
ESCLUSIVA TG – Salerno: “Primo la riscossa morale e il risveglio degli animi sopiti, mortificati e delusi e poi individueremo i soggetti che possano acquistare il Torino”
Roberto Salerno è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Salerno è un economista tributarista, presidente del Torino Women. Nel 2005 dopo il fallimento del Torino e l’intervento dei “lodisti” si era prodigato affinché si trovasse una soluzione fra Giovannone e Cairo. Oggi, dopo vent’anni di presidenza Cairo, insieme all’avvocato Marengo sta cercando di individuare nuovi soggetti tra imprenditori e professionisti che possano dar vita, nel rispetto della storia e dei valori granata, a una nuova proprietà per il glorioso club granata del quale è tifoso.
Lei e Marengo avete pensato di cercare se ci fosse qualcuno, possibilmente in Piemonte, disposto a comprare il Torino. I tifosi granata aspettano questo come la manna dal cielo. Ma esattamente come avete deciso di muovervi? In che direzione state prodigando i vostri sforzi?
“Tutto nasce dal ventennio cominciato nell’agosto del 2005 e conclusosi nell’agosto 2025 a fronte del quale ho rilasciato un’intervista a La Stampa per tirare le somme su questo lungo periodo di gestione Cairo del Torino Fc che, purtroppo, a mio parere, si sono rivelati fallimentari.
Dopodiché ho avuto un moto irrefrenabile: bisogna porre fine a questo ventennio fallimentare tentando con tutto l'impegno, la volontà e le forze possibili che si possono mettere in campo per restituire al popolo granata e alla città la squadra che fu un tempo.
Ma non solo, ogni sforzo e impegno per far tornare il Torino ai successi sportivi dovrà essere impiegato per rilanciare la tradizione e la leggenda granata dando di nuovo dignità a quel cuore, a quel DNA granata che in questi vent'anni è stato letteralmente mortificato e sbiadito.
L’attuale Torino è anonimo, incolore, titubante, non è né carne né pesce, risultato di un approccio strutturale di questa presidenza priva di alcuna passione granata, priva di sentimento e affetto nei confronti dei valori granata.
Questa mortificazione è palpabile e si vive un clima che va persino al di là della contestazione degli Ultras che sono manifestazioni spontanee di dissenso nate dalla delusione e dalla mortificazione di un tifo senza se e senza ma.
Al di là delle manifestazioni spontanee che danno il segno di questo clima totalmente negativo e mortificato, ci sono tanti tifosi e sportivi e c’è una città che hanno subito per troppi anni questo clima e questo approccio da parte di chi ha gestito la squadra: un danno enorme sul piano del patrimonio storico, dei sentimenti, della tradizione e della leggenda granata.
Dopo aver tirato queste tristi somme, ho chiesto a Marengo se se la sentiva di condividere con me lo sforzo di restituire a quella squadra, che abbiamo tutti nel cuore, i suoi valori e i suoi ideali e dare di nuovo dignità a quel colore granata e a quel DNA che ha sempre avuto. Marengo ha accettato di buon grado questo mio invito e quindi siamo “partiti” con questo obiettivo”.
Ma in concreto, state andando a bussare alle porte di imprenditori per trovare chi sia disposto a comprare il Torino?
“E’ chiaro che abbiamo cominciato col guardarci intorno ma, prima di tutto ci siamo dati un metodo e tracciato un percorso con la premessa, e ci tengo a sottolinearla, che sono attaccato come visione a una squadra che mantenga Torinesità e Piemontesità.
Torino e il Piemonte sono storicamente la culla del Toro per questo credo che la città e la regione si debbano scuotere dall’apatia in cui questa gestione ha fatto cadere tutti squadra compresa.
Quindi, il mio primo obiettivo è quello di scuotere gli animi e risvegliarli, chiamando all'appello non solo i tifosi, ma tutta la città sportiva e storica e tutta la comunità umana che è Torino e il Piemonte.
Una scossa per una riscossa morale ed etica della città e della regione, un risveglio degli animi sopiti, mortificati e delusi e una volta risvegliati gli animi, moralmente ed eticamente, allora lavoreremo per individuare i soggetti che potranno dare vita ad una compagine adeguata alla gestione del Torino Fc”.
Però se noi guardiamo non solo il calcio italiano ma anche quello straniero, più che imprenditori locali ci sono fondi o gruppi provenienti da qualunque parte del mondo che possono mettere cifre tanto importanti da poter gestire una squadra a un certo livello. Secondo voi in Piemonte e nella città di Torino ci può essere un imprenditore che abbia tutta questa disponibilità economica e che sia disposto a mettere i soldi per allestire una squadra di calcio che ottenga risultati?
“Le rispondo prendendo ad esempio il Torino di Pianelli, era una società che non aveva un uomo solo al comando, come attualmente è questa gestione, Pianelli aveva la maggioranza del club e poi c’erano una serie di imprenditori torinesi che detenevano la minoranza e c’erano uomini validi oltre che tifosi come Navone e tanti altri.
Quello che credo sia importante, dopo aver svegliato gli animi e il cuore della città e della nostra regione, individuare un gruppo all'interno del quale un soggetto più forte possa rappresentare questa nuova compagine.
Ribadisco il concetto, se noi parlassimo di una qualunque società calcistica, tutte hanno una tradizione per carità, potremmo dire Bologna, Genova, la Juventus, etc. tutte squadre che hanno storia e tradizione, sarebbe un conto però parlando del Torino non può essere la stessa cosa.
Il Torino non è solo una società di calcio di serie A, ma è un patrimonio di valori, di storia e di primati unico al mondo. Noi non possiamo trattare il Torino come qualunque altra società, il Torino è una leggenda, un gioiello di tradizione e di storia.
In virtù di queste premesse, il Torino Fc non può non avere un radicamento nella città e nella nostra regione per cui quello che io ho più a cuore è che debba essere presente una Torinesità ed una Piemontesità come filo conduttore che unisce tutta la nostra storia.
Se poi, all'interno di queste realtà identitarie, escludendo l’ipotesi di un uomo solo al comando, c’è un imprenditore di maggioranza con risorse economiche come possono essere i fondi d’investimento, già tanto presenti nel calcio italiano, non voglio escluderlo ma deve essere chiaro che non sto lavorando per una società che sia posseduta da stranieri e lotterò perché il Toro sia significativamente torinese e piemontese.
Sappiamo tutti che a Torino c’è la Juventus con una famiglia che ha fatto la storia di questa squadra, altrettanto torinese ma noi arriviamo ancora prima, la nostra è una tradizione ancora più forte e ancora più radicata nella città e nella regione con una tragedia che nella sua tragicità ci eleva a leggenda”.
Quindi, Torinesità anche nei vertici della società granata?
“Certo”.
Mettiamo che gli animi si risveglino e che lei e Marengo riusciate a trovare una Gruppo di imprenditori pronti a comprare il Torino, poi però bisogna andare a bussare alla porta di Cairo e lui potrebbe non voler vendere. E allora rimane tutto come adesso?
“Quando sarà ora ci penseremo. Ho già detto a Marengo che quando sarà ora si faranno tutti i passi che dovremo fare e non sarà un problema: così come abbiamo consegnato il Torino vent'anni fa a Cairo, nello stesso modo glielo “chiederemo indietro”.
Ovviamente nessuno può obbligarlo, più semplicemente quando saremo riusciti, spero, a costruire le condizioni morali e successivamente le condizioni materiali per una successione in questa gestione, a quel punto io e Marengo chiederemo a Cairo di sedersi a un tavolo di trattativa.
Naturalmente lo metteremo di fronte a una nostra proposta che oltre ad essere economica, rappresenterà anche e soprattutto quelle istanze etiche e morali a fronte delle quali non accetteremo l’avvio da parte di Cairo di una trattativa speculativa che io e Marengo non accetteremo mai.
Non si possono fare speculazioni sulla storia granata, sulla tradizione, sulla leggenda granata, sul significato umano, sociale, sportivo che questa squadra ha avuto in quasi 119 anni di esistenza e in particolare dagli anni del Grande Torino a oggi. Quindi non si possono fare speculazioni finanziarie ed economiche su una storia di questo genere. Personalmente sono disponibile ad un’ipotesi di valutazione se ci arriveremo. Se e quando ci arriveremo saranno normali delle valutazioni, ma dovranno essere adeguate e congrue, le speculazioni, lo ribadisco, non sono accettabili perché non si fanno speculazioni sulla pelle granata”.







