Ascoli ko contro l'Arezzo. Passeri: "Perdere fa tanto male, ma capita. E non toccatemi Tomei"
Come ormai ogni settimana, anche quest'oggi il lunedì in casa Ascoli è segnato dalla nota ufficiale - il cosiddetto 'dispaccio' - del presidente e amministratore unico dell'Ascoli Bernardino Passeri, che, dopo il ko contro l'Arezzo, fa il punto della situazione, per altro difendendo a spada tratta mister Francesco Tomei, anche per ricordare che il percorso dei marchigiani è decisamente buono.
Queste, le parole del numero uno bianconero:
“Perdere fa male, tanto male, ma ci sta, fa parte del gioco.
Quest’estate siamo partiti per ridare unità e dignità all’Ascoli, tutti insieme ci siamo riusciti, oggi viaggiamo nella primissima fascia della classifica, abbiamo la più bella e corretta tifoseria del campionato, facciamo il più bel calcio, ma perdere fa comunque male.
Abbiamo perso con il Ravenna, per un episodio, dopo aver dominato la partita; abbiamo perso con l’Arezzo dopo un confronto alla pari per sessanta minuti, con qualche motivo per mangiarsi le mani, ma anche con la consapevolezza che chi gioca contro di noi deve rivoluzionare il suo credo tattico per provare a batterci, questa volta gli è andata bene.
Non toccatemi Tomei, perché io sono quello che gli ha firmato il contratto e gli ho chiesto esattamente quello che sta facendo. Siamo partiti da un’idea semplice a dirla, ma affatto scontata, prima giochiamo al calcio senza trucchi e poi pensiamo al resto, e non ha dovuto fare un grande sforzo per attuarlo, è il suo credo, è il nostro credo, è la volontà di un club che sta lavorando a trecentosessanta gradi per diventare un modello, che sta andando avanti a testa bassa per realizzare il centro sportivo più qualificato d’Italia, in primis per le giovanili; è la volontà di chi sta lavorando per restituire alla città la Curva Sud e uno stadio migliore, con tutti i servizi dedicati alla nostra grande famiglia, il tutto grazie anche ai miei amici Ubaldi, Turla e Sofer.
Quando è cominciata quest’avventura ci eravamo preposti un obiettivo, a mio avviso lo abbiamo già raggiunto. Oggi l’Ascoli è una società alla quale tutti guardano e che aspettano al varco, è la squadra che tutti vogliono copiare e battere. Ci è stato chiesto e concordato, ora lo abbiamo raggiunto. Lo affermo oggi, proprio dopo una sconfitta. Non per spostare l’attenzione, ma perché quando siamo entrati non era facile immaginare che questa situazione sarebbe stata realizzabile in così poco tempo ed in maniera così credibile, ma l’impegno di tutti lo ha reso possibile.
Oggi credo che sia giusto finalmente lasciare la parola esclusivamente al campo, con i suoi interpreti principali, cioè i calciatori e tutto lo staff tecnico. Fino ad ora sono stato molto visibile, proprio per suggellare questo patto, oggi ritengo sia fondamentale che ognuno si concentri sul lavoro reale, cioè il calcio giocato e i risultati che tutti agogniamo. Il Dispaccio va in stand-by, per non diventare ripetitivo ed egocentrico. Rimango sempre a disposizione per ogni volta che sarò chiamato in causa e ci sarà bisogno di un mio intervento. Mi troverete sempre e, ovviamente, al fianco dei ragazzi e del mister. Sarò con loro nel quotidiano, a protegger loro le spalle, e se domani ci sarà chi vuole prendersela con qualcuno, allora quello sarò di nuovo io. Sono certo che concentrandoci, finalmente, sul calcio vero ci toglieremo delle soddisfazioni.
Non a caso parlo di calcio vero, perché l’episodio che è successo ieri sera non mi va nemmeno di commentarlo, rientra in tutto ciò che noi non consideriamo sport. Quello che abbiamo vissuto non è calcio, è un problema sociale evidente e come tale va affrontato dagli enti preposti. Il nostro intervento nel sociale lo portiamo avanti tutti i giorni, là dove possiamo intervenire, dove possiamo sviluppare prevenzione e formazione di giovani, degli uomini di domani, per renderli cittadini e persone migliori ed è tutto quello che stiamo facendo con grande impegno. Un nostro tesserato ha subito un’aggressione e noi stiamo con lui, sempre, in tutto e per tutto. Qualunque cosa possa servire. Non voglio spendere altre parole sull’accaduto perché non le merita.
Concludo tornando a noi, ribadendo che nessuna squadra ci ha mai messo sotto e questa è la prova del lavoro che stiamo facendo. Tutti quelli che mi incontrano continuano a ringraziarmi, ma posso dire che, fino ad ora, ho solo portato avanti i miei principi. Sono fiero di noi tifosi, siamo, sia in casa che in trasferta, un esempio di tifo e di comportamento. Non buttiamo per terra neanche un pezzo di carta. Ho visto le altre tifoserie, non paragonabili alla nostra né come numero né come condotta. Non mi interessa puntare il dito sugli altri, ma solo riconoscere quello che siamo noi. Tanto mi basta.
Ci vediamo allo stadio e continueremo a rimanere in contatto, tifosi, media e giornalisti, sono qui ogni volta che vorrete. Ma ora più di prima, testa al campo.
Lunga vita alla Regina”.
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