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Più cautela o meno coraggio? L'Italia non segue l'idea di Germania e Spagna sui nuovi positivi

Più cautela o meno coraggio? L'Italia non segue l'idea di Germania e Spagna sui nuovi positiviTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 11 maggio 2020, 21:30Il corsivo
di Simone Bernabei

L’idea nasce dal Cts. Il Comitato tecnico scientifico istituito dal governo non ha voluto sentire ragioni. “Il Cts chiede delle modifiche vincolati al protocollo FIGC: per esempio di garantire che se durante gli allenamenti dovesse emergere un positivo, la squadra e tutto lo staff rimangano in quarantena senza contatti esterni oppure che siano i medici ad assumersi le responsabilità dell'attuazione del protocollo”, ha confessato questa sera il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora facendosi interprete del pensiero degli scienziati. Posto che sembra impossibile pensare ai medici sociali come parafulmine delle squadre, queste parole sottintendono una quarantena allargata che di certo non farà felici i club di Serie A, molto più inclini al modello tedesco che si è ripetuto pure in Spagna. Un ostacolo in più da superare per la ripresa del calcio italiano che entro la prossima settimana, per ammissione dello stesso Spadafora, dovrà prendere una decisione più o meno definitiva sulla stagione ancora in corso di svolgimento.

Il caso Colonia e il caso Dinamo Dresda - In Germania il protocollo, definito dagli esperti rigorosissimo (in pieno stile) e mostrato dai politici, del pallone e non, come manifesto per l’Europa, parla chiaro: in caso di positività di un membro di una squadra, solo il soggetto in questione dovrà scontare la quarantena. Il resto dei compagni, controllati e testati due volte a settimana, potranno continuare ad allenarsi senza limitazioni ulteriori. E il Colonia in questo è stato d’esempio, con i 3 membri della squadra in quarantena nel proprio domicilio e il resto della squadra in campo con in testa la ripresa di sabato prossimo. Fa eccezione il caso Dinamo Dresda: la Sassonia è andata sopra alle autorità nazionali e al protocollo sportivo e ha bloccato tutta la squadra. Un problema a cui la federazione sta cercando una soluzione.

La Spagna si allinea - Tra i club di Liga e di segunda sono stati trovati 5 atleti positivi. Le identità non sono note, ma solo i diretti interessati sono rimasti in quarantena. Barcellona, Real Madrid e tutte le altre si stanno allenando con “regolarità”. E l’intenzione è quella di non cambiare una virgola: il presidente Tebas ha parlato di un protocollo stilato dal Csd particolarmente attento e stringente, dicendosi sicuro che tutto andrà per il meglio. “Non ci aspettiamo nuovi positivi, con le precauzioni prese”.

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