui, lo merita come pochi!






