
Udinese, partenza sprint: dopo San Siro anche Pisa conquistata. Terzo posto e fiducia in crescita
Le partenze sono ormai diventate una specialità di Kosta Runjaic. Come un anno fa, l’Udinese apre il campionato col piede giusto e, dopo il colpaccio al Meazza contro l’Inter, si ripete all’Arena Garibaldi di Pisa, imponendosi 0-1 grazie al primo gol stagionale di Iker Bravo. Sette punti in tre gare, terzo posto momentaneo dietro solo a Napoli e Juventus (in attesa della Cremonese) e una fiducia che cresce di giornata in giornata: i bianconeri arrivano così all’appuntamento di sabato sera con il Milan da una posizione di classifica invidiabile e con rinnovate certezze.
Il primo tempo è vivace, con l’Udinese che costruisce l’azione del vantaggio al 22’: Atta inventa sulla trequarti, serve Davis che scambia di prima e, dopo un batti e ribatti in area, il pallone finisce sul destro di Bravo. Lo spagnolo non sbaglia: botta potente e Semper battuto. Un gol che vale oro, visto che il Pisa aveva già avuto la chance per colpire con Moreo, impreciso sotto porta.
Nella ripresa la gara resta equilibrata: i nerazzurri spingono alla ricerca del pari con Leris, Nzola e Tramoni, ma la difesa friulana regge l’urto. Al 60’ arriva anche l’atteso debutto in bianconero di Nicolò Zaniolo, entrato al posto di Bravo: generoso, ma ancora lontano dall’essere decisivo. L’ultimo quarto d’ora è un assalto pisano, sterile però contro la retroguardia organizzata da Runjaic. Al triplice fischio l’Udinese può festeggiare il secondo colpo esterno consecutivo.
Se c’è un reparto che ha fatto la differenza, è senza dubbio la difesa. Kristensen si conferma leader assoluto: il danese, da centrale, sembra rinato e non fa rimpiangere Bijol, anzi, dà l’impressione di essere pronto a prendersi definitivamente le chiavi del pacchetto arretrato. Al suo fianco Solet alterna chiusure sontuose a qualche sbavatura di troppo, figlia forse di un’eccessiva sicurezza, mentre il giovane Bertola cresce di partita in partita, trasmettendo solidità. Da registrare, invece, i piedi di Sava: partire dal basso così è come giocare con il fuoco.
A centrocampo, Atta illumina con i suoi strappi: quando accelera palla al piede, l’Udinese cambia marcia e diventa pericolosa. Karlstrom e Piotrowski garantiscono quantità e ordine, anche se la manovra resta poco fluida. Sugli esterni, invece, continuano i problemi: Kamara soffre Touré, Ehizibue spinge poco e sbaglia molto. Da queste parti si attende con ansia l’arrivo di Zanoli, che potrebbe cambiare volto alla corsia destra.
Davanti, oltre al gol pesantissimo di Bravo, resta il rammarico per il raddoppio mancato da Davis, generoso come sempre ma impreciso sotto porta. L’inglese resta comunque un riferimento importante per far salire la squadra.
E adesso? Con sette punti in tasca e una classifica che sorride, l’Udinese dimostra di essere più solida rispetto alle squadre che lotteranno per non retrocedere. Per questo, al netto delle inevitabili difficoltà e dei limiti strutturali, bisogna provare ad alzare l’asticella. L’Europa resta un sogno lontano, ma una stagione da parte sinistra della classifica non è un miraggio.






