
Sambenedettese, il ds De Angelis: "Paladini ha meritato la conferma. Dalmazzi ci piace"
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Nel corso dell'appuntamento pomeridiano di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre, è intervenuto il direttore sportivo della Sambenedettese, Stefano De Angelis
Quanto può fare la differenza avere un entourage tecnico tutto di San Benedetto, anche a livello di settore giovanile? È una marcia in più?
"Sicuramente sì. Conoscere l’ambiente e il territorio può aiutare, perché ti permette di trasmettere un senso di appartenenza che altrove non è automatico. A volte è un vantaggio, altre può essere un po’ più complicato: dipende dai punti di vista".
In panchina avere confermato Ottavio Paladini. È solo per il successo dell’anno scorso o c’è un progetto più ampio?
"Non è solo per la vittoria in Serie D. È vero, come dicevamo prima, che essere di San Benedetto pesa: sfido chiunque a vivere qui, e Ottavio ancora più di me. Io sono nato a San Benedetto ma vivo poco fuori, lui invece ci ha sempre vissuto, ci ha giocato, e vincere quattro campionati qui non è semplice. Va dato merito al mister. Al di là delle esperienze fuori, a San Benedetto ha fatto meglio di tutti: è una piazza passionale, la pressione è forte dal primo giorno. Vincere quattro campionati significa avere qualità. È rimasto per merito, perché si è creato un ambiente unito, c’è entusiasmo: riportare la Samb in Lega Pro dopo anni difficili è stato un momento importante, e con una società nuova crediamo possa darci grandi soddisfazioni".
Qual è quindi l’obiettivo della stagione? E ci saranno altri colpi di mercato?
"Abbiamo confermato l’ossatura dell’anno scorso: è una squadra molto giovane. Tolti Eusepi e Sbaffo, il più “anziano” è Candellori, che ha 29 anni. Crediamo nei giovani: negli ultimi sei mesi abbiamo già venduto due giocatori, Lonardo all’Atalanta e Kerjota è andato in Scozia. Non penso che se uno non ha mai fatto la Serie C non possa riuscirci: c’è sempre una prima volta per tutti. Il nostro obiettivo è consolidarci, senza proclami, ma con l’umiltà di una neopromossa. La piazza è esigente, c’è il derby con l’Ascoli che porta pressione in più, ma vogliamo dare filo da torcere a tutti."
Direttore, a proposito di derby: dopo 39 anni torna Samb-Ascoli.
"Io non l’ho mai giocato, me lo ricordo solo da tifoso. La piazza, però, lo aspettava da anni. È un motivo d’orgoglio, una bella emozione vivere questa partita. Speriamo di dare una grande soddisfazione ai tifosi: l’attesa è tanta. E già dalla Coppa Italia c’è la possibilità di affrontarli, quindi la pressione c’è da subito".
Sul mercato: le ultime indiscrezioni parlano di un interesse per Dalmazzi in difesa.
"Sì, è il centrale che stiamo cercando. Lo conosco bene, l'ho avuto con me a Campobasso e conosce il mister. È il profilo giusto. Oggi è un giocatore del Lumezzane, ma se arriverà lui ci fermeremo: la rosa è praticamente completa".
Domani ci sarà anche la visita del presidente Marani in ritiro, giusto?
"Sì, arriverà domani. L’abbiamo già conosciuto all’Assemblea delle neopromosse: è un presidente molto vicino alle squadre, vuole portare novità. Mi ha colpito positivamente: c’è entusiasmo e voglia di fare cose nuove, e in questo momento è fondamentale".
Un bilancio sul ritiro: vittoria 5-1 col Casarano, Coppa Italia alle porte, campionato che comincerà col Bra in casa.
"Le amichevoli contano fino a un certo punto: ciò che conta è l’atteggiamento. La squadra è giovane, ma mostra personalità e voglia di crescere. Puntiamo sul coraggio: con una squadra giovane serve quello, non basta fare il compitino. Siamo d’accordo col mister: le prime giornate sono sempre piene di incognite, ma vogliamo arrivare pronti. Giocare in casa all’esordio è un vantaggio: il pubblico della Samb può dare una marcia in più".
Ha parlato di ricostruire dalle basi, al di là dell’entusiasmo per la Serie C.
"È la linea che abbiamo scelto con il presidente fin dal primo giorno. San Benedetto è una piazza importante, ma serve sostenibilità. Puntiamo sui giovani di proprietà: su 24 giocatori solo uno è in prestito. Certo, rischi qualcosa, ma se non ti strutturi finisci in difficoltà. Il calcio di oggi richiede idee, lavoro e programmazione. Vogliamo crescere anno dopo anno, consolidarci e rimanere il più a lungo possibile tra i professionisti".
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