Udinese, così sì: battuto il Napoli e si riaccende l’entusiasmo. Ora la missione deve essere la continuità
Quando serve una risposta, l’Udinese risponde. E lo fa nel modo più rumoroso possibile, battendo il Napoli campione d’Italia davanti a uno stadio caldo, partecipe, finalmente trascinante. Dopo le sconfitte contro Juventus (in Coppa Italia) e Genoa, i bianconeri rialzano la testa e lo fanno con una prestazione vera, intensa, fisica, coraggiosa. Esattamente ciò che era mancato nelle settimane precedenti e che lo stesso Runjaic aveva più volte sottolineato.
I tre punti portano l’Udinese a quota 21 in classifica, permettendo di tenere il passo del Sassuolo e di rientrare nella metà sinistra della graduatoria. Ma più della classifica, conta il segnale: questa squadra, quando vuole, quando trova energia e convinzione, può battere chiunque.
Le scelte, il coraggio, la lettura della partita. Senza Zemura e Kamara, Runjaic sorprende tutti con una mossa tanto inattesa quanto lucida: Bertola esterno sinistro adattato, con l’obiettivo chiaro di togliere spazio e ritmo a Neres, uno dei principali pericoli offensivi del Napoli. Una scelta che paga in pieno: Bertola gioca una partita di grande intelligenza e intensità, risultando tra i migliori in campo e dando equilibrio a tutta la catena di sinistra.
Il primo tempo è fatto di studio e di attenzione. Il Napoli non alza i giri, l’Udinese gestisce il pallone con pazienza, evitando di scoprirsi e di concedere campo a giocatori come Højlund e Spinazzola. È una gara bloccata, ma già si intravede una sensazione: i friulani sono dentro la partita, mentalmente e fisicamente.
Succede tutto nel secondo tempo. L’Udinese capisce che il Napoli è forte, sì, ma scarico, appesantito dagli impegni ravvicinati e dalle assenze. E allora cambia passo.
Arrivano due gol annullati — quello di Davis per un fuorigioco millimetrico e quello di Zaniolo per un fallo precedente — ma non arriva la paura. Arriva invece la consapevolezza. Senza Atta, costretto ai box, la squadra si affida ancora di più alla qualità di Ekkelenkamp, che certifica il suo momento straordinario con un gol magnifico dalla distanza, di quelli che spostano le partite e l’umore di uno stadio intero.
Nel finale serve anche un pizzico di buona sorte, quando Højlund grazia Solet spedendo fuori a porta vuota dopo un errore pesante del difensore. Ma la fortuna, si sa, aiuta chi se la va a prendere.
L’Udinese “vecchio stampo” e la parola chiave: continuità. Questa è l’Udinese che i tifosi vogliono vedere: intensa, aggressiva, compatta, capace di correre il doppio degli avversari nella ripresa. Lo ha ammesso persino Politano nel post partita: nella seconda metà di gara, l’Udinese è andata a un’altra velocità rispetto al Napoli.
Ora però torna la parola che accompagna questa squadra da mesi: costanza. È il mantra di Runjaic, ed è anche la sua sfida più grande. Perché se l’Udinese saprà mettere sempre in campo questa energia, questa attenzione e questa fame, allora il famoso salto di qualità non sarà più solo una promessa.
La vittoria contro il Napoli è un punto fermo, non un punto di arrivo. Ora tocca all’Udinese dimostrare che non è stata una fiammata, ma l’inizio di qualcosa di più solido.






