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SALERNITANA: negli ultimi 3 anni i ko autunnali in Veneto hanno segnato l’inizio della crisiTUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
mercoledì 4 dicembre 2019, 22:30News
di TS Redazione
per Tuttosalernitana.com
fonte La Città

SALERNITANA: negli ultimi 3 anni i ko autunnali in Veneto hanno segnato l’inizio della crisi

È una maledizione il Cittadella, la squadra che negli ultimi tre anni, sempre in autunno, ha fatto sfumare i sogni e le aspettative della tifoseria, aprendo invece scenari a tinte fosche. Ancora una volta, sabato pomeriggio (fischio d’inizio ore 15), saranno i veneti a far da spartiacque della stagione della Salernitana, così come accaduto - con un’incredibile e quasi surreale cadenza ritmica - negli ultimi tempi. Il calendario si fa beffa dell’ippocampo anche in questo 2019 ancora senza forma: la Salernitana, ancora una volta, potrà avere risposte - forse decisive - sul suo futuro dall’esito della sfida del Tombolato, quel campo “inviolabile” dove la Salernitana sta conoscendo soltanto l’amarezza della sconfitta. Al tecnico Gian Piero Ventura avranno raccontato di questa maledizione, costata carissimo ai suoi precedessori.

Cittadella, infatti, fu crocevia già per Beppe Sannino, il rampante trainer di Ottaviano arrivato alla guida dei granata dopo le buone cose fatte vedere altrove e non confermate all’Arechi: il 5 novembre del 2016 fu una doppietta dell’ex Litteri a interrompere una striscia di cinque risultati utili di fila e stroncare le speranze della Bersagliera, rimasta subito in dieci per l’espulsione di Tuia. Quel 2-0 aprì l’autunno nero (corsi e ricorsi storici...) che portò alle dimissioni dell’allenatore e all’arrivo in panchina di Alberto Bollini. Poco più di un anno dopo quella sfida, il 25 novembre del 2017, la “maledizione del Tombolato” si abbatté pure sull’allenatore romagnolo, stroncato nel finale da una rete del “solito” Litteri dopo che nel primo tempo Pucino aveva risposto al vantaggio veneto griffato Varnier (2-1). Quel ko segnò la fine di una serie di dodici partite senza sconfitte e l’inizio, invece, di un filotto di risultati negativi che spense i sogni di gloria portando, soltanto qualche settimana dopo, all’addio col tecnico scuola Lazio a cui subentrò Stefano Colantuono.