Raiola: "Così sono diventato l'agente di Haaland, è malato di testa come tutti i migliori"

Mino Raiola ha parlato del suo rapporto con i suoi giocatori nel corso di una lunga intervista rilasciata a 'Sport 1'. "Finora non ho scelto un solo giocatore, sono i giocatori a cercarmi ed è sempre stato così. Chiedono un aiuto e consigli, a quel punto ci sediamo e vediamo cosa succede. A volte dicono di sì, a volte no. A volte sono io a non accettare".
Quanti giocatori hai sotto contratto?
"Non lo so, non faccio contratti. Con me c'è solo una stretta di mano, i giocatori sono tutti liberi. Non voglio che nessuno senta di dover stare con me. Ad esempio, la FIFA vuole che abbiamo due contratti annuali tra giocatori e agenti. Sono stato il primo a dire di no. Non firmi con il tuo medico per due anni per ottenere aiuto".
Come ti ha trovato Haaland?
"È sempre stato un grande fan di Zlatan, abbiamo un amico in comune che ci ha fatto incontrare. Ci siamo incontrati, abbiamo bevuto qualcosa, abbiamo parlato per cinque minuti e ci siamo stretti la mano. Erling mi voleva, io volevo lui. L'avevo visto solo in video prima e ho detto subito: mi sta bene, è pazzo.
A volte lo paragoni a Ibrahimovic?
"Lavoro solo con le persone migliori. Hanno tutti una cosa in comune: sono tutti malati di testa! Per noi persone normali, sono tutte malate. Ma loro stessi scoprono di essere normali. I ragazzi sono fanatici e si pongono obiettivi molto alti. Zlatan ha quella qualità, Nedved quella, Verratti, Pogba: sono tutti estremamente orientati al successo. Haaland mi chiama dopo le partite e mi dice: “Mino, hai visto il gol?” Per lui è tutta una questione di gol, gol, gol. Vuole fare gol. Penso che quando è con una ragazza, anche lì pensi solo a quello (ride)".
