ESCLUSIVA TG – Sabella (TC Salento Granata): “Per il Torino con il Lecce sarà una gara difficilissima. Con il Toro Cairo ha fallito: il calcio non è solo bilanci, ma passione e ambizione”
Gianni Sabella, membro del consiglio direttivo Toro Club Salento Granata, è stato intervistato da TorinoGranata.it. Con Sabella abbiamo parlato del momento del Torino che è reduce dalla pesantissima, 1-5, sconfitta con il Como e che domenica affronterà in trasferta il Lecce provando a voltare pagina.
La sconfitta con il Como ha riaperto nel Torino problematiche che sembravano essere superate dopo il filotto di sei risultati utili consecutivi. C’è da preoccuparsi?
“E’ una costante in tutti questi anni infatti sembra come se ci fosse qualcosa ci impedisce di godere in maniera totale. Puntualmente ogni volta che abbiamo un periodo positivo, appena si riaccende un po' di entusiasmo succede sempre qualcosa di pesante. In effetti la partita con il Como è stata caratterizzata da una brutta prestazione, ma non tanto nell'insieme, soprattutto dopo il secondo gol subito, anche se Baroni dice dopo il terzo, perché siamo usciti dal campo. Invece nella prima parte della gara, nel primo tempo il Toro mi è piaciuto. Il Como giocava bene e anche noi cercavamo di mantenere i loro ritmi e siamo stati in campo.
Adesso con il Lecce arriva una partita brutta. Mi fa venire un po’ in mente qualche anno fa, febbraio 2020, quando dopo una pesante sconfitta in casa con l'Atalanta per 7 a 0 poi appunto andammo a Lecce e subimmo una sconfitta altrettanto pesante, 0-4. Spero sinceramente che questo non avvenga e mi auguro anche nel rientro dall’infortunio di qualche giocatore.
E’ inutile nascondersi, purtroppo noi abbiamo 11-12, voglio esagerare, 13 giocatori titolari, ma non abbiamo una panchina altrettanto valida e quindi subiamo gli avversari appena manca qualche titolare e infatti i problemi della squadra si ripropongono con tutte le loro evidenze e lo si è visto anche lunedì col Como nel momento in cui si è trattato di fare i cambi che abbiamo perso completamente la bussola”.
Tra l'altro il Torino ha subito 21 gol in 12 giornate ed ha la peggior difesa della Serie A e per giunta segna anche abbastanza poco, 11 reti. Oltretutto Simeone, il capocannoniere con 4 gol, è infortunato. Zapata, a seguito dell’infortunio della scorsa stagione, non è ancora al top della condizione atletica e Adams ogni tanto segna, ma per caratteristiche non è il classico centravanti. Quindi ci sono almeno due grandi problemi da risolvere?
“Il problema è che se subisci tanto e segni poco poi si paga il conto. È vero però anche che abbiamo subito tante reti, 13, in 3 partite e ci sono state pure alcune prestazioni di carattere. Secondo me, purtroppo, non avendo giocatori o una squadra forte, o se vogliamo abbastanza tecnica, continueremo ad avere grossi problemi con le squadre di bassa classifica perché queste formazioni non ti concedono spazi e noi abbiamo difficoltà a crearceli. Infatti non è stato un caso che abbiamo perso col Parma, abbiamo pareggiato, con un po' di difficoltà, con il Pisa e poi ci siamo presi questa vagonata di gol in casa con il Como. Mentre con squadre importanti, ad eccezione delle prime partite con Inter e Atalanta, tutto sommato abbiamo fatto ottime prestazioni a Roma, a Bologna e anche nel derby dove abbiamo tenuto bene il campo. Quindi le prestazioni con le grosse squadre ci sono state. Il problema è che abbiamo difficoltà a segnare e/o a imporre il nostro gioco e quindi con le piccole è difficile.
Sono sicuro che sarà difficilissimo con il Lecce perché loro sanno fin dalla prima giornata che hanno un campionato duro e infatti il loro obiettivo è salvarsi. Noi, invece, abbiamo una squadra molto giovane e non abbiamo uno spessore tecnico e caratteriale tale da imporci su certi campi. Spero davvero che il Toro non finisca per essere risucchiato nella corsa di chi lotterà per salvarsi perché in quel caso saremmo una delle squadre un po' più in difficoltà. Poi se dovessimo riuscire a non avere continui infortuni che si protraggono nel tempo e determinano un calo di qualità della squadra, allora potremmo restare in una zona della classifica di tranquillità. E’ inutile illudersi nell'Europa perché è più facile che si venga risucchiati nei bassi fondi perché per andare in Europa bisogna avere altro spessore. Negli ultimi 20 anni l’unica volta che abbiamo avuto una squadra che aveva certi valori è stato nel 2013-’14 con Ventura, però avevamo Cerci e Immobile e due giocatori di questo tipo da diversi anni non ce li abbiamo più e quindi si fa fatica”.
E’ forse un vantaggio domenica giocare fuori casa visti i fischi ricevuti non solo dalla proprietà, ma anche dalla squadra nella gara col Como?
“Sicuramente sì. Purtroppo, l'ambiente del Torino è un po' inquinato da 20 anni e più da grosse difficoltà e quindi è difficile e ogni anno sembra quasi sempre di sentire la stessa stridente musica: si parte con qualche ambizione in più rispetto alla conclusione del campionato precedente e poi puntualmente durante la stagione si ripete la stessa storia. Noi tifosi del Toro siamo passionali, vogliamo veramente bene alla squadra e lo manifestiamo con tanto amore, ma con altrettanta passionalità contestiamo quando le cose negative poi puntualmente si ripetono ogni anno. E’ il rovescio della medaglia.
Sicuramente il vantaggio ambientale di giocare in trasferta il Torino lo avrà. Ma la squadra granata troverà un ambiente caldo perché il Lecce, che non è una grossa squadra, ha però le caratteristiche proprie di chi deve lottare ogni partita per racimolare punti per raggiungere la salvezza. Noi domenica vedremo quale potrà essere il nostro campionato: da centro classifica, tipo quello dell'anno scorso senza ambizioni e senza rischi, oppure in caso di sconfitta a Lecce, speriamo di no, le cose si faranno veramente complicate perché poi si tornerà a giocare in casa due volte, prima con il Milan e poi con la Cremonese, e nel caso l'ambiente sarà quello che sarà.
Sino a gennaio non penso che possa succedere niente di particolare e nel frattempo spero che Baroni riesca veramente a mettere insieme i pezzi e ad allestire una squadra che non commetta più passi falsi così clamorosi. Anche perché, tutto sommato, senza la sconfitta di lunedì veniva da buone prestazioni. Io per primo avrei messo la firma per avere 14 punti dopo le prime 11 giornate. I campanelli d'allarme però erano risuonati più volte: dopo il pareggio in casa per a reti inviolate con la Fiorentina, anche se pensavamo fosse un risultato importante, la sconfitta a Parma, il pareggio, di nuovo in casa, con il Pisa e appunto la sconfitta con il Como. Sono campanelli d'allarme preoccupanti perché non sarà sempre facile andare a fare punti con Napoli, Roma o Bologna. Dobbiamo ringraziare proprio questi risultati importanti, fatti con squadre molto più forti di noi, che ci stanno tenendo fuori dalla zona pericolosa, ma non so se saremo in grado di ripeterli. Se steccheremo due o tre partite consecutive veramente la cosa si farà complicata”.
Ha accennato al mercato di gennaio, a Cairo è stato già anche chiesto se ci saranno degli interventi e il presidente ha dato la solita risposta: “Abbiamo davanti ancora tante partite, poi faremo tutte le considerazioni. Se opportuno interverremo”. Affermazioni che di certo non hanno soddisfatto i tifosi.
“Per una persona come Cairo che centellina qualsiasi tipo di spesa è difficile riuscire a prendere qualche giocatore importante a gennaio. L'unica mia speranza è che quei 12-13 giocatori, ai quali facevo riferimento all'inizio, non subiscano più infortuni che li tengano fuori diverse giornate e che Zapata possa, giocando un po' più spesso, riacquistare un po' di forma in modo da poter dare il suo apporto perché veramente segniamo pochissimo. Ribadisco, il segnare poco è preoccupante per una squadra che a volte subisce troppo.
Vedo questo campionato come un altro anno di sofferenza e spero, come l'anno scorso, che riusciremo sempre a rimanere un gradino sopra la zona pericolosa. Ho paura perché se verremo risucchiati sarà veramente difficile non avendo giocatori adatti a fronteggiare sia la piazza, che contesterebbe ancora di più, sia le avversarie che sono più abituate e attrezzate per lottare per la salvezza. Nelle intenzioni il Torino era stato allestito per affrontare un campionato tranquillo con la presupposta ambizione di un possibile approdo in Europa, magari in Conferenze League, e rischia invece di trovarsi a dover disputare tutto un altro tipo di campionato. Purtroppo è un vero peccato perché ogni volta che c'è da fare quel salto di qualità oppure dare continuità a certi risultati, c'è sempre qualche risultato veramente negativo, un tonfo che fa più rumore dei risultati positivi che si sono fatti in precedenza”.
Voi come Toro Club Salento Granata domenica starete allo stadio per sosterrete la squadra?
“Sì, assolutamente sì. La squadra alla fine, secondo me, va sorretta perché è inutile che noi pensiamo o pretendiamo dalla nostra squadra chissà quale campionato. Quale sia il nostro campionato è evidente perché non abbiamo giocatori di qualità. Sempre vengono venduti i giocatori migliori per acquistarne altri a bassissimo costo. Non abbiamo una rete di osservatori che ci consentano di prendere qualche giovane veramente valido e ci fidiamo dei vari procuratori che propongono di volta in volta calciatori che non sono i migliori che hanno e quindi di questo passo è difficile riuscire ad allestire una squadra competitiva. Non mi stanco di ripeterlo, non abbiamo mai una rosa, e per rosa intendo almeno 17, 18, 20 giocatori, che sia valida. Diciamo che forse siamo sfortunati perché quando arrivano al Torino rendono al di sotto delle loro possibilità.
E’ mai possibile che in 20 anni non ci sia stato un anno che per sbaglio siamo riusciti a fare come il Bologna o come sta facendo adesso il Como? E’ veramente difficile da accettare perché la piazza di Torino è importante, non è una piazza come Lecce. Purtroppo ormai viviamo di ricordi e la nostra realtà oggi è questa. O si hanno le forze finanziarie per allestire una squadra importante oppure bisogna ingegnarsi e purtroppo Cairo in questo, nonostante i 20 anni di presidenza non l'ha capito. Avrebbe dovuto per prima cosa circondarsi di persone valide e dar loro fiducia e invece è un accentratore e vuole fare tutto lui. Questo può andare bene un anno, due, tre, ma non alla lunga e quando vedi che i risultati non arrivano allora non puoi continuare così perché ti fai male.
Francamente, qualche volta ho pensato che da parte di Cairo si tratti di una cosa scientifica, nel senso che nel momento in cui il Torino comincia ad avere una squadra che con pochi ritocchi potrebbe puntare all'Europa lui sistematicamente la smantellata. E’ come se non ci fosse proprio la volontà di andare in Europa. Forse perché andare in Europa significherebbe avere una rosa di 26-27 giocatori forti e aumenterebbero i costi degli ingaggi e sicuramente i giocatori della rosa busserebbero alla sua porta per chiedere aumenti e quindi questo spaventa Cairo. L'obiettivo di Cairo è galleggiare in una zona tranquilla che gli permetta di non retrocedere, ma che altrettanto eviti di andare in Europa. Le competizioni europee è vero che danno un po' di palcoscenico in più e fanno incassare qualche soldo, però i costi che dovrebbe sostenere per allestire una squadra che possa far fronte sia all'Europa sia al campionato per lui non giustificano assolutamente gli investimenti e poi ci sarebbe il rischio di vedere il bilancio in rosso con tutte le conseguenze del caso. Quindi, secondo me, c'è proprio questa volontà altrimenti diversamente non si spiega la mediocrità del continuare a galleggiare senza qualche ambizione in più.
Noi tifosi, purtroppo, gioco o forza dobbiamo accettare di essere alla stessa stregua, con tutto il rispetto parlando, di un Verona, un Lecce, una Udinese e di qualsiasi squadra che lotti per salvarsi. Oppure viviamo di ricordi e speriamo che qualche sceicco o fondo di turno possa farci rivivere i fastidi di un tempo. E’ una situazione veramente difficile e non si vede neanche all'orizzonte qualcuno che effettivamente abbia la volontà seria di rilevare il Toro”.
Questa è un'opinione solo sua o più o meno è diffusa fra tutti gli appartenenti al vostro Toro Club?
“All'interno del Toro Club Salento Granata, come è giusto che sia, c'è chi è più ottimista e chi meno, chi è realista e chi spera in un futuro diverso e migliore. Il pensiero all'interno del gruppo è variegato. Mia opinione, per riuscire ad essere ottimisti ci vuole veramente una buona dose di incoscienza dopo 20 anni nei quali sono stati sempre perpetrati gli stessi errori ed è per questo che in molti c’è un po' di scoramento. Certo noi dovremmo amare il Toro e dovremmo sostenerlo con tutte le nostre forze e poi contestare, sempre civilmente, in tutte le sedi opportune il “progetto” di Cairo.
Con il Torino Cairo ha fallito, continua ad essere un presidente che da un punto di vista di bilanci ci fa stare un po' più tranquilli, però il calcio non è solo bilanci, è passione, è anche un pizzico di ambizione e non è un caso che tutti i giocatori un po' più bravi, dopo aver fatto magari un anno o due da noi, poi hanno intenzione di cambiare aria. L'ambizione porta anche ad avere progetti, obiettivi, cosa che noi, purtroppo, da tanti anni non abbiamo più”.








