
Fredberg: "Onorato di essere alla Samp. Mercato? C'è un budget, ma anche flessibilità"
Jesper Fredberg, nuovo CEO dell’area football della Sampdoria, ha affiancato in conferenza stampa Massimo Donati. Queste le sue parole raccolte da Sampdorianews.net
"Sono arrivato da pochi giorni e sto ancora facendo il punto della situazione, ma posso dire che l’Academy sarà una parte fondamentale del nostro lavoro. Ho sempre avuto una grande motivazione nel lavorare con i giovani e credo fermamente che il settore giovanile sia centrale per il futuro della Sampdoria".
Fredberg ha poi parlato di mercato, sottolineando un approccio razionale: "Negli ultimi anni sono stati fatti grandi investimenti, ma non sempre i risultati hanno rispettato le attese. Ora vogliamo muoverci con attenzione: il budget c’è, ma saremo pronti a cogliere le opportunità che si presenteranno. Io e Andrea Mancini sappiamo bene in che direzione andare: vogliamo costruire una squadra solida, che rispecchi una filosofia di gioco chiara e sostenibile nel tempo".
Sulla costruzione della rosa: "Abbiamo già una lista di giocatori sotto osservazione. Stiamo lavorando per dare identità al gruppo e consolidare una base stabile. I nuovi arrivi? Arriveranno il prima possibile, ma non faremo scelte affrettate: è essenziale scegliere i profili giusti, anche se ciò comporta attendere un po’ di più. Valuteremo ogni profilo, senza preclusioni legate alla nazionalità. Se ci saranno due giocatori di pari livello, opteremo per l’italiano, anche per una questione di integrazione. Ma l’obiettivo resta sempre lo stesso: trovare i più adatti al nostro progetto. Non vogliamo fare rivoluzioni. Questo è un nuovo inizio per tutti, anche per chi è già qui. Dobbiamo dare la possibilità ai giocatori di esprimere la migliore versione di sé. Allo stesso tempo, abbiamo dei target chiari e lavoriamo con lo staff per definirli nel dettaglio".
"Oggi nessun club può prescindere dai dati, ma bisogna saperli usare. Ci aiuteranno a individuare i profili più adatti, ottimizzando il tempo. Tuttavia, la decisione finale sarà sempre umana, calcistica, basata sull’inserimento all’interno del gruppo e del contesto".
Sampdoria come punto di svolta
"Sono onorato di essere qui. In Danimarca il calcio italiano è sempre stato seguito con grande ammirazione e la Sampdoria fa parte di quella storia. Questo club significa molto per tante persone: è una grande responsabilità. Non esiste un ascensore per tornare in alto, dobbiamo costruire piano dopo piano, con basi solide e tanto lavoro".
Sul rapporto con Andrea Mancini
"Ho avuto ottime impressioni. Andrea ha una mentalità aperta, e sono certo che insieme costruiremo qualcosa di importante. Il calcio non è un gioco individuale: anche con 11 talenti in campo non si vince senza squadra. È un lavoro collettivo".
Famiglia, identità e senso di appartenenza
"Per me il calcio è emozione, appartenenza. È diverso da qualsiasi altra azienda. Dobbiamo lavorare come una famiglia: se non credessi in questo progetto non avrei chiesto alla mia famiglia di trasferirsi qui. Siamo in un momento storico difficile per la Sampdoria, ma è da qui che si riparte".
Infine, un ricordo personale
"Ogni bambino conosce la maglia della Sampdoria, è una delle più iconiche. Sapevo già della storia del club, ora avrò l’occasione di approfondirla giorno dopo giorno, vivendo questa realtà da dentro".
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