
Di Donato: "Ascoli, Tomei valore aggiunto. Il derby con la Sambenedettese sarà uno spettacolo"
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Daniele Di Donato, tecnico che in carriera ha allenato Team Altamura, Latina e Vis Pesaro fra le altre, è intervenuto nel corso dell'appuntamento mattutino di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.
Allora mister, io partirei da una piazza che conosci bene, quella dell’Arezzo, che darà il via alle danze questa sera nel nono turno. L’Arezzo, ricordiamo, è primo in classifica con 21 punti, gli stessi del Ravenna e uno in più dell’Ascoli. Questa sera sfiderà il Gubbio. Che sfida ti aspetti?
"Sicuramente una sfida difficile, perché anche il Gubbio sta facendo il suo campionato. È una squadra costruita per i playoff, quindi sarà una partita aperta a tutti i risultati, anche se l’Arezzo ha qualcosa in più e lo sta dimostrando: nelle difficoltà viene sempre fuori. Essere primi non è un caso, è frutto del lavoro del mister, dei ragazzi e della società. Sarà una bella partita".
Ne parlavi proprio del lavoro del mister. Quanto è importante per l’Arezzo avere questa continuità? Essere lì davanti è il risultato di un progetto costruito negli anni, confermando Bucchi e gran parte della rosa. In Serie C questa stabilità fa la differenza?
"Soprattutto. È la forza di una società che crede in un progetto vero, non solo a parole. Ha dato tempo a Christian di lavorare, di costruire la squadra a sua immagine e somiglianza, dandogli fiducia con un contratto pluriennale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La società ha fatto sforzi incredibili, mettendo a disposizione una rosa qualitativa e forte. Non è prima per caso, anche se non si può abbassare la guardia, perché dietro ci sono due realtà che stanno correndo quanto loro: il Ravenna, una piccola sorpresa ma con giocatori importanti come Donati e Okaka, e l’Ascoli, una grandissima realtà che sta disputando un campionato straordinario".
L’Ascoli invece, al contrario dell’Arezzo che ha mantenuto lo zoccolo duro, ha cambiato praticamente tutto, anche la società. Sta però ritrovando entusiasmo. Quanto è importante per un tecnico avere un clima sereno e il dodicesimo uomo al fianco?
Fondamentale. Io conosco benissimo la piazza di Ascoli, ho giocato lì tanti anni e so cosa possono dare i tifosi: sono davvero il dodicesimo uomo in campo. Quando li hai dalla tua parte è una spinta incredibile. È quello che sta succedendo quest’anno ad Ascoli, giustamente, perché è una piazza che meriterebbe altri palcoscenici. L’entusiasmo è stato ritrovato grazie a una società che ha fatto investimenti importanti, ricreando l’equilibrio giusto. E poi c’è un allenatore che stimo tantissimo, che sa gestire bene le situazioni e far giocare bene: Tomei è un valore aggiunto di questo Ascoli".
Parlando dei tifosi, quest’anno torna dopo quasi 40 anni il derby con la Sambenedettese. Addirittura due volte in tre giorni, tra campionato e Coppa Italia. Quanto lo aspettano i tifosi?
"È una vita che lo aspettano! È una rivalità piena di sfottò, ma penso sarà una grande partita, anche perché la Sambenedettese sta facendo un ottimo campionato ed è quarta. Sarà una gara aperta, anche se penso che l’Ascoli abbia qualcosa in più in termini di qualità. Però i derby sono partite a sé, vanno giocate. Spero sia uno spettacolo, in campo e sugli spalti. È bello che questa sfida sia tornata dopo così tanto tempo".
Anche a livello di strutture e pubblico, non sembra un derby da Serie C.
"Esatto. Il “Del Duca” da una parte e lo stadio di San Benedetto dall’altra sono impianti di categoria superiore. E poi i tifosi: 10.000 ad Ascoli, 6-8.000 a San Benedetto… numeri che in Serie C si vedono raramente. È qualcosa di incredibile, da Serie B piena. Mi auguro sia una festa goliardica, come deve essere. Dopo tanti anni, ritrovare questa partita è bellissimo, emozionante. E quest’anno addirittura due volte in tre giorni: il destino a volte sa essere davvero speciale".
Mister, ti porto sul Girone A. Il Vicenza, dopo le ultime stagioni, era considerato la squadra da battere, e ora sta dimostrando di esserlo con una piccola fuga. Cosa ne pensi?
"Il Vicenza è una realtà che conosce il calcio vero e meriterebbe scenari diversi. Società, tifosi, squadra: fanno tutto nel modo giusto. Anche negli anni in cui non ha vinto ha costruito squadre importanti. Quest’anno un valore aggiunto è Gallo, abituato a vincere, che ha dato quella continuità forse mancata in passato. Nel girone c’è il Lecco che sta reggendo il passo, e occhio all’Union Brescia, che è una realtà grande e molto forte.
Proprio su mister Gallo: da allenatore, come giudichi la sua scelta? Ha vinto con l’Entella, poteva godersi la Serie B, e invece ha scelto di ripartire dal Vicenza. Non c’è il rischio di essere etichettato come “allenatore da Serie C”?
"Io penso che la chiave sia proprio quella di rimettersi in competizione. Devi avere il fuoco dentro per fare qualcosa in più. Se ti capita una realtà come Vicenza, che non è da Serie C, ti viene naturale voler riprovare a vincere e magari portarla in Serie B con un blasone importante. Non che l’Entella non lo sia, ma certe sfide non puoi rifiutarle. Vincere a Vicenza è importante".
Che sta succedendo invece a Cittadella?
"Quando per anni sei abituato a fare i playoff e a lottare per la Serie A, retrocedere e ripartire non è semplice. Però il Cittadella ha tutte le carte in regola per rialzarsi. Conosco l’ambiente, è serio e sereno. È normale che ora ci siano difficoltà e un po’ di sfiducia dopo la retrocessione, ma con serenità e attenzione ai dettagli può venirne fuori. Ora deve solo uscire dalle sabbie mobili e poi vedere fin dove può arrivare".
Mister, torno alla Serie C. Tu con il Palermo hai vinto il campionato e sei salito in Serie B. Quanto è difficile vincere in C, dove sale solo la prima?
"È difficilissimo. Serve un equilibrio pazzesco, perché non puoi permetterti di sbagliare mai. C’è sempre una sorpresa, una squadra blasonata dietro di te. Le pressioni sono tante, soprattutto in certe piazze, e devi restare sempre sul pezzo. È un anno tosto, ma gratificante: vincere in certe piazze, a prescindere dalla categoria, è un’emozione enorme. Ti dico la verità: forse è più facile salvarsi in B che vincere in C".
Ne sa qualcosa proprio il Vicenza, che dopo una grande rimonta si è visto superare dal Padova a due giornate dalla fine. Resto un attimo sul Palermo: tu che lo conosci bene, come lo vedi quest’anno con Pippo Inzaghi in panchina?
"Ha ritrovato entusiasmo. Pippo trasmette forza e passione: basta vederlo, sembra ancora un giocatore. È un vincente, e in Serie B ha sempre vinto. Il Palermo ha una rosa da invidia, con tanti giocatori da Serie A. È giusto che punti alla promozione: ha una società solida e strutturata, che può solo crescere".
Quindi il Palermo è la favorita in Serie B?
"Sì, ma non lo diciamo noi: lo dicono la rosa e il tecnico. Inzaghi è un vincente e davanti ha giocatori che potrebbero tranquillamente giocare in Serie A. Quando vuoi vincere devi avere due squadre all’altezza, e il Palermo le ha. In Serie B magari puoi sbagliare una partita, in C no: se vuoi vincere, non puoi permetterti di sbagliare nulla".
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