La squadra gioca bene ma non ottiene risultati. Sono parole già udite...

Marco Giampaolo, riuscito nell'impresa con il Torino di conquistare tredici punti in diciotto partite, prima del sacrosanto e tardivo esonero, era solito giustificare la mancanza di risultati rifugiandosi nei dettagli. Il Toro giocava un bel calcio, ma perdeva o faceva pochi punti per dettagli. Il fatto è che sono proprio i succitati dettagli a decidere molto spesso le partite, non si trattava certo di un'anomalia nel mondo pallonaro, solo un'arringa difensiva che ben si adattava ai fatti, ma da sola non reggeva neanche un po'. Giampaolo rappresentava il tecnico ideale per l'attuale società granata, uno che si adatta a ciò che ha, che lavora con il materiale a disposizione a testa bassa. E infatti fu lo stesso Giampaolo a ritenere Berenguer un trequartista di valore e Rincon un regista un po' diverso ma sempre un regista. Oggi, dalle dichiarazioni di Marco Baroni si evince un qualcosa di molto simile: "la prestazione c'è stata", "meritavamo di più".

Può darsi, ma al triplice fischio sono i risultati a emettere la sentenza, e questi non stanno arrivando, con una classifica altamente deficitaria e che con ogni probabilità, dopo il ritorno in campo, sarà persino peggiore. Una differenza non di poco conto con Giampaolo, oggi, c'è: la squadra appare superiore, con delle grosse lacune in difesa (per numero di interpreti) e sulle fasce (per gli interpreti stessi), ma superiore. E invece ci si ritrova a commentare la peggior difesa del campionato, con tredici gol subiti in sei partite (più di due a partite, un record), ben tre in più della penultima. In sostanza, le parole valgono meno dei fatti, e i fatti, al momento, rispetto alle dichiarazioni, dicono altro.