LIVE Baroni: "Con la Juve serve una gara di sentimento e coraggio, vogliamo entrare nella storia. Luce negli occhi e prestazione di valore. In porta Paleari"
Il Torino ha il tabù derby da sfatare, l’ultimo vinto risale al 26 aprile 2015, e negli ultimi 20 anni su 30 disputati in campionato, oltre a quella vittoria ci sono stati 7 pareggi e 22 sconfitte. I gol subiti sono stati 51 e quelli realizzati 16. In casa della Juventus poi l’ultimo successo risale al 9 aprile 1995.
L’allenatore del Torino, Marco Baroni, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con la Juventus in programma domani alle ore 18 all’Allianz Stadium.
Un pensiero su Don Robella, coinvolto in un incidente stradale.
"Aspettiamo notizie, siamo tutti vicini a Don Riccardo".
E' il derby con più differenze, negli ultimi 30 anni il Toro ha vinto una volta fuori e una in casa. Che sensazioni ha? Si rende conto che la vittoria allo Stadium sarebbe qualcosa di storico?
"La storia è importante ed è chiaro che il derby di Torino è di grande sperequazione come dimostrano i numeri e i dati degli investimenti fatti dalle società o delle differenze. Ma credo che noi dobbiamo portare quel sentimento, incarnare la storia bellissima del popolo granata, del Torino portando in campo una partita di grande forza, sentimento e coraggio. Questo è ciò che dobbiamo fare per provare quest’impresa".
Come si affronta dal punto di vista tecnico la Juve di Spalletti? Ci sono delle differenze?
"Sì, ci sono differenze. La squadra sta bene fisicamente e questo è merito di Igor Tudor, però Spalletti è un allenatore costante che ha sicuramente toccato i tasti giusti. La squadra sta bene, ma non è … tanto sappiamo che sono forti e quindi dobbiamo guardare a noi stessi: vogliamo portare in campo una partita di grande valore per giocare contro una squadra come la Juve devi fare una partita di valore, come ho detto prima, grande attenzione, compattezza e dedizione. Domani abbiamo questa grande opportunità di portare questi valori che poi sono i valori che costruiamo in settimana allenamento dopo allenamento”.
Servirà la partita perfetta, ma per le qualità attuali del suo Torino è più importante l’aggressività e la qualità tecnica che avete davanti oppure alzare la soglia d’attenzione un po’ più in alto?
“Sono partite che non lasciano spazio a momenti di disattenzione, vanno vissute pallone su pallone, metro per metro e serve intensità, grande attenzione e con presenza individuale e di squadra. Per alzare il livello prestativo individuale e di squadra ci serve questo. Non mi piace parlare di partite perfette perché il calcio è uno sport d’errore, che ci sta, ma giocare con voglia, determinazione e coraggio dentro i nostri valori e la bellezza della storia del Toro".
Il Toro non vince il derby da 10 anni questo mette pressione sui giocatori?
"La pressione sarà dovuta ai valori che ci saranno in campo. Come ho detto, portare la bellezza dei nostri valori, essere consapevoli di giocare contro una squadra forte, ma il Torino, la mia, la nostra squadra ha lavorato e sta migliorando. Domani dobbiamo scendere in campo con la luce negli occhi, con coraggio e con una partecipazione di grandissimo valore e fare una partita di grandissimo valore: questo è ciò che ci serve".
Che settimana è stata con l’allenamento a porte aperte e la vista del presidente Cairo? Quanta voglia c’è di invertire il trend degli ultimi anni?
"La voglia è tanta e poi lo sapete benissimo che nel calcio ci sono le difficoltà in campo. La squadra è accesa, sente. Dopo abbiamo la rifinitura e chiudiamo il lavoro e poi siamo dentro la partita”.
Ismajli l’anno scorso giocando con l’Empoli praticamente annullò Vlahovic attirando su di sé l’attenzione della Juventus e della sua Lazio. Può essere lui l’uomo giusto in difesa facendo concorrenza a Tameze?
“Non è un ballottaggio, sono due giocatori che stanno bene e sicuramente uno parte e l'altro sarà della partita quindi mi riservo ancora la seduta di rifinitura per valutare. Sono però due giocatori di affidabilità e pronti a queste partite”.
Essendo squalificato come vivrà la partita e cosa cambia avere in panchina Colucci? L’allenatore del Paris Saint Germain, Luis Enrique, ultimamente preferisce vedere le partite dalla tribuna perché si capiscono meglio le situazioni, è così?
“Questo lo lascio a lui. E’ un grande dispiacere per me non essere in panchina, ma allo stesso tempo sarò e vivrò, sono partite che vanno vissute insieme, con la squadra anche se un pochettino da più distante. Colucci sarà al mio posto, è un allenatore che ha sempre fatto il primo che ha grandi valori sia morali sia professionali e necessita anche di pochi input. Viviamo tutti i giorni insieme la squadra e sia lui sia il mio staff hanno tutto ciò che serve per fare questa partita. Io sarò un pochettino più distante”.
Ci sono 14 giocatori che non hanno finora mai vissuto il derby in campo quindi come si prepara la partita? C’è qualche cosa che l’ha ispirata leggendo libri o sentendo dichiarazioni di chi ha giocato qui in passato?
“Ci sono delle situazioni, ma le tengo per me e per la squadra. Quello che è importante in questo momento è crearsi …., è la settimana, avvicinarsi a queste partite. Ciò che chiedo alla squadra è vivere queste partite, giocarle, sentirle. E’ una grande opportunità che non va sprecata non giocando la partita. E’ vero che chi ha più percorso ha più esperienza, ma io la giro sempre nella grande opportunità per chi non l’ha ancora giocato e questo deve essere un moltiplicatore in più di energie. Il derby richiede questo: un moltiplicatore di energie e noi le dobbiamo trovare, avere e le abbiamo coltivare in settimana e le porteremo in campo”.
Che rapporto ha con Spalletti, visto che oltretutto siete entrambi toscani? Cosa le piace di lui?
"Luciano ha grandissima esperienza e ha rappresentato anche un punto di riferimento quindi grande stima e rispetto. Ha una grande opportunità e so che se la giocherà bene. Però noi domani cercheremo di complicare il più possibile la vita alla Juventus perché, come ho detto, è La Partita e all’interno di tutte le difficoltà che riserva c’è anche la grande opportunità e dobbiamo guardare a questo".
Come sta Nkounkou? Per lui sarà un’occasione?
“E' una delle situazioni che sto valutando. E' a disposizione e sta bene, se non parte subentra. E’ un giocatore di affidabilità che era in un trend di crescita, ha avuto questo piccolo intoppo, e lo riaspetto dove l'ho lasciato".
Come sta Israel? Ha forse troppi pochi allenamenti per tornare in porta?
“Israel sta rientrando e sta sempre meglio, ma le prestazioni, la voglia e, la determinazione e lo spirito con cui ha giocato Paleari ci permette di non forzare il suo rientro. Domani ci sarà Paleari dal 1’ minuto".
Forse un altro dubbio che deve sciogliere è in cabina di regia: Asllani o Ilic?
"Vorrei chiarire una cosa: sono due giocatori di grande e non è che l'ingresso di Ilic è stato perché Asllani è sceso. Diciamo che Ilic è salito nel livello prestativo. Proprio in un ruolo fondamentale dove occorre molta qualità sto cercando di gestire al meglio le qualità dei due e quindi le rotazioni stanno all’interno di questo, di una crescita di valore di entrambi che va gestita nel migliore dei modi e non perché l’uno o l’altro fa meno bene".






