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Bousquet: "Ndour, Felix... Perché in Portogallo emergono i giovani e in Italia no"

ESCLUSIVA TMW - Bousquet: "Ndour, Felix... Perché in Portogallo emergono i giovani e in Italia no"
giovedì 6 luglio 2023, 14:39Serie A
di Raimondo De Magistris
fonte Dall'inviato a Malta di Tuttomercatoweb.com

Cher Ndour è stato il migliore in campo nella sfida Italia-Malta. Hugo Felix con un assist e un gol ha deciso Portogallo-Polonia. Sono stati due grandi protagonisti della prima giornata della fase a gironi dell'Europeo Under 19 e stasera si sfideranno, uno contro l'altro nella gara più importante di questo girone A.
In comune Ndour e Felix hanno l'esser cresciuti entrambi nel Benfica. Felix nell'ultima stagione ha giocato nell'Under 23, Ndour nella squadra B che milita in seconda divisione. Crescere in Portogallo per un giovane è un altro mondo, c'è un percorso con molti meno ostacoli che permette ai calciatori bravi di non ritrovarsi dinanzi a un muro e a mille incognite dopo il settore giovanile.
Ma quali sono le differenze? Perché il Portogallo sforna 20enni come Nuno Mendes, Vitihna o Fabio Silva che vanno all'estero per cifre anche molto alte dopo aver già collezionato minuti ed esperienze importanti in patria e in Italia facciamo invece molta più fatica? Per 'Tuttomercatoweb.com' fa un quadro chiaro della situazione Mauro Bousquet, procuratore italiano che in questi giorni è a Malta per osservare da vicino l'Europeo Under 19 ma vive circa dieci mesi l'anno in Portogallo.

Punto numero uno: tante seconde squadre in un contesto competitivo
"Partiamo dalle seconde squadre. Il Porto B e il Benfica B giocano in seconda divisione portoghese, è un campionato competitivo e di transizione fondamentale. Altre come lo Sporting e il Braga hanno la squadra B in terza divisione. Giocatori come Vitihna o Fabio Silva sono tutti emersi grazie allo spazio ricevuto nel Porto B: è la transizione perfetta perché nel frattempo giocano anche la Youth League e, soprattutto, si allenano con la prima squadra. Inoltre hanno la possibilità di non essere parcheggiati in un altro contesto: crescono tantissimo all'interno del club, giocano con la squadra B e si allenano spesso con la squadra A. Il caso di Cher è il più chiaro di tutti: bravissimo anche il Benfica che pur sapendo di perderlo a parametro zero (ha firmato col PSG, ndr) gli ha permesso di completare questo processo fino al termine della stagione. Quando ti parametri ogni giorno con un club di Serie A e vai a giocare la Serie B con la tua stessa maglia, con lo stesso concetto di calcio e stessa metodologia di allenamento e di gioco, è molto più facile".

C'è poi il focus del club. La squadra B è incentrata solo e soltanto sulla valorizzazione dei giovani
"Il Portogallo al di là di ciò che pensano tanti è un paese formatore e venditore, in Europa è il paese che vende più giocatori ed è un paese di undici milioni di persone. Prendono giocatori sconosciuti da tutti gli angoli del mondo e li formano. Molti pensano che la bravura sia degli agenti, di Jorge Mendes o della PositioNumber, ma non è quello. Loro sono bravi, certo, ma è il sistema a fare la differenza. I club che acquistano i giocatori dal Portogallo per 10-20-30-40 milioni di euro non sono stupidi, hanno una rete di scouting molto importante. Oggi prima di chiudere una operazione devi esserne più che certo. In Portogallo i club lavorano molto bene nella formazione e nella transizione, cosa che in Italia non facciamo. Noi abbiamo giocatori nelle squadre Primavera fortissimi, però poi succede che non sono pronti perché il salto dalla nostra Primavera alla Serie A è troppo ampio e non abbiamo le squadre B, quindi li mandiamo in prestito in un club di Serie C che magari li prende solo ed esclusivamente per i minutaggi. Capisci che così ti trovi in mezzo a mille incognite e se tutto va bene in Serie A arriva un giocatore su 15... In Portogallo è un altro mondo e questo fa sì che oggi sia il miglior posto dove far crescere un giovane".

Terzo punto: in Portogallo, in prima e seconda divisione, non ci sono limiti agli extracomunitari
"Non hanno limiti per tesserare extracomunitari in Serie A e Serie B e quindi diventano il bacino naturale di tanti sudamericani e non solo. James Rodriguez o Radamel Falcao, se non fossero passati dal Porto, difficilmente avrebbero fatto quella carriera. E' una società il Porto che lavora molto bene, il Benfica poi è una eccellenza con un centro sportivo spaziale che permette di accogliere gli Under nel modo migliore. In Italia abbiamo squadre di Serie B che non hanno nemmeno il convitto: di cosa parliamo? Noi purtroppo abbiamo solo limiti enormi per il tesseramento degli extracomunitari. Mi stupisce il fatto che le squadre italiane non abbiano ancora stipulato accordi importanti con club portoghesi per far crescere lì i giocatori extracomunitari così da valutarli in Europa. Forse una volta lo fece la Samp, con l'Olhanense di Campedelli, poi non ricordo altri accordi di questo tipo".

Due sistemi di calcio profondamente diversi, insomma
"Questione di priorità. Nella serie b portoghese, togliendo i club più importanti, parliamo di salari di 2-3mila euro, molto più bassi anche della nostra Serie C. Diamo troppi soldi ai giocatori mediocri e tantissimi a quelli normali, mentre in Portogallo ragionano al contrario: stipendi coerenti e mirati, così da fare tanti investimenti sullo staff, sulle strutture e sulle squadre B. In Italia, in attesa di capire cosa accadrà dell'Atalanta, abbiamo solo la Juventus".

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