
Turris, futuro in bilico: tra ipotesi Raiano e sogno torrese, cresce lo spettro dell’anno sabbatico
Il futuro della Turris è ancora avvolto da una fitta nebbia di incertezza. A Torre del Greco si respira un’aria sospesa, tra voci, smentite e scenari possibili, mentre il tempo scorre inesorabile e l’ipotesi più temuta — quella di un anno di inattività — comincia a prendere pericolosamente forma.
Nei giorni scorsi, scrive TuttoTurris, a catalizzare l’attenzione del dibattito cittadino era stata l’indiscrezione su un presunto interesse del gruppo Abbate, attualmente alla guida dell’Ercolanese, per un progetto di rilancio del calcio corallino. Un’ipotesi che, tuttavia, è stata prontamente e categoricamente smentita dalla stessa FC Ercolanese: “La proprietà, nelle persone dei presidenti Panariello e Abbate — si legge in una nota ufficiale — smentisce categoricamente ogni voce circa un possibile inserimento del gruppo Pac Gel nel progetto Turris, ribadendo la volontà di proseguire esclusivamente con il proprio progetto a Ercolano”.
Con questa porta chiusa, restano in piedi due sole strade per garantire un futuro immediato al calcio torrese, con la concreta possibilità di dover ripartire dal campionato di Eccellenza.
La prima è la cosiddetta “pista Raiano”, che prevede la richiesta di iscrizione in sovrannumero ai sensi dell’articolo 52 delle NOIF, con la creazione di una nuova società e l’acquisizione di un titolo sportivo “pulito”. Una soluzione che richiede però il versamento di 100mila euro a fondo perduto e, soprattutto, il coinvolgimento diretto dell’amministrazione comunale: sarà il sindaco Luigi Mennella a dover formalizzare la richiesta in FIGC per dare concretezza all’ipotesi.
L’altra opzione è rappresentata dalla “Turris dei torresi”, un progetto che porta la firma dell’ex presidente Rosario Gaglione. La sua proposta punta alla nascita di una cordata imprenditoriale totalmente locale, capace di rilanciare il club attraverso un modello partecipativo, sulla scia di quanto avvenuto in passato con la Gaudianum Torrese. Ma anche in questo caso, oltre qualche contatto esplorativo, non si è ancora giunti ad alcun passo operativo.
In sintesi, nessuna delle due ipotesi ha al momento compiuto un reale scatto in avanti, e il tempo comincia a diventare un nemico sempre più pressante. Se nelle prossime settimane non si registreranno sviluppi concreti, la Turris rischia per la prima volta in oltre ottant’anni di storia di fermarsi davvero, restando fuori dai campionati per un’intera stagione. Uno scenario drammatico, che segnerebbe una cesura profonda nella storia calcistica di Torre del Greco.
Nei giorni scorsi, scrive TuttoTurris, a catalizzare l’attenzione del dibattito cittadino era stata l’indiscrezione su un presunto interesse del gruppo Abbate, attualmente alla guida dell’Ercolanese, per un progetto di rilancio del calcio corallino. Un’ipotesi che, tuttavia, è stata prontamente e categoricamente smentita dalla stessa FC Ercolanese: “La proprietà, nelle persone dei presidenti Panariello e Abbate — si legge in una nota ufficiale — smentisce categoricamente ogni voce circa un possibile inserimento del gruppo Pac Gel nel progetto Turris, ribadendo la volontà di proseguire esclusivamente con il proprio progetto a Ercolano”.
Con questa porta chiusa, restano in piedi due sole strade per garantire un futuro immediato al calcio torrese, con la concreta possibilità di dover ripartire dal campionato di Eccellenza.
La prima è la cosiddetta “pista Raiano”, che prevede la richiesta di iscrizione in sovrannumero ai sensi dell’articolo 52 delle NOIF, con la creazione di una nuova società e l’acquisizione di un titolo sportivo “pulito”. Una soluzione che richiede però il versamento di 100mila euro a fondo perduto e, soprattutto, il coinvolgimento diretto dell’amministrazione comunale: sarà il sindaco Luigi Mennella a dover formalizzare la richiesta in FIGC per dare concretezza all’ipotesi.
L’altra opzione è rappresentata dalla “Turris dei torresi”, un progetto che porta la firma dell’ex presidente Rosario Gaglione. La sua proposta punta alla nascita di una cordata imprenditoriale totalmente locale, capace di rilanciare il club attraverso un modello partecipativo, sulla scia di quanto avvenuto in passato con la Gaudianum Torrese. Ma anche in questo caso, oltre qualche contatto esplorativo, non si è ancora giunti ad alcun passo operativo.
In sintesi, nessuna delle due ipotesi ha al momento compiuto un reale scatto in avanti, e il tempo comincia a diventare un nemico sempre più pressante. Se nelle prossime settimane non si registreranno sviluppi concreti, la Turris rischia per la prima volta in oltre ottant’anni di storia di fermarsi davvero, restando fuori dai campionati per un’intera stagione. Uno scenario drammatico, che segnerebbe una cesura profonda nella storia calcistica di Torre del Greco.
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