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Torino, il 4 maggio di Cairo: da solo a Superga, contestato da 20mila persone in cittàTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 09:32Serie A
di Emanuele Pastorella

Torino, il 4 maggio di Cairo: da solo a Superga, contestato da 20mila persone in città

E’ stato diverso e speciale, tra ricordo e contestazione. Perché a 76 anni dalla tragedia del Grande Torino a Superga, il popolo granata è sceso in piazza e ha sfilato per le vie del centro per ricordare gli Invincibili e contestare il presidente Cairo. Una vera e propria marea è partita da piazza Solferino, davanti al bar Norman, ed è arrivata ai piedi del colle, in piazza Modena, passando da piazza Castello, via Po, piazza Vittorio Veneto e corso Casale. E, quasi come un fiume in piena, oltre ai tifosi ha raccolto curiosi e pure qualche turista durante il percorso, con il serpentone che nei momenti di picco ha superato le 25mila presenze (ottomila per la Questura di Torino). Una manifestazione che, oltre a rappresentare l’orgoglio della gente del Toro in una giornata speciale come questa e dedicata al ricordo degli Invincibili, aveva l’obiettivo di esprimere dissenso verso la gestione ultraventennale del presidente Urbano Cairo. “Vendi e vattene” la colonna sonora che ha accompagnato la marcia e che ha costretto il numero uno del club a cambiare i programmi di giornata: niente visita al Cimitero Monumentale e blitz in solitaria a Superga, insieme al figlio Federico, consapevole del clima bollente che si respira nella piazza.

Quasi un unicum, durante la sua presidenza, dal momento che soltanto una volta aveva rinunciato alla salita insieme ai tifosi al colle, quando la squadra annaspava in serie B 15 anni fa.

Poi Cairo ha lasciato la città e la squadra ha seguito la “scaletta”, con l’arrivo alla basilica tra alcune migliaia di persone. Don Riccardo Robella ha officiato messa ricordando gli Invincibili, infine il momento più toccante della lunga giornata a tinte granata: è toccato a capitan Duvan Zapata leggere i nomi di Valentino Mazzola e compagni. Ha impiegato qualche istante per prendere fiato, d’altra parte era al suo primo 4 maggio con la fascia e con l’onere e l’onore di scandire i 31 caduti in quel tragico giorno del 1949, e non ha nascosto l’emozione. "Campioni, campioni, campioni" l’urlo che si è alzato, spontaneo, dalle persone che erano riuscite a raggiungere il vialetto della lapide. La giornata si chiusa intorno alle 18.40, con la squadra che ha lasciato Superga e i tifosi che hanno contestato il direttore tecnico Davide Vagnati.